Ricorso contro l'avviso di liquidazione dell'imposta di registro per decadenza dall'azione accertatrice

Carlo Buonauro

Inquadramento

In tema di imposta di registro, occorre distinguere le ipotesi di decadenza previste dall'art. 76 dalla prescrizione disciplinata dall'art. 78 del d.P.R. n. 131/1986. In base a tale ultima disposizione, «Il credito dell'amministrazione finanziaria per l'imposta definitivamente accertata si prescrive in dieci anni». È a tale ultimo termine che occorre avere riguardo in caso di notifica di un avviso di liquidazione che non venga impugnato nei termini di legge.

Formula

ALLA CORTE DI GIUSTIZIA TRIBUTARIA DI PRIMO GRADO DI ....

RICORSO

EX ART. 18 DEL D.LGS. N. 546/1992

Il Sig./La Sig. .... nato a .... il .... C.F. .... residente in .... alla via .... n. ...., cap. .... (oppure: società .... con sede in ...., via ...., P.I. o C.F. .... in persona del legale rappresentante pro tempore), rappresentat. .... e difes. ...., in virtù di procura a margine /in calce e su foglio separato al presente atto, dall'Avv./Dott.Comm./ ...., C.F. ...., con il quale elettivamente domicilia presso il suo studio in .... alla Via .... n. .... ai sensi degli artt. 170 e 176 c.p.c., si dichiara di voler ricevere comunicazioni e/o atti difensivi e/o provvedimenti relativi al presente procedimento al seguente indirizzo PEC: .... o n. FAX: ....

PROPONE RICORSO 1

– contro ....;

– avverso il seguente provvedimento prot. n. .... emesso il .... e notificato il ....

PER I SEGUENTI MOTIVI

1) L'atto impugnato è illegittimo per violazione degli artt. 76 e 78 del d.P.R. n. 131/1986. L'amministrazione finanziaria ha contestato al contribuente un valore venale del bene superiore rispetto a quanto dichiarato e, tuttavia, l'avviso di liquidazione risulta notificato al contribuente oltre il termine di decadenza di 2 anni dal pagamento dell'imposta proporzionale di cui all'art. 76, comma 1-bis, del d.P.R. n. 131/1986;

2) Sussiste violazione dell'art. 78 del d.P.R. n. 131/1986 in quanto è decorso il termine ordinario decennale per la riscossione dell'imposta definitivamente accertata.

CONCLUSIONI

Voglia la Corte di giustizia tributaria così provvedere:

– in via principale, annullare l'atto impugnato (previa sospensione cautelare ex art. 47 del d.lgs. n. 546/1992);

– con vittoria delle spese di giudizio (con distrazione delle spese processuali al procuratore costituito).

Si chiede la trattazione in pubblica udienza.

Si depositano i seguenti atti: ....

Ai sensi dell'art. 22, comma 3, del d.lgs. n. 546/1992, si attesta la conformità del presente atto all'originale consegnato (o spedito) all'ente convenuto.

Luogo e data ....

Difensore ....

PROCURA 2

(generalità del ricorrente) .... nomina proprio procuratore alle liti (titolo) .... e, per l'effetto, lo autorizza a rappresentarlo e difenderlo nel giudizio, conferendo allo stesso ogni più ampia facoltà di legge, ed eleggendo domicilio presso lo studio del predetto legale in ...., via ....

Luogo e data ....

Firma ....

Autentica della Firma ....

[1] [1]Il ricorso deve altresì indicare il valore della lite e contenere la procura a un difensore o a un soggetto abilitato all'assistenza tecnica (obbligatoria quando il valore della controversia supera 3.000,00 € a partire dal 1° gennaio 2016, con l'obbligo anche di indicare la categoria di appartenenza del difensore ai sensi dell'art. 12 d.lgs. n. 546/1992, che consenta al giudice la liquidazione delle spese di lite secondo la tariffa professionale). Il difensore, o il ricorrente in caso di valore della controversia inferiore a 3.000,00 €, deve sottoscrivere sia l'originale sia le copie destinate alle controparti. L'art. 47 d.lgs. n. 546/1992 riconosce, inoltre, al ricorrente la possibilità di chiedere alla Corte di giustizia tributaria di primo grado competente la sospensione dell'esecuzione dell'atto impugnato, con istanza inserita nel ricorso o formulata con atto separato, debitamente notificato alle altre parti e depositato in segreteria. La sospensione può essere anche parziale e subordinata alla prestazione della garanzia di cui all'art. 69, comma 2 d.lgs. n. 546/1992.

[2] [2]L'incarico deve essere conferito: con atto pubblico o scrittura privata autenticata; in calce o a margine di un atto nel processo, con certificazione dello stesso incaricato dell'autografia della sottoscrizione; oralmente in udienza pubblica, dandone atto nel verbale.

Commento

In tema di imposta di registro, qualora tra la registrazione dell'atto e l'invio dell'avviso di rettifica sono intervenuti avvisi di liquidazione – definiti dal contribuente – con i quali vengono recuperate le imposte catastali e ipotecarie in misura proporzionale, per il termine di decadenza deve comunque farsi riferimento all' art.76, comma 2 del d.P.R. n. 131/1986, in quanto il pagamento in misura proporzionale delle citate rettifiche catastali e ipotecarie non sono idonee a far ripartir il periodo utile per una “nuova” rettifica dell'imposta di registro.

In tema di imposta di registro, una volta divenuto definitivo l'avviso di liquidazione per mancata impugnazione, ai fini della riscossione del credito opera unicamente il termine decennale di prescrizione di cui all' art. 78 del d.P.R. n. 131/1986, non trovando applicazione né il termine triennale di decadenza previsto dall'art. 76 del detto decreto, concernente l'esercizio del potere impositivo, né il termine di decadenza contemplato dall' art. 17, comma 3, del d.P.R. n. 602/1973, in quanto l'imposta di registro non è ricompresa tra i tributi ai quali fa riferimento il d.lgs. n. 46/1999 (Cass. VI, n. 11555/2018).

In tema di imposta di registro, decorso il termine di tre anni dalla data della registrazione dell'atto, ai sensi dell'art. 75 del d.P.R. n. 131/1986 (ora 77 del t.u. approvato con d.P.R. n. 131/1986), si prescrive la possibilità di ottenere una revisione del titolo di tassazione, rimanendo preclusa per l'amministrazione, come per il contribuente, l'invocabilità di diritti che presuppongono la modificazione del predetto titolo, mettendo in discussione il criterio di tassazione adottato in relazione alla natura dell'atto (Cass. V, n. 21811/2017).

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