Memoria di costituzione nel giudizio di impugnazione dell'atto impositivo volto a far valere una causa di esenzione IVA (art. 10 d.P.R. n. 633/1972)

Carlo Buonauro

Inquadramento

L'art. 10 d.P.R. n. 633/1972, nella versione da ultimo modificata per effetto del d.lgs. n. 117/2017, elenca le diverse ipotesi (fino a 27-sexies) di operazioni in regime di esenzione IVA, per ragioni sociali ovvero per ragioni di equilibrio della tassazione. Si tratta di operazioni che non comportano il sorgere del debito d'imposta ma, come avviene per le altre operazioni IVA imponibili e non imponibili, determinano il campo di applicazione della normativa di riferimento, comportando l'effettuazione di determinati adempimenti di carattere formale (fatturazione; annotazione nei registri; l'indicazione delle operazioni esenti IVA articolo 10 in dichiarazione IVA; ecc.). In tal senso vanno distinte dalle operazioni escluse dal campo di applicazione dell'IVA, che non hanno alcuna rilevanza ai fini degli obblighi formali e sostanziali previsti dal d.P.R. n. 633/1972. Vanno altresì distinte dal diritto alla detrazione, disciplinato dal successivo art. 19, d.P.R. n. 633/1972 con riguardo all'imposta assolta o dovuta dal soggetto passivo o a lui addebitata a titolo di rivalsa in relazione ai beni ed ai servizi importati o acquistati nell'esercizio d'impresa, arte o professione. Per l'ordinamento nazionale occorre a tal fine il duplice requisito per cui, per un verso, gli acquisti di beni e servizi si riferiscano alle operazioni che saranno poi effettuate; per altro verso la contemporanea inerenza del costo con l'attività d'impresa, arte o professione svolta dal soggetto passivo. La detrazione, unitamente al meccanismo della rivalsa, realizza la neutralità dell'imposta e, per tale motivo, la giurisprudenza europea la ritiene non limitabile, quanto meno in linea di principio.

Formula

CORTE DI GIUSTIZIA TRIBUTARIA DI PRIMO GRADO DI ...

Sezione n. ...

R.G.R. n. ...

MEMORIA DI COSTITUZIONE 1

L'Ente resistente ... (Agenzia Entrate, Agenzia Entrate Riscossione, Regione/Provincia/Comune) in persona di ... nato a ... il ... C.F. ... nella sua qualità di rappresentante legale dell'Ente

rappresentato per delega in calce di questo ricorso dall'Avv. ... nato a ... il ... con studio in ... alla via ... n. ... , cap ... ed ivi elettivamente domiciliato,

(oppure nel caso in cui la difesa è attribuita al funzionario: rappresentato per delega in calce a questo ricorso dal Dott. ... nato a ... il ... – in qualità di ... )

PREMESSO

- che in data ... all'Ente è stato notificato da ... il ricorso avverso l'atto ... , avente ad oggetto: ...

SI COSTITUISCE IN GIUDIZIO

contro ... elettivamente domiciliato presso lo studio di ... che lo rappresenta e difende

PREMESSO CHE

- a sostegno del gravame parte ricorrente articola i seguenti profili di illegittimità:

1) violazione del d.P.R. n. 633/1972, art. 10, nn. ... , per aver l'Ufficio, secondo l'avversata prospettazione di parte ricorrente, ritenuto che non fossero esenti dall'I.V.A. le prestazioni rilevate nell'atto impositivo, benché caratterizzate dai requisiti soggettivi ed oggettivi previsti dalla normativa di riferimento.

- con la presente memoria si contesta quanto dedotto dalla parte ricorrente deducendone l'inammissibilità ed improcedibilità e, in ogni caso, l'infondatezza nel merito per i motivi di seguito riportati

ESPONE

Il ricorso è infondato.

Sussistono nel caso in esame i presupposti fattuali e giuridici previsti dalla normativa ex adverso indicati in tema di motivazione dell'atto impositivo emesso a fronte di una non spettante causa di esenzione IVA (art. 10 d.P.R., n. 633/1972): in tema d'IVA, infatti, ove l'Amministrazione finanziaria, come nel caso di specie, contesti al contribuente l'indebita detrazione dell'imposta pagata per l'acquisizione di beni o servizi, spetta al contribuente l'onere, nella specie del tutto omesso, di provarne la legittimità e la correttezza. In applicazione di tale principio, correttamente dunque l'Ufficio non aveva riconosciuto la causa di esenzione IVA vantata dal contribuente che, rispetto alle puntuali osservazioni dell'Ufficio medesimo, non ha fornito, né in sede procedimentale né in sede processuale, la sussistenza dei relativi presupposti normativi.

La doglianza pertanto va respinta.

CONCLUSIONI

Voglia la Corte di giustizia Tributaria così provvedere:

- in via preliminare, dichiarare la inammissibilità ed improcedibilità della domanda;

- rigettare comunque nel merito la domanda perché infondata in fatto e in diritto;

- con vittoria delle spese di giudizio (con distrazione al procuratore antistatario);

Si chiede la trattazione in pubblica udienza (in tal caso l'atto va notificato alla controparte ai sensi dell'art. 33 del d.lgs. n. 546/1992).

Si depositano i seguenti atti: ...

Luogo e data ...

Firma ...

[1] Al riguardo si segnala che l'art. 16 d.l. n. 119/2018, modificando il comma 3 dell'art. 16-bis d.lgs. n. 546/1992, ha disposto l'obbligo della costituzione in giudizio di I e II grado con modalità telematica relativamente ai ricorsi notificati a decorrere dal 1° luglio 2019 (con l'opportuno chiarimento dell'utilizzo in ogni grado di giudizio della modalità telematica indipendentemente dalla modalità prescelta dalla controparte nonché dall'avvenuto svolgimento del giudizio di primo grado con modalità analogiche), con la doppia precisazione per cui, da un lato, tale dovere non opera per coloro che optano di non avvalersi dell'assistenza tecnica nelle cause di valore inferiore ai tremila euro (salvo l'obbligo, ove si intendano avvalere della modalità telematica ai fini della costituzione in giudizio, di indicare un indirizzo di posta elettronica certificata); per altro verso, per i ricorsi già iscritti a ruolo, in casi eccezionali il Presidente di Corte di giustizia, o di Sezione, può autorizzare, con provvedimento motivato, il deposito con modalità diverse da quelle telematiche.

Commento

In tema d'IVA, ove l'Amministrazione finanziaria contesti al contribuente l'indebita detrazione dell'imposta pagata per l'acquisizione di beni o servizi, spetta al contribuente l'onere di provarne la legittimità e la correttezza. (Cass. V, n. 27615/2018).

In tema di IVA, l'esenzione prevista dall' art. 10 n. 18 del d.P.R. n. 633/1972 deve essere interpretata in senso restrittivo, conformemente alla giurisprudenza unionale (CGCE, 20 novembre 2003, C-212/01), costituendo una deroga al principio generale secondo cui l'IVA è riscossa per ogni prestazione di servizi effettuata a titolo oneroso dal soggetto passivo, con la conseguenza che deve intendersi riferita solo alle "prestazioni mediche", ossia agli interventi diretti alla diagnosi, cura e guarigione delle malattie o dei problemi di salute, ovvero alla prevenzione della loro insorgenza. (La Cass. V, n. 25440/2018 con riguardo ad una fattispecie in cui la S.C. ha escluso che possano considerarsi prestazioni mediche gli interventi definiti genericamente "visite", in assenza di elementi da cui poterne desumere l'esatta natura).

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