Memoria di costituzione a fronte del ricorso contro l'avviso di accertamento in materia di ICI (o IMU) per esistenza di un'agevolazioneInquadramentoIn base al disposto dell'art. 13 comma 3 d.l. n. 201/2011 la base imponibile ai fini IMU è ridotta del 50% per le seguenti fattispecie: per le unità immobiliari (fatta eccezione per quelle classificate nelle categorie catastali A/1, A/8 e A/9) concesse in comodato dal soggetto passivo ai parenti in linea retta entro il primo grado che le utilizzano come abitazione principale, a condizione che il contratto sia registrato e che il comodante possieda un solo immobile in Italia e risieda anagraficamente nonché dimori abitualmente nello stesso comune in cui è situato l'immobile concesso in comodato; il beneficio si applica anche nel caso in cui il comodante oltre all'immobile concesso in comodato possieda nello stesso comune un immobile adibito a propria abitazione principale, ad eccezione delle unità abitative classificate nelle categorie catastali A/1, A/8 e A/9; ai fini della applicazione il soggetto passivo attesta il possesso dei suddetti requisiti nel modello di dichiarazione di cui all'art. 9, comma 6 del d.lgs. n. 23/2011; per i fabbricati di interesse storico o artistico di cui all'art. 10 del d.lgs. n. 42/2004 (vincolo diretto); per l'IMU, diversamente dall'ICI, si parte dalla rendita catastale effettivamente attribuita all'immobile (precisandosi al riguardo che la riduzione si applica solo ai fabbricati soggetti a vincolo diretto, mentre i fabbricati con vincolo indiretto, previsto dall'art. 45 del d.lgs. n. 42/2004, già art. 21 l. n. 1089/1939, sono esclusi dall'agevolazione); per i fabbricati dichiarati inagibili o inabitabili e di fatto non utilizzati, limitatamente al periodo dell'anno durante il quale sussistono dette condizioni. L'applicabilità è subordinata alla sussistenza congiunta di inagibilità o inabitabilità e assenza di utilizzo. L'inagibilità deve consistere in un degrado fisico sopravvenuto (es. fabbricato diroccato, pericolante, fatiscente) o in un'obsolescenza funzionale, strutturale e tecnologica, non superabile con interventi di manutenzione. La riduzione cessa con l'inizio dei lavori di risanamento edilizio ai sensi di quanto disposto dall'art. 5, comma 6, del d.lgs. n. 504/1992 e la base imponibile, in questo caso, è costituita dal valore dell'area. Dalla data di inizio dei lavori di costruzione, demolizione o ristrutturazione, fino al momento di ultimazione dei lavori o, se precedente, di utilizzo dell'immobile, la base imponibile IMU è data dal valore dell'area, da considerare sempre come fabbricabile, senza computare il valore del fabbricato in corso d'opera o in ristrutturazione. Infine, giova ricordare che l'imposta è ridotta al 75% per gli immobili locati a canone concordato di cui alla l. n. 431/1998. FormulaCORTE DI GIUSTIZIA TRIBUTARIA DI PRIMO GRADO DI ... Sezione n. ... R.G.R. n. ... MEMORIA DI COSTITUZIONE 1 L'Ente resistente in persona di ... nato a ... il ... C.F. ... nella sua qualità di rappresentante legale dell'Ente rappresentato per delega in calce dall'Avv. ... nato a ... il ... con studio in ... alla via ... n. ... , CAP ... ed ivi elettivamente domiciliato, (oppure nel caso in cui la difesa è attribuita al funzionario: rappresentato per delega in calce dal Dott. ... nato a ... il ... – in qualità di ... ) PREMESSO - che in data ... all'Ente è stato notificato da ... il ricorso avverso l'atto ... , avente ad oggetto: ... SI COSTITUISCE IN GIUDIZIO contro ... elettivamente domiciliato presso lo studio di ... che lo rappresenta e difende PREMESSO CHE - a sostegno del gravame parte ricorrente articola i seguenti profili di illegittimità: 1) violazione e falsa applicazione dell'art. 9d.lgs. n. 504/1992, art. 9, e del d.lgs.n. 446/1997, art. 58, comma 2: l'atto impugnato: l'atto impugnato, secondo l'erronea e non condivisibile prospettazione di part ricorrente, sarebbe illegittimo nella parte cui ha negato il diritto all'applicazione delle agevolazioni di cui al cit. art. 9, ritenendo ostativo il fatto che il terreno oggetto di controversia sia condotto da una società semplice agricola e non direttamente dal soggetto passivo del tributo. 2) violazione e falsa applicazione della l. n. 241/1990, artt. 3 e 21-septies, nonché della l. n. 212/2000, art. 7 e del d.lgs. n. 23/2011, artt. 8 e ss.: invertendo l'ordine logico-giuridico delle argomentazioni, parte ricorrente (erroneamente) sostiene che, a fronte della documentata spettanza dell'invocata agevolazione, l'ufficio si sarebbe limitato ad un apodittico ed implicito diniego dello stesso, violando l'obbligo motivazionale in assenza di ogni utile riferimento giuridico-fattuale in tal senso. - con la presente memoria si contesta quanto dedotto dalla parte ricorrente deducendone l'inammissibilità ed improcedibilità e, in ogni caso, l'infondatezza nel merito per i motivi di seguito riportati ESPONE Il ricorso è infondato. Sussistono nel caso in esame i presupposti fattuali e giuridici previsti dalla normativa ex adverso indicati in tema di atti di avviso di accertamento in materia di ici (o imu) e di (in)esistenza di un correlato diritto di agevolazione dal tributo. Ed, invero, quanto alle censura sub 1), viene in rilievo la diverso soluzione ermeneutica (si veda in particolare Cass., sez. trib., n. 26642/2017 - sulla scorta anche dei precedenti di Cass. n. 22484/2017; Cass. n. 14734/2014; Cass. n. 14145/2009; Cass. n. 9770/2010- di poi confermata anche da Cass. n. 11460/2018 e Cass. n. 3422/2019) basata sull'assunto del carattere di “specialità” della disciplina dell'art. 58, comma 2 del d.lgs. n. 446/1997 (in precedenza trascritto), perché di natura agevolativa in campo ICI. Detto carattere di specialità impone, quanto al caso di specie e contrariamente alla tesi del ricorrente, di ritenere prevalente quest'ultima disposizione rispetto alla previsione generale di cui all'art. 2, comma 4 d.lgs. n. 99/2004, secondo cui: "alle società agricole di cui all'art. 1, comma 3, qualificate imprenditori agricoli professionali, sono riconosciute le agevolazioni tributarie in materia di imposizione indiretta e creditizie stabilite dalla normativa vigente a favore delle persone fisiche in possesso della qualifica di coltivatore diretto", e perciò a concludere che le agevolazioni richiamate dall'art. 9, comma 1 del d.lgs. n. 504/1992 siano applicabili unicamente agli imprenditori agricoli individuali e non anche, come nella specie, alle società che svolgano attività agricola, anche considerato che la limitazione agli imprenditori agricoli individuali è stata successivamente ribadita ed, anzi, ulteriormente ristretta dall'art. 58, comma 2, del d.lgs. n. 446/1997 mediante la previsione della necessaria iscrizione delle persone fisiche negli appositi elenchi comunali". Inoltre ed ad ulteriore conferma della correttezza dell'operato dell'ufficio, sussiste un'ulteriore ragione per considerare non estensibile l'agevolazione di cui all'art. 9 dianzi menzionato alla società agricola di persone, mera conduttrice del fondo, costituita dal fatto che i presupposti dell'agevolazione invocata non potrebbero che riguardarsi in capo al soggetto gravato dall'obbligo d'imposta; vale a dire, da chi risulti essere il proprietario dell'immobile, ovvero il titolare su di esso di un diritto reale di usufrutto, uso, abitazione, enfiteusi, superficie (art. 3 d.lgs. n. 504/1992) il quale ultimo soltanto deve rispondere al requisito della conduzione agricola diretta del fondo exartt. 2 lett. b) e 9, comma 1, d.lgs. n. 504/1992 e non potrebbe farlo per il tramite di una società di persone, sia pure da esso stesso integrata nella compagine societaria. Parimenti infondata è la censura di difetto di motivazione atteso che il relativo obbligo gravante sull'Amministrazione finanziaria locale si ritiene assolto, come nella specie, ove quest'ultima abbia reso compiutamente edotto il soggetto accertato delle ragioni in fatto e in diritto poste a fondamento della sua pretesa, dando conto dell'iter logico-giuridico seguito per giungere alle conclusioni esposte nell'atto. In termini generali giova ricordare che le norme in tema di agevolazioni ed esenzioni fiscali sono di stretta interpretazione e quindi non sono suscettibili di applicazione analogica La doglianza pertanto va respinta. CONCLUSIONI Voglia la Corte di giustiziaTributaria così provvedere: - in via preliminare, dichiarare la inammissibilità ed improcedibilità della domanda; - rigettare comunque nel merito la domanda perché infondata in fatto e in diritto; - con vittoria delle spese di giudizio (con distrazione al procuratore antistatario); Si chiede la trattazione in pubblica udienza (in tal caso l'atto va notificato alla controparte ai sensi dell'art. 33 del d.lgs. n. 546/1992). Si depositano i seguenti atti: ... Luogo e data ... Firma ... [1] 1. Al riguardo si segnala che l'art. 16 d.l. n. 119/2018, modificando il comma 3 dell'art. 16-bis d.lgs. n. 546/1992, ha disposto l'obbligo della costituzione in giudizio di I e II grado con modalità telematica relativamente ai ricorsi notificati a decorrere dal 1° luglio 2019 (con l'opportuno chiarimento dell'utilizzo in ogni grado di giudizio della modalità telematica indipendentemente dalla modalità prescelta dalla controparte nonché dall'avvenuto svolgimento del giudizio di primo grado con modalità analogiche), con la doppia precisazione per cui, da un lato, tale dovere non opera per coloro che optano di non avvalersi dell'assistenza tecnica nelle cause di valore inferiore ai tremila euro (salvo l'obbligo, ove si intendano avvalere della modalità telematica ai fini della costituzione in giudizio, di indicare un indirizzo di posta elettronica certificata); per altro verso, per i ricorsi già iscritti a ruolo, in casi eccezionali il Presidente di Corte di giustizia, o di Sezione, può autorizzare, con provvedimento motivato, il deposito con modalità diverse da quelle telematiche. CommentoIn tema di ICI, il regime agevolativo, previsto dall'art. 2, comma 5, del d.l. n. 16/1993, conv. in l. n. 75/1993, per gli immobili di proprietà privata riconosciuti di interesse storico o artistico, ai sensi dell'art. 3 della l. n. 1089/1939, si applica solo a far data dalla notifica del provvedimento impositivo del vincolo, che ha natura costitutiva e non meramente ricognitiva. (Cass. V, n. 6636/2019, che, in applicazione del principio, ha annullato la decisione impugnata che aveva riconosciuto al contribuente l'agevolazione per l'anno di imposta 2003 per un immobile dichiarato di interesse storico-culturale con provvedimento del 17 dicembre 2003, notificato allo stesso da parte della Soprintendenza il 5 febbraio 2004). In tema di ICI, l'agevolazione prevista dall'art. 2, comma 5, del d.l. n. 16/1993, conv., con modif., dalla l. n. 75/1993 , per gli immobili di interesse storico-artistico, perseguendo l'obiettivo di contemperare l'entità del tributo con le ingenti spese che i proprietari devono sostenere per garantirne la conservazione per fini di pubblica fruizione, è applicabile soltanto ai beni sottoposti al vincolo di cui all'art. 3 della l. n. 1989/1939 e non si estende anche a quelli vincolati ai sensi dell' art. 13, comma 3, della l. n. 171/1973 , avente la diversa funzione di individuare gli immobili oggetto di interventi di restauro e risanamento (Cass. V, 3266/2019). In tema di ICI, le agevolazioni di cui all'art. 9 del d.lgs. n. 504/1992, consistenti nel considerare agricolo anche il terreno posseduto da una società agricola di persone si applicano - a seguito della modifica dell' art. 12 della l. n. 153/1975 da parte dell' art. 10 del d.lgs. n. 228 del 2001 e della sua successiva abrogazione e sostituzione con l'art. 1 del d.lgs. n. 99/2004 - qualora detta società possa essere considerata imprenditore agricolo professionale ove lo statuto preveda quale oggetto sociale l'esercizio esclusivo delle attività agricole di cui all'art. 2135 c.c. ed almeno un socio sia in possesso della qualifica di imprenditore agricolo ovvero abbia conoscenze e competenze professionali, ai sensi dell' art. 5 del Regolamento (CE) n. 1257/1999 del Consiglio, e dedichi alle attività agricole di cui all'art. 2135 c.c. almeno il cinquanta per cento del proprio tempo di lavoro complessivo ricavando da dette attività almeno il cinquanta per cento del proprio reddito globale da lavoro (Cass. VI, n. 28062/2018). La motivazione dell'accertamento in tema di ICI deve consentire al contribuente di conoscere l'an e il quantum della pretesa tributaria. In tema di imposta comunale sugli immobili (ICI), l'obbligo motivazionale dell'accertamento deve ritenersi adempiuto tutte le volte in cui il contribuente sia stato posto in grado di conoscere la pretesa tributaria nei suoi elementi essenziali e, quindi, di contestare efficacemente l'“an” ed il “quantum” dell'imposta. In particolare, il requisito motivazionale esige, oltre alla puntualizzazione degli estremi soggettivi ed oggettivi della posizione creditoria dedotta, soltanto l'indicazione dei fatti astrattamente giustificativi di essa, che consentano di delimitare l'ambito delle ragioni adducibili dall'ente impositore nell'eventuale successiva fase contenziosa, restando, poi, affidate al giudizio di impugnazione dell'atto le questioni riguardanti l'effettivo verificarsi dei fatti stessi e la loro idoneità a dare sostegno alla pretesa impositiva (Cass. V, n. 26431/2017). Il riclassamento catastale non ha effetto retroattivo e non può determinare la decadenza dall’agevolazione prima casa. Infatti, gli atti modificativi delle rendite catastali per terreni e fabbricati, a decorrere dal 1° gennaio 2000, sono efficaci solo a decorrere dalla loro notificazione a cura dell’ufficio competente, come previsto dall’art. 74, comma 1, L. 342/2000. |