Ricorso contro l'avviso di accertamento in materia di ICI (o IMU) per erronea determinazione della base imponibile

Carlo Buonauro

Inquadramento

L'imposta Comunale sugli Immobili (ICI) – istituita (con decorrenza “dall'anno 1993”) dal d.lgs. n. 504/1992, per le sue caratteristiche strutturali, in base alle tradizionali classificazioni dottrinarie, va definita – al pari della successiva IMU – un'imposta territoriale (in considerazione della identica natura dell'ente pubblico impositore ciascun comune), diretta (perché colpisce una immediata manifestazione di capacità contributiva) e, reale siccome considera, come base imponibile, il valore in sé del bene immobile, a prescindere, in linea generale, da qualsivoglia condizione personale del titolare del diritto reale sullo stesso considerato dalle afferenti norme. L'IMU è l'imposta municipale propria la cui istituzione, ex d.lgs. n. 23/2011, è stata anticipata, in via sperimentale, a decorrere dall'anno 2012, in sostituzione della precedente ICI.

Ai fini ICI, la disciplina positiva evidenziava la stretta ed imprescindibile relazione, da essa posta ai fini della individuazione della “base imponibile” – necessaria per la successiva determinazione del quantum dell'imposta dovuta, tra iscrizione (o necessaria iscrivibilità) in catasto di una “unità immobiliare” (con il connesso necessario riferimento alla nozione catastale di “unità immobiliare”) e rendita catastale “vigente al primo gennaio dell'anno di imposizione”. Dalla medesima correlazione, inoltre, discendeva che il “dato” – sia relativo all'iscrizione che alla classificazione ed alla misura della rendita attribuite dal competente organo pubblico (dal primo gennaio 2001, l'Ufficio locale dell'Agenzia del Territorio; in precedenza, l'Ufficio Tecnico Erariale dell'allora denominato Ministero delle Finanze) – del singolo “fabbricato”, quale risultante dal “catasto”, ai fini della assoggettamento all'imposta e della determinazione del quantum dovuto a titolo di ICI, costituisce un “fatto oggettivo”, non contestabile da nessuna delle parti (Comune e contribuente) del rapporto obbligatorio concernente questa imposta, neppure in via incidentale e limitata a tale rapporto, come impone di ritenere l'inciso dell'art. 5, comma 2, a mente dei quale (come visto) “per i fabbricati iscritti in catasto, il valore” della “base imponibile” è costituito “da quello che risulta applicando all'ammontare delle rendite risultanti in catasto” (cioè iscritte in catasto), “vigenti al primo gennaio dell'anno di imposizione, i moltiplicatori” validi ai fini dell'imposta di registro, ivi richiamati. Incontestabilità che è limitata allo specifico rapporto d'imposta e non esclude né limita il potere del contribuente di chiedere la modifica (eventualmente in via di autotutela) ovvero di impugnare (in sede giurisdizionale) l'atto di accatastamento e/o di attribuzione della rendita, però, unicamente nei confronti dell'organo preposto alle relative operazioni, e non nei confronti del Comune (Cass. V, n. 15321/2008; Cass. n. 3436/2019) con naturale ripercussione (ed effetto vincolante per le parti del rapporto ICI) del provvedimento definitivo.

Ai fini IMU, i commi da 4 a 7 dell'art. 8 del decreto istitutivo (d.lgs. n. 23/2011) prevedono che essa ha per base imponibile il valore dell'immobile determinato ai sensi del citato art. 5 del d.lgs. n. 504/1992 in tema di ICI, soggiungendo che nel caso di possesso di immobili non costituenti abitazione principale ai sensi del comma 3, l'imposta è dovuta annualmente in ragione di un'aliquota dello 0,76 per cento e che la predetta aliquota può essere modificata con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, da emanare su proposta del Ministro dell'economia e delle finanze, d'intesa con la Conferenza Stato-città ed autonomie locali, nel rispetto dei saldi di finanza pubblica, tenendo conto delle analisi effettuate dalla Commissione tecnica paritetica per l'attuazione del federalismo fiscale ovvero, ove istituita, dalla Conferenza permanente per il coordinamento della finanza pubblica. I comuni inoltre possono, con deliberazione del consiglio comunale adottata entro il termine per la deliberazione del bilancio di previsione, modificare, in aumento o in diminuzione, sino a 0,3 punti percentuali, l'aliquota fissata dal primo periodo del comma 5, ovvero sino a 0,2 punti percentuali l'aliquota determinata ai sensi del comma 6 (mentre in caso di mancata emanazione della delibera entro il predetto termine, si applicano le aliquote di cui al primo periodo dello stesso comma 5 ed al comma 6. Specifiche previsioni (commi 6 e 7) riguardano infine l'ipotesi di immobile locato (l'aliquota di cui al comma 5, primo periodo, è ridotta alla metà) e quella per cui i comuni possono, con deliberazione del consiglio comunale, adottata entro il termine per la deliberazione del bilancio di previsione, prevedere che l'aliquota di cui al comma 5, primo periodo, sia ridotta fino alla metà anche nel caso in cui abbia ad oggetto immobili non produttivi di reddito fondiario ai sensi dell'art. 43 del citato testo unico di cui al d.P.R. n. 917/1986, ovvero nel caso in cui abbia ad oggetto immobili posseduti dai soggetti passivi dell'imposta sul reddito delle società (nell'ambito di tale facoltà i comuni possono stabilire che l'aliquota ridotta si applichi limitatamente a determinate categorie di immobili).

Formula

CORTE DI GIUSTIZIA TRIBUTARIA DI PRIMO GRADO DI ....

RICORSO

EX ART. 18 DEL D.LGS. N. 546/1992

Il Sig./La Sig. .... nato a .... il .... C.F. .... residente in .... alla via .... n. ...., CAP .... (oppure: della società .... con sede in ...., via ...., P.IVA o C.F. .... in persona del legale rappresentante pro-tempore), rappresentat. .... e difes. ...., in virtù di procura a margine /in calce e su foglio separato al presente atto, dall'Avv./Dott.Comm./ ...., C.F. ...., con il quale elettivamente domicilia presso il suo studio in .... alla via .... n. .... ai sensi degli artt. 170 e 176 c.p.c., si dichiara di voler ricevere comunicazioni e/o atti difensivi e/o provvedimenti relativi al presente procedimento al seguente indirizzo P.E.C. .... o n. fax ....

PROPONE RICORSO 1

– contro ....;

– avverso il seguente provvedimento prot. n. .... emesso il .... e notificato il ....

PER I SEGUENTI MOTIVI

1) Violazione e falsa applicazione d.lgs. n. 504/1992, art. 2, lett. a) e b), e art. 5, comma 6 (ovvero d.lgs. n. 23/2011, art. 8, commi da 4 a 7): nell'annualità di cui si controverte l'immobile, oggetto di un piano di recupero, era ancora in fase di costruzione e non era stato pertanto utilizzato sicché come base imponibile per il calcolo dell'ICI/IMU deve essere assunto il valore dell'area sul quale si trovava il fabbricato anziché la rendita catastale.

2) Violazione e falsa applicazione d.lgs. n. 504/1992, art. 2, lett. a) e b), e art. 5, comma 6 (ovvero d.lgs. n. 23/2011, art. 8, commi da 4 a 7) sotto altro profilo: la documentazione prodotta dimostra che il fabbricato oggetto del contendere sia del tutto inutilizzabile nell'anno de quo in quanto demolito in dipendenza dell'esecuzione di opere edificatorie e dichiarato edificabile solo successivamente.

3) Violazione e falsa applicazione della l. n. 241/1990, artt. 3 e 21-septies, nonché della l. n. 212/2000, art. 7 e del d.lgs. n. 23/2011, artt. 8 e ss., nonché del principio di ripartizione dell'onere probatorio codificato nell'art. 2697 c.c.: l'Amministrazione Comunale, diversamente dal caso di specie, avrebbe dovuto giustificare la pretesa di attribuire all'immobile nell'anno il contestato valore indicando gli elementi idonei a dimostrare che il valore del fabbricato nell'anno de quo fosse identico a quello degli esercizi precedenti. Inoltre, qualora e come nel caso di specie, in relazione determinazione della base imponibile IMU di un'area fabbricabile, l'Ufficio rettifichi i valori precedentemente indicati, esso deve fare riferimento ad atti che si siano concretamente perfezionati e che, proprio per tale motivo, abbiano un valore di riferimento certo ed effettivo. La rettifica, poi, va basata su una valutazione comparativa che tenga conto di più operazioni. Infatti, se, come nel caso specifico, ci si avvale di una sola transazione, questa non può considerarsi rappresentativa dell'andamento del mercato, con conseguente annullamento dell'atto impugnato siccome palesemente illegittimo.

Alla luce delle svolte considerazioni si rendono le seguenti

CONCLUSIONI

Voglia la Corte di giustizia tributaria di primo grado così provvedere:

– in via principale, annullare l'atto impugnato (previa sospensione cautelare ex art. 47 del d.lgs. n. 546/1992);

– con vittoria delle spese di giudizio (con distrazione delle spese processuali al procuratore costituito).

Si chiede la trattazione in pubblica udienza.

Si depositano i seguenti atti: .....

Ai sensi dell'art. 22, comma 3 del d.lgs. n. 546/1992, si attesta la conformità del presente atto all'originale consegnato (o spedito) all'ente convenuto.

Luogo e data ....

Firma ....

PROCURA 2

(generalità del ricorrente) .... nomina proprio procuratore alle liti (titolo) .... e, per l'effetto, lo autorizza a rappresentarlo e difenderlo nel giudizio, conferendo allo stesso ogni più ampia facoltà di legge, ed eleggendo domicilio presso lo studio del predetto legale in ...., via ....

Luogo e data ....

Firma ....

Autentica della Firma ....

[1] [1]Il ricorso deve altresì indicare il valore della lite e contenere la procura a un difensore o a un soggetto abilitato all'assistenza tecnica (obbligatoria quando il valore della controversia supera 3.000,00 € a partire dal 1° gennaio 2016, con l'obbligo anche di indicare la categoria di appartenenza del difensore ai sensi dell'art. 12 d.lgs. n. 546/1992, che consenta al giudice la liquidazione delle spese di lite secondo la tariffa professionale). Il difensore, o il ricorrente in caso di valore della controversia inferiore a 3.000,00 €, deve sottoscrivere sia l'originale sia le copie destinate alle controparti. L'art. 47 d.lgs. n. 546/1992 riconosce, inoltre, al ricorrente la possibilità di chiedere alla Corte di giustizia tributaria di primo grado competente la sospensione dell'esecuzione dell'atto impugnato, con istanza inserita nel ricorso o formulata con atto separato, debitamente notificato alle altre parti e depositato in segreteria. La sospensione può essere anche parziale e subordinata alla prestazione della garanzia di cui all'art. 69, comma 2 d.lgs. n. 546/1992.

[2] [2]L'incarico deve essere conferito: con atto pubblico o scrittura privata autenticata; in calce o a margine di un atto nel processo, con certificazione dello stesso incaricato dell'autografia della sottoscrizione; oralmente in udienza pubblica, dandone atto nel verbale.

Commento

In sede di elaborazione argomentativa di un ricorso contro l'avviso di accertamento in materia di ici (o imu) per erronea determinazione della base imponibile e nell'ambito del potere processuale di richiedere ai fini del suo annullamento la disapplicazione del presupposto atto amministrativo (art. 7, comma 5, del d.lgs. n. 546/1992 a mente del quale le Corti di giustizia tributaria di primo e secondo grado, se ritengono illegittimo un regolamento o un atto generale rilevante ai fini della decisione, non lo applicano, in relazione all'oggetto dedotto in giudizio, salva l'eventuale impugnazione nella diversa sede competente) giova ricordare che la delibera consiliare avente ad oggetto la determinazione delle aliquote per le imposte comunali in generale, e con particolare, riferimento all'IMU, è sufficientemente motivata con il riferimento alle esigenze di bilancio; ed, invero, gli atti generali, che per loro natura si rivolgono ad un numero di destinatari determinabili solo ex post, ma indeterminabili ex ante, non devono essere motivati né per essi si richiede il rispetto delle norme procedimentali e di partecipazione previste dalla legge sul procedimento amministrativo.

L'art. 13, l. n. 241/1990, infatti, non impone l'osservanza delle norme in tema di motivazione e di valutazione degli apporti procedimentali, per l'adozione di provvedimenti generali di carattere normativo quali le delibere comunali in tema di individuazione dei soggetti passivi IMU.

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