Ricorso volto a far valere l'esenzione dalla TARSU (o TIA o TARI)InquadramentoLa Tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani (Tarsu) era dovuta da chiunque occupasse o detenesse nel territorio comunale locali o ed aree scoperte a qualsiasi uso adibiti (art. 62 e 63, d.lgs. n. 507/1993). Dal 1° gennaio 2014 è in vigore il nuovo tributo comunale sui rifiuti (Tassa sui rifiuti o Tari, di cui all'art. 1, comma 641, l. n. 147/2013), che ricalca sotto molti aspetti la normativa Tarsu. L'art. 1, commi 641 e 649, della l. n. 147/2013 prevede specifici casi di esenzione con riferimento: I) alle aree scoperte pertinenziali o accessorie alle aree tassabili e aree comuni condominiali non detenute ed occupate in via esclusiva (comma 641); II) alle superfici ove si formano in via continuativa e prevalente rifiuti speciali al cui smaltimento sono tenuti a provvedere a proprie spese i relativi produttori, a condizione che ne dimostrino l'avvenuto trattamento in conformità alla normativa vigente (comma 649). FormulaALLA CoRTE DI GIUSTIZIA TRIBUTARIA DI PRIMO GRADO DI .... RICORSO EX ART. 18 DEL D.LGS. N. 546/1992 Il Sig./La Sig. .... nato a .... il .... C.F. .... residente in .... alla via .... n. ...., cap. .... (oppure: della società .... con sede in ...., via ...., P.I. o C.F. .... in persona del legale rappresentante pro tempore), rappresentat. .... e difes. ...., in virtù di procura a margine /in calce e su foglio separato al presente atto, dall'Avv./Dott.Comm./ ...., C.F. ...., con il quale elettivamente domicilia presso il suo studio in .... alla Via .... n. .... ai sensi degli artt. 170 e 176 c.p.c., si dichiara di voler ricevere comunicazioni e/o atti difensivi e/o provvedimenti relativi al presente procedimento al seguente indirizzo PEC: .... o n. FAX: .... PROPONE RICORSO 1 – contro ....; – avverso il seguente provvedimento prot. n. .... emesso il .... e notificato il .... PER I SEGUENTI MOTIVI Violazione e falsa applicazione dell'art. 62 del d.lgs. n. 507/1993: in tema di tassa sullo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, la norma epigrafata, al comma 3, esclude dalla determinazione della superficie tassabile le porzioni di aree dove, per specifiche caratteristiche strutturali e per destinazione, si formano, di regola, rifiuti speciali, tossici o nocivi, ivi compresi quelli derivanti da lavorazioni industriali: nel caso di specie ricorrono i relativi presupposti applicativi atteso che sussiste la duplice condizione perché operi l'esenzione e cioè che nelle aree indicate si formino rifiuti speciali e che allo smaltimento degli stessi provveda il produttore dei medesimi a proprie spese. La documentazione in atti, puntuale e non contestata ex art. 115 c.p.c. (cfr, da ultimo, Cass. V, n. 12287/2018 alla cui stregua il principio di non contestazione, di cui all'art. 115, comma 1, c.p.c., si applica anche nel processo tributario, ma, attesa l'indisponibilità dei diritti controversi, riguarda esclusivamente i profili probatori del fatto non contestato, e sempreché il giudice, in base alle risultanze ritualmente assunte nel processo, non ritenga di escluderne l'esistenza), comprova l'inequivoca esistenza del diritto all'esenzione, con conseguente ulteriore vizio dell'atto impugnato che, in assenza di puntuale e specifica motivazione, ha negato il riconoscimento dello stesso. Alla luce delle svolte considerazioni si rendono le seguenti CONCLUSIONI Voglia la Corte Tributaria così provvedere: – in via principale, annullare l'atto impugnato (previa sospensione cautelare ex art. 47 del d.lgs. n. 546/1992); – con vittoria delle spese di giudizio (con distrazione delle spese processuali al procuratore costituito). Si chiede la trattazione in pubblica udienza. Si depositano i seguenti atti: .... Ai sensi dell'art. 22, comma 3, del d.lgs. n. 546/1992, si attesta la conformità del presente atto all'originale consegnato (o spedito) all'ente convenuto. Luogo e data .... Firma .... PROCURA 2 (generalità del ricorrente) .... nomina proprio procuratore alle liti (titolo) .... e, per l'effetto, lo autorizza a rappresentarlo e difenderlo nel giudizio, conferendo allo stesso ogni più ampia facoltà di legge, ed eleggendo domicilio presso lo studio del predetto legale in ...., via .... Luogo e data .... Firma .... Autentica della Firma .... [1] [1]Il ricorso deve altresì indicare il valore della lite e contenere la procura a un difensore o a un soggetto abilitato all'assistenza tecnica (obbligatoria quando il valore della controversia supera 3.000,00 € a partire dal 1° gennaio 2016, con l'obbligo anche di indicare la categoria di appartenenza del difensore ai sensi dell'art. 12 d.lgs. n. 546/1992, che consenta al giudice la liquidazione delle spese di lite secondo la tariffa professionale). Il difensore, o il ricorrente in caso di valore della controversia inferiore a 3.000,00 €, deve sottoscrivere sia l'originale sia le copie destinate alle controparti. L'art. 47 d.lgs. n. 546/1992 riconosce, inoltre, al ricorrente la possibilità di chiedere alla Corte di giustiziaTributaria di Primo Grado competente la sospensione dell'esecuzione dell'atto impugnato, con istanza inserita nel ricorso o formulata con atto separato, debitamente notificato alle altre parti e depositato in segreteria. La sospensione può essere anche parziale e subordinata alla prestazione della garanzia di cui all'art. 69, comma 2 d.lgs. n. 546/1992. [2] [2]L'incarico deve essere conferito: con atto pubblico o scrittura privata autenticata; in calce o a margine di un atto nel processo, con certificazione dello stesso incaricato dell'autografia della sottoscrizione; oralmente in udienza pubblica, dandone atto nel verbale. CommentoIn tema di tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, per effetto dell'art. 17, comma 3, della l. n. 128/1998, abrogativo dell'art. 39 della l. n. 146/1994, venendo meno l'assimilazione “ope legis” ai rifiuti urbani di quelli provenienti dalle attività artigianali, commerciali e di servizi, purché aventi una composizione merceologica analoga a quella urbana, secondo i dettagli tecnici contenuti nella deliberazione CIPE del 27 luglio 1984, risulta pienamente operativo l'art. 21, comma 2, lett. g), del d.lgs. n. 22/1997, attributivo ai Comuni della facoltà di assimilare o meno ai rifiuti urbani quelli derivanti dalle attività economiche, sicché, a partire dall'annualità d'imposta 1997, assumono decisivo rilievo le indicazioni proprie dei regolamenti comunali circa l'assimilazione dei rifiuti provenienti dalle attività economiche ai rifiuti urbani ordinari. (Cass. V, n. 18988/2019, che, in applicazione di tale principio di diritto, ha ritenuto che la avvenuta assimilazione, ad opera del regolamento comunale, dei prodotti sfarinati ai rifiuti urbani, abbia privato di rilevanza la causa di esenzione di cui all'art. 62, comma 3, d.lgs. n. 507/1993, trattandosi, appunto, non di rifiuti speciali ma di rifiuti speciali assimilati). Presupposto della TARSU, ai sensi dell' art. 62 del d.lgs. n. 507/1993, è l'occupazione o la detenzione di locali ed aree scoperte a qualsiasi uso adibiti, a fronte della quale rientra nell'onere del contribuente la dimostrazione di eventuali condizioni di esclusione o di esenzione dalla tassazione: ne deriva che, salvo il ricorrere delle stesse, il tributo trova applicazione per i garage siti all'interno di locali, siano essi autonomamente accatastati come unità immobiliari o posti auto assegnati in via esclusiva ad un occupante dell'immobile, in quanto producono rifiuti apprezzabili, e non costituiscono, a differenza delle autorimesse scoperte esterne, pertinenze dell'abitazione, automaticamente escluse dalla tassa (Cass. V, n. 4961/2018). In tema di TARSU, ai fini dell’applicazione delle deroghe di cui al comma 2 dell’art. 62 del d. lgs. 15 novembre 1993, n. 507, è il contribuente a dover dedurre e provare i relativi presupposti (Cass. n. 18054/2016). |