Ricorso contro l'avviso di accertamento di redditi di capitale per violazione del divieto della cd. doppia imposizione internazionale

Nicola Graziano

Inquadramento

Il fenomeno della doppia imposizione internazionale deriva dalla convergenza delle pretese avanzate da due o più Stati rispetto ad una medesima fattispecie imponibile. Poiché, ad oggi, non esiste una norma di diritto internazionale che vieti esplicitamente la doppia imposizione fiscale, al fine di limitare o risolvere questo fenomeno alcuni Stati europei e la maggior parte degli Stati extra-UE collaborano costantemente per elaborare e migliorare i modelli di riferimento (Convenzioni contro le doppie imposizioni) atti ad evitare la doppia imposizione fiscale di uno stesso reddito.

Formula

ON. CORTE DI GIUSTIZIA TRIBUTARIA DI PRIMO GRADO DI ....

RICORSO GIURISDIZIONALE CON ISTANZA DI RECLAMO E MEDIAZIONE

(e contestuale)

ISTANZA DI TRATTAZIONE IN PUBBLICA UDIENZA

La società ...., con sede legale in .... ( ....), alla via ...., ...., P.IVA ...., in persona del legale rappresentante pro tempore, sig. ...., elettivamente domiciliata in .... ( ....), alla via ...., ...., presso lo studio dell'Avv. .... (cod. fisc. ....), che la rappresenta e difende in virtù di procura speciale in allegato al presente atto,

PROPONE RICORSO 1

avverso l'avviso di accertamento n. ...., notificato in data ....,

NEI CONFRONTI

dell'Agenzia delle Entrate - Direzione Provinciale di ...., in persona del rappresentante legale pro tempore, con sede in .... ( ....), alla via ...., n. .....

FATTO

In data .... alla ricorrente veniva notificato un avviso di accertamento (riguardante l'anno ....) per infedele presentazione della dichiarazione a causa dell'erronea determinazione delle ritenute sulle royalties corrisposte alla tedesca .... e dell'omessa applicazione di ritenute su interessi passivi corrisposti alla lussemburghese .... .....

Il predetto atto impositivo trae origine da una verifica della Guardia di finanza di .... dalla quale sarebbe emersa l'omessa fatturazione e l'omesso versamento di ritenute, a titolo di imposta, da un lato, su royalties passive, dall'altro, su interrssi passivi, corrisposti (royalties e interessi) a società aventi sede all'estero.

L'odierna ricorrente propone opposizione contro il predetto avviso di accertamento per il seguente motivo:

l'Agenzia delle Entrate ha violato la disposizione della Convenzione .... contro le doppie imposizioni che .... .....

Per quanto espresso, così si

CONCLUDE

Piaccia all'On.le Corte di giustizia tributaria di primo grado, contrariis reiectis, in accoglimento del ricorso e per i motivi esposti:

– dichiarare l'illegittimità dell'avviso di accertamento n. ...., notificato in data ....;

– condannare l'Ufficio resistente al pagamento delle spese processuali.

ISTANZA DI DISCUSSIONE IN PUBBLICA UDIENZA

Si chiede, altresì, ai sensi e per gli effetti dell'art. 33, comma 1, d.lgs. n. 546/1992, che il presente ricorso venga discusso in pubblica udienza.

Costituendosi in giudizio la ricorrente deposita:

1) copia dell'avviso di accertamento n. ...., notificato in data .... dall'Ufficio di ....;

2) .....

ISTANZA DI SOSPENSIONE

Nel caso qui in giudizio sussistono i presupposti per la sospensione degli effetti dell'atto impugnato.

Più in dettaglio:

il fumus boni iuris (esistenza dei fondati motivi) si confida emerga con sufficiente chiarezza dalla lettura del ricorso;

il periculum in mora (danno grave ed irreparabile per il contribuente) deriva da .....

Pertanto,

CHIEDE

che l'On. Corte di giustizia tributaria di primo grado adita Voglia disporre la sospensione dell'impugnato provvedimento e di ogni altro atto presupposto, connesso e/o consequenziale.

Il sottoscritto procuratore, ai sensi dell'art. 14 del d.P.R. n. 115/2002 e successive modifiche dichiara che il valore del presente procedimento è pari ad Euro ...., ragion per cui è dovuto un contributo unificato nella misura di Euro .....

Dichiara, altresì, di voler ricevere le comunicazioni inerenti il procedimento presso il proprio numero di fax ( ....) o indirizzo di posta elettronica certificata ( ....).

La presente copia, di cui si attesta la conformità all'originale notificato all'Agenzia delle Entrate di ...., sarà depositata presso la Corte di giustizia tributaria di primo grado di .... completa con gli allegati, tenuto conto dell'istanza ex art. 17-bis d.lgs. n. 546/1992, appresso formulata.

Luogo e data ....

Firma Difensore ....

ISTANZA

ai sensi dell'art. 17-bis del d.lgs. n. 546/1992

La società ...., con sede legale in .... ( ....), alla via ...., ...., P.IVA ...., in persona del legale rappresentante pro tempore, Sig. ...., come in epigrafe rappresentata, domiciliata e difesa, sulla base dei fatti e dei motivi sopra evidenziati

CHIEDE

che l'Agenzia delle Entrate - Direzione Provinciale di ...., in alternativa al deposito del ricorso che precede presso la Corte di giustizia tributaria di primo grado, accolga in via amministrativa le richieste nel medesimo ricorso formulate.

Comunica in ogni caso la sua disponibilità a valutare in contraddittorio la mediazione della controversia.

Per l'invito al contraddittorio, le comunicazioni e le notificazioni relative al presente procedimento, si indicano uno o più dei seguenti recapiti:

– Studio ...., sito in .... ( ....), alla via ...., ....;

– P.E.C. ....;

– telefono ....;

– fax ....;

– posta elettronica ordinaria: .... .....

Con osservanza.

Luogo e data ....

Firma Difensore ....

PROCURA SPECIALE

La società ...., con sede legale in .... ( ....), alla via ...., ...., P.IVA ...., in persona del legale rappresentante pro tempore, Sig. ...., delega a rappresentarla e a difenderla – nel procedimento da attivare nei confronti dell'Agenzia delle Entrate - Direzione Provinciale di ...., in ogni sua fase, stato e grado, l'Avv. ...., conferendogli con ogni facoltà di legge, incluse quelle di proporre reclamo e di mediare ai sensi dell'art. 17-bis del d.lgs. n. 546/1992, trattare, comporre, conciliare, transigere, rinunciare agli atti e accettare rinunzie, farsi sostituire, ed elegge domicilio, anche per le notificazioni relative al procedimento di reclamo e mediazione, presso il suo studio sito in .... ( ....), alla via ...., .....

Dichiara, inoltre, di aver ricevuto tutte le informazioni previste dagli artt. 7 e 13 del d.lgs. n. 196/2003, nonché dal Regolamento (UE) 2016/679 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 27 aprile 2016, e presta il proprio consenso al trattamento dei dati personali per l'espletamento del mandato conferito.

Luogo e data ....

Firma Mandante ....

Autentica della Firma ....

[1] [1]Il ricorso deve altresì indicare il valore della lite e contenere la procura a un difensore o a un soggetto abilitato all'assistenza tecnica (obbligatoria quando il valore della controversia supera 3.000,00 € a partire dal 1° gennaio 2016, con l'obbligo anche di indicare la categoria di appartenenza del difensore ai sensi dell'art. 12 d.lgs. n. 546/1992, che consenta al giudice la liquidazione delle spese di lite secondo la tariffa professionale). Il difensore, o il ricorrente in caso di valore della controversia inferiore a 3.000,00 €, deve sottoscrivere sia l'originale sia le copie destinate alle controparti. L'art. 47 d.lgs. n. 546/1992 riconosce, inoltre, al ricorrente la possibilità di chiedere alla Corte di giustizia tributaria di primo grado competente la sospensione dell'esecuzione dell'atto impugnato, con istanza inserita nel ricorso o formulata con atto separato, debitamente notificato alle altre parti e depositato in segreteria. La sospensione può essere anche parziale e subordinata alla prestazione della garanzia di cui all'art. 69, comma 2 d.lgs. n. 546/1992.

Commento

Il fenomeno della doppia imposizione internazionale deriva dalla convergenza delle pretese avanzate da due o più Stati rispetto ad una medesima fattispecie imponibile. Si pensi al caso di un contribuente fiscalmente residente in Italia che si reca all'estero per un contratto di lavoro dipendente della durata di tre anni. Il contribuente è soggetto sia a tassazione nello Stato ove ha percepito il reddito (c.d. “Stato della fonte”) sia nello Stato ove risiede (c.d. “Stato della residenza”). Questi due principi di tassazione applicati ad uno stesso reddito generano quella che in ambito fiscale viene chiamata doppia imposizione.

Poiché, ad oggi, non esiste una norma di diritto internazionale che vieti esplicitamente la doppia imposizione fiscale, al fine di limitare o risolvere questo fenomeno alcuni Stati europei e la maggior parte degli Stati extra-UE collaborano costantemente per elaborare e migliorare i modelli di riferimento (Convenzioni contro le doppie imposizioni) atti ad evitare la doppia imposizione fiscale di uno stesso reddito. È indubbio, infatti, che la doppia imposizione rappresenta un disvalore nel contesto dell'UE. La realizzazione di un plurimo prelievo sul medesimo reddito, a causa del collegamento soggettivo o oggettivo della fattispecie con più Stati membri, si traduce in un ostacolo all'esercizio delle libertà fondamentali e, in ultima analisi, contraddice lo spirito stesso dello spazio comune.

La Suprema Corte ha definito dette convenzioni, ossia le “convenzioni contro le doppie imposizioni”, strumenti di diritto internazionale pattizio il cui fine è quello di evitare il fenomeno della c.d. doppia imposizione giuridica, in materia di imposte sul reddito e di capitali, nonché prevenire l'evasione fiscale (Cass. n. 25281/2015).

Non è detto, ovviamente, che la presenza di una convenzione bilaterale contro le doppie imposizioni invocabile nella fattispecie concreta consenta di risolvere la questione ed evitare così il duplice prelievo. Può verificarsi infatti un conflitto interpretativo tra i due Stati in merito alla portata ed agli effetti della singola norma, ciò che rischia di condurre ad una paralisi della procedura concordata, in assenza di regole vincolanti per la soluzione del dissenso. Si può fare l'esempio di una disposizione convenzionale che, nel conflitto tra i due Stati, attribuisca l'esclusiva competenza allo Stato di residenza del contribuente ed entrambi, sulla base delle rispettive norme interne e dell'art. 4 della Convenzione, ritengano di poter agire alla stregua di Stato di residenza fiscale del contribuente medesimo.

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