Ricorso contro l'avviso di accertamento in materia di IRAP (generico)

Carlo Buonauro

Inquadramento

In attuazione della legge delega n. 662/1996, con d.lgs. n. 446/1997, è stata introdotta, a decorrere dal 1° gennaio 1998, l'imposta regionale sulle attività produttive (IRAP): è un'imposta locale che si applica alle attività produttive esercitate in ciascuna regione. Trattasi di un “tributo regionale proprio derivato”, poiché, per un verso, è introdotta nell'ordinamento tributario dalla citata normativa statale che continua a disciplinare tutti i suoi elementi strutturali (quali, ad esempio, soggetti passivi, base imponibile, aliquote massime) ed a circoscrivere con precisione gli ambiti di intervento del legislatore regionale; per altro verso, i soggetti attivi del tributo sono le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano ai quali sono pertanto riconosciute ampie facoltà in materia di IRAP dall'art. 5 del d.lgs. n. 68/2011, il quale, in attuazione della legge delega n. 42/2009, in materia di federalismo fiscale, prevede che, a decorrere dal 2013, le regioni possono ridurre, con propria legge, le aliquote dell'IRAP fino ad azzerarle e possono disporre deduzioni dalla base imponibile nel rispetto della normativa dell'Unione europea e degli orientamenti giurisprudenziali della Corte di giustizia dell'Unione europea.

L'imposta è riscossa tramite autoliquidazione secondo la stessa disciplina applicabile per le imposte sui redditi.

La base imponibile per i soggetti esercenti attività industriali e commerciali è sostanzialmente determinata dall'utile d'esercizio aumentato degli interessi passivi derivanti da operazioni di finanziamento e del costo del lavoro secondo quanto normativamente precisato e con la previsione di specifici importi forfettari ammessi in deduzione.

Formula

ALLA CORTE DI GIUSTIZIA TRIBUTARIA DI PRIMO GRADO DI ....

RICORSO

EX ART. 18 DEL D.LGS. N. 546/1992

Il Sig./La Sig. .... nato a .... il .... C.F. .... residente in .... alla via .... n. ...., CAP .... (oppure: della società .... con sede in ...., via ...., P.IVA o C.F. .... in persona del legale rappresentante pro-tempore), rappresentat. .... e difes. ...., in virtù di procura a margine /in calce e su foglio separato al presente atto, dall'Avv./Dott.Comm./ ...., C.F. ...., con il quale elettivamente domicilia presso il suo studio in .... alla via .... n. .... ai sensi degli artt. 170 e 176 c.p.c., si dichiara di voler ricevere comunicazioni e/o atti difensivi e/o provvedimenti relativi al presente procedimento al seguente indirizzo P.E.C. .... o n. fax ....

PROPONE RICORSO 1

– contro ....;

– avverso il seguente provvedimento prot. n. .... emesso il .... e notificato il ....

PER I SEGUENTI MOTIVI

1) violazione e falsa applicazione di legge (art. 2 d.lgs. n. 446/1997): presupposto per l'applicazione dell'imposta regionale sulle attività produttive è il requisito dell'autonoma organizzazione, il quale sussiste ogni qualvolta il contribuente, esercente un'attività di lavoro autonomo, impieghi beni strumentali eccedenti le quantità che, secondo l'id plerumque accidit, costituiscono il minimo indispensabile per l'esercizio dell'attività, oppure si avvalga in modo non occasionale di lavoro altrui. Nel caso di specie, come da documentazione allegata al presente ricorso, tale presupposto difetta con conseguente nullità totale o parziale dell'atto impugnato, anche per omessa considerazione del dimostrato diritto di deduzione dei costi dalla base imponibile.

2) Violazione e falsa applicazione di legge (art. 12, comma 7 l. n. 212/2000): posto che tale norma prevede che nel rispetto del principio di cooperazione tra amministrazione e contribuente, dopo il rilascio della copia del processo verbale di chiusura delle operazioni da parte degli organi di controllo, il contribuente può comunicare entro sessanta giorni osservazioni e richieste che sono valutate dagli uffici impositori, ricorre nel caso di specie la nullità dell'impugnato avviso di accertamento a causa dell'omesso esame delle osservazioni presentate dall'odierna parte ricorrente ex art. 12, comma 7 l. n. 212/2000, per cui l'imposta non era dovuta o era dovuta in misura ridotta e che in questa sede vengono pedissequamente riprodotte come da censura sub 1) che precede.

3) violazione e falsa applicazione di legge (artt. 43 del D.P.R. n. 600 del 1973 e dal D. Lgs. n. 74/2000) : decadenza dalla pretesa impositiva non si applica il raddoppio dei termini per l’accertamento in caso di frode fiscale, Sul piano temporale e del tempestivo esercizio dell’imposizione tributaria nel caso di specie, va ribadito il principio di diritto per cui non si applica la disciplina del raddoppio dei termini prevista dall'art. 43 del D.P.R. n. 600 del 1973 e dal D. Lgs. n. 74/2000 nell’ipotesi di accertamento in materia di IRAP, poiché per le violazioni delle norme relative a detta imposta non sono previste sanzioni penali. Ciò deriva dal mancato inserimento delle violazioni relative all’imposta regionale tra le ipotesi delittuose previste dal D. Lgs. n. 74/2000 che, infatti, ricomprende solamente i reati in materia di imposte sui redditi e sul valore aggiunto. Nel caso di specie, in base a tale principio, già più volte affermato dalla stessa giurisprudenza di legittimità (cfr., ad ultimo, Corte di Cassazione, ordinanza del 20/05/2020 n. 9314/6), deve essere accolto il presente ricorso, annullando definitivamente l’avviso di accertamento IRAP impugnato, in quanto notificato oltre i termini ordinari.

Alla luce delle svolte considerazioni si rendono le seguenti

CONCLUSIONI

Voglia la Corte di giustizia tributaria di primo e secondo grado così provvedere:

– in via principale, annullare l'atto impugnato (previa sospensione cautelare ex art. 47 del d.lgs. n. 546/1992);

– con vittoria delle spese di giudizio (con distrazione delle spese processuali al procuratore costituito).

Si chiede la trattazione in pubblica udienza.

Si depositano i seguenti atti: .....

Ai sensi dell'art. 22, comma 3 del d.lgs. n. 546/1992, si attesta la conformità del presente atto all'originale consegnato (o spedito) all'ente convenuto.

Luogo e data ....

Firma ....

PROCURA 2

(generalità del ricorrente) .... nomina proprio procuratore alle liti (titolo) .... e, per l'effetto, lo autorizza a rappresentarlo e difenderlo nel giudizio, conferendo allo stesso ogni più ampia facoltà di legge, ed eleggendo domicilio presso lo studio del predetto legale in ...., via ....

Luogo e data ....

Firma ....

Autentica della Firma ....

[1] Il ricorso deve altresì indicare il valore della lite e contenere la procura a un difensore o a un soggetto abilitato all'assistenza tecnica (obbligatoria quando il valore della controversia supera 3.000,00 € a partire dal 1° gennaio 2016, con l'obbligo anche di indicare la categoria di appartenenza del difensore ai sensi dell'art. 12 d.lgs. n. 546/1992, che consenta al giudice la liquidazione delle spese di lite secondo la tariffa professionale). Il difensore, o il ricorrente in caso di valore della controversia inferiore a 3.000,00 €, deve sottoscrivere sia l'originale sia le copie destinate alle controparti. L'art. 47 d.lgs. n. 546/1992 riconosce, inoltre, al ricorrente la possibilità di chiedere alla Corte di giustizia tributaria di primo grado competente la sospensione dell'esecuzione dell'atto impugnato, con istanza inserita nel ricorso o formulata con atto separato, debitamente notificato alle altre parti e depositato in segreteria. La sospensione può essere anche parziale e subordinata alla prestazione della garanzia di cui all'art. 69, comma 2 d.lgs. n. 546/1992.

[2] L'incarico deve essere conferito: con atto pubblico o scrittura privata autenticata; in calce o a margine di un atto nel processo, con certificazione dello stesso incaricato dell'autografia della sottoscrizione; oralmente in udienza pubblica, dandone atto nel verbale.

Commento

L'IRAP, anche dopo la sua regionalizzazione, non è divenuta “tributo proprio” regionale ma resta un tributo disciplinato dalla legge statale in alcuni suoi elementi strutturali e, quindi, in questo senso, “erariale”, e che lo Stato continua a regolare compiutamente la materia e a circoscrivere con precisione gli ambiti di intervento del legislatore regionale, in particolare stabilendo che fino al 2013 le regioni “non possono modificare le basi imponibili; nei limiti stabiliti dalle leggi statali, possono modificare l'aliquota, le detrazioni e le deduzioni, nonché introdurre speciali agevolazioni” (art. 1, comma 43 l. n. 244/2007, Corte cost. n. 50/2012).

In tema di determinazione della base imponibile dell'IRAP, ai sensi dell'art. 5 del d.lgs. n. 446/1997, come modificato dall'art. 1, comma 50, lett. a), della l. n. 244/2007 (applicabile ratione temporis), la regola della derivazione dei costi sostenuti dal conto economico non esclude il controllo sull'inerenza dei medesimi, ossia la verifica della corretta appostazione degli stessi in detto conto rispetto ai principi civilistici e contabili nazionali (Cass. VI, n. 15115/2018).

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