Memoria di costituzione nel giudizio di impugnazione dell'atto di accertamento in tema di imposta comunale sulla pubblicità (generico)InquadramentoI presupposti dell'imposta comunale sulla pubblicità sono dettati dall'art. 5 e seguenti del d.lgs. n. 507/1993 che assoggettano ad imposizione il messaggio pubblicitario attuato attraverso forme di comunicazione visive o acustiche. Il medesimo d.lgs. n. 507/1993, art. 17, stabilisce i casi di esenzione dall'imposta, prevedendo al comma 1-bis, per quanto qui rileva, che “l'imposta non è dovuta per le insegne di esercizio di attività commerciali e di produzione di beni o servizi che contraddistinguono la sede ove si svolge l'attività cui si riferiscono, di superficie complessiva fino a cinque metri quadrati”. FormulaCORTE DI GIUSTIZIA TRIBUTARIA DI PRIMO GRADO DI .... SEZIONE N. .... R.G.R. n. .... MEMORIA DI COSTITUZIONE 1 L'Ente resistente .... (Agenzia Entrate, Agenzia Entrate Riscossione, Regione/Provincia/Comune, Concessionario) in persona di .... nato a .... il .... C.F. .... nella sua qualità di rappresentante legale dell'Ente rappresentato per delega in calce di questo ricorso dall'Avv .... nato a .... il .... con studio in .... alla via .... n. ...., cap. .... ed ivi elettivamente domiciliato, (oppure nel caso in cui la difesa è attribuita al funzionario: rappresentato per delega in calce a questo ricorso dal Dott. .... nato a .... il .... – in qualità di ....) PREMESSO – che in data .... all'Ente è stato notificato da .... il ricorso avverso l'atto ...., avente ad oggetto: .... SI COSTITUISCE IN GIUDIZIO contro .... elettivamente domiciliato presso lo studio di .... che lo rappresenta e difende PREMESSO CHE – a sostegno del gravame parte ricorrente articola i seguenti profili di illegittimità: .... – che con la presente memoria si contesta quanto dedotto dalla parte ricorrente deducendone l'inammissibilità ed improcedibilità e, in ogni caso, l'infondatezza nel merito per i motivi di seguito riportati ESPONE Si controverte della legittimità dell'atto emesso nei confronti della parte ricorrente con cui è stato ravvisato il presupposto impositivo in relazione alla pubblicizzazione attuata mediante segni distintivi apposti su distributori automatici posti al di fuori della sede sociale della istante. Parte ricorrente invoca l'esenzione di cui all'art. 17, comma 1-bis, del d.lgs. n. 507/1993. La tesi attorea non ha pregio. Giova ricordare che, in linea generale, i presupposti applicativi dell'imposta di cui si discorre sono disciplinati dal d.lgs. n. 507/1993, art. 5, a mente del quale la diffusione di messaggi pubblicitari effettuata attraverso forme di comunicazione visive o acustiche, diverse da quelle assoggettate al diritto sulle pubbliche affissioni, in luoghi pubblici o aperti al pubblico o che sia da tali luoghi percepibile è soggetta all'imposta sulla pubblicità prevista nel presente decreto. Ai fini dell'imposizione si considerano rilevanti i messaggi diffusi nell'esercizio di una attività economica allo scopo di promuovere la domanda di beni o servizi, ovvero finalizzati a migliorare l'immagine del soggetto pubblicizzato. A sua volta, il medesimo d.lgs. n. 507/1993, art. 17, stabilisce i casi di esenzione dall'imposta, prevedendo al comma 1-bis, per quanto qui rileva, che “l'imposta non è dovuta per le insegne di esercizio di attività commerciali e di produzione di beni o servizi che contraddistinguono la sede ove si svolge l'attività cui si riferiscono, di superficie complessiva fino a cinque metri quadrati”. Il d.l. n. 13/2002, art. 2-bis, comma 6, convertito in l. n. 75/2002, ha poi chiarito che “si definisce insegna di esercizio la scritta di cui al regolamento di cui al d.P.R. n. 495/1992, art. 47, comma 1, che abbia la funzione di indicare al pubblico il luogo di svolgimento dell'attività economica. In caso di pluralità di insegne l'esenzione è riconosciuta nei limiti di superficie di cui al comma 1”. Di analogo tenore è il richiamato il d.P.R. n. 495/1992, art. 47, comma 1, che definisce “insegna” “la scritta in caratteri alfanumerici, completata eventualmente da un simbolo o da un marchio realizzata e supportata con materiali di qualsiasi natura, installata nella sede dell'attività a cui si riferisce o nelle pertinenze accessorie alla stessa. Può essere luminosa sia per luce propria che per luce indiretta”. Ne deriva che le insegne ubicate in luoghi diversi dalla sede sono soggetti all'imposta, come nel caso in esame in cui si controverte di pannelli apposti su distributori automatici (cabine per foto tessera, stampa digitale, ecc. ovvero distributori di generi di ristoro). CONCLUSIONI Voglia la Corte di giustizia tributaria di primo grado così provvedere: – in via preliminare, dichiarare la inammissibilità ed improcedibilità della domanda; – rigettare comunque nel merito la domanda perché infondata in fatto e in diritto; – con vittoria delle spese di giudizio (con distrazione al procuratore antistatario); Si chiede la trattazione in pubblica udienza 2 . Si depositano i seguenti atti: .... Luogo e data .... Difensore .... [1] [1]Al riguardo si segnala che l'art. 16 d.l. n. 119/2018, modificando il comma 3 dell'art. 16-bis d.lgs. n. 546/1992, ha disposto l'obbligo della costituzione in giudizio di I e II grado con modalità telematica relativamente ai ricorsi notificati a decorrere dal 1° luglio 2019 (con l'opportuno chiarimento dell'utilizzo in ogni grado di giudizio della modalità telematica indipendentemente dalla modalità prescelta dalla controparte nonché dall'avvenuto svolgimento del giudizio di primo grado con modalità analogiche), con la doppia precisazione per cui, da un lato, tale dovere non opera per coloro che optano di non avvalersi dell'assistenza tecnica nelle cause di valore inferiore ai tremila euro (salvo l'obbligo, ove si intendano avvalere della modalità telematica ai fini della costituzione in giudizio, di indicare un indirizzo di posta elettronica certificata); per altro verso, per i ricorsi già iscritti a ruolo, in casi eccezionali il Presidente della Corte di giustizia tributaria, o di Sezione, può autorizzare, con provvedimento motivato, il deposito con modalità diverse da quelle telematiche. [2] [2]In tal caso l'atto va notificato alla controparte ai sensi dell'art. 33 del d.lgs. n. 546/1992. CommentoL'art. 17 d.lgs. n. 507/1993, disciplina i casi di esenzione, tra cui rilevano le insegne di esercizio di attività commerciali e di produzione di beni o servizi che contraddistinguono la sede ove si svolge l'attività cui si riferiscono, di superficie complessiva fino a cinque metri quadrati. A tali insegne non vanno equiparati i segni distintivi dell'impresa impressi su distributori automatici di cibi e bevande che non possono essere ricondotti al concetto di sede legale o a quello di sede effettiva di esercizio dell'attività sociale, tenuto anche conto della carenza di un rapporto pertinenziale con la sede della società, in ragione dell'ampia diffusione territoriale che impedisce a monte la stessa configurazione di un rapporto durevole di servizio del singolo distributore alla sede sociale. |