Memoria illustrativa del ricorrente a fronte della produzione della copia delle notifiche delle cartelle presupposte

Rosaria Giordano

Inquadramento

Nel processo tributario possono essere depositate memorie illustrative fino a dieci giorni “liberi” prima dell'udienza, per meglio formulare i motivi già dedotti nel ricorso introduttivo, senza che ciò finisca con il tradursi, tuttavia, nella proposizione di domande nuove, in ragione della natura impugnatoria del giudizio.

Formula

CORTE DI GIUSTIZIA TRIBUTARIA DI PRIMO GRADO  DI ....

MEMORIA ILLUSTRATIVA

Ricorso iscritto al n. .... del Registro Generale Ricorsi, pendente presso la sezione n. ....

Il Sig. ...., rappresentato e difeso come in atti

- ricorrente -

PREMESSO CHE

che, in data .... l'Agenzia delle Entrate Riscossione ha depositato presso la segreteria di Codesta Corte controdeduzioni al ricorso, con n. .... del Registro Generale Ricorsi (RGR), assegnato alla sezione n. ...., contro l'avviso di intimazione impugnato propone, al fine di confutare quanto evidenziato in tale atto, le seguenti

MEMORIE

La documentazione posta a sostegno dell'Agenzia per sostenere l'avvenuta notifica della cartella presupposta è assolutamente inidonea 1 .

In primo luogo si disconosce specificamente ex art. 2719 c.c. la conformità all'originale della copia prodotta della cartella asseritamente notificata 2 .

Inoltre, la notifica sarebbe comunque avvenuta direttamente mediante raccomandata con avviso di ricevimento inviata dal concessionario, secondo una modalità che deve ritenersi illegittima 3 .

PER I SUESPOSTI MOTIVI

INSISTE

affinché Codesta Corte accolga il ricorso proposto.

Con ossequio.

Luogo e data ....

Firma ....

[1] [1]Qualora la parte destinataria di una cartella di pagamento contesti esclusivamente di averne ricevuto la notificazione e l'agente per la riscossione dia prova della regolare esecuzione della stessa, resta preclusa la deduzione di vizi concernenti la cartella non tempestivamente opposti né sussiste un onere, in capo all'agente, di produrre in giudizio la copia integrale della cartella stessa (Cass., sez. trib, n. 21533/2017).

[2] [2]Il disconoscimento della conformità di una copia fotografica o fotostatica all'originale di una scrittura, ai sensi dell'art. 2719 c.c., non ha gli stessi effetti del disconoscimento della scrittura privata previsto dall'art. 215, comma 1, n. 2 c.p.c., giacché mentre quest'ultimo, in mancanza di richiesta di verificazione, preclude l'utilizzabilità della scrittura, la contestazione di cui all'art. 2719 c.c. non impedisce al giudice di accertare la conformità all'originale anche mediante altri mezzi di prova, comprese le presunzioni, con la conseguenza che l'avvenuta produzione in giudizio della copia fotostatica di un documento, se impegna la parte contro la quale il documento è prodotto a prendere posizione sulla conformità della copia all'originale, non vincola il giudice, potendo egli apprezzare l'efficacia rappresentativa della copia suddetta.

[3] [3]Invero, nel giudizio tributario di primo grado il ricorrente può allegare, nella memoria ex art. 32, comma 2, d.lgs. n. 546/1992, la questione relativa ai vizi della notifica dell'atto impositivo, sebbene non dedotta nell'atto introduttivo, ove la stessa costituisca una replica ad un'eccezione di inammissibilità del ricorso per tardività, in quanto tale allegazione non determina un'alterazione dell'originaria causa petendi, risolvendosi nell'illustrazione di un'argomentazione a sostegno della sussistenza di uno dei requisiti di ammissibilità del ricorso (Cass. n. 24305/2018). Peraltro v., in termini diversi, Cass. n. 8470/2018, per la quale in tema di iscrizione ipotecaria, qualora la parte ne deduca, con il ricorso introduttivo, l'invalidità a causa dell'omessa notifica delle cartelle di pagamento presupposte, e solo con memoria ex art. 32, comma 2 d.lgs. n. 546/1992, lamenti la nullità del procedimento notificatorio, a seguito della produzione da parte dell'agente della riscossione della relativa documentazione, non si determina una modifica della domanda iniziale o un ampliamento del thema decidendum, poiché la successiva deduzione integra una controeccezione in senso lato, rilevabile anche d'ufficio dal giudice.

Commento

Nel corso del giudizio, il contribuente può presentare documenti fino a venti giorni “liberi” prima dell'udienza (termine perentorio) e memorie illustrative fino a dieci giorni “liberi” prima (termine perentorio), per meglio spiegare e sviluppare i motivi già dedotti nel ricorso introduttivo, ma senza la possibilità di inserire motivazioni “nuove”. In caso di trattazione in camera di consiglio sono ammesse repliche scritte fino a cinque giorni “liberi” prima.

Costituisce infatti jus receptum il principio secondo il quale nel processo tributario, mediante le memorie illustrative di cui all'art. 32 d.lgs. n. 546 del 1992 non possono essere proposte domande nuove, ma solo specificate quelle già contenute nel ricorso introduttivo, in ragione della natura impugnatoria del giudizio (Cass. n. 1161/2019).

Tale divieto d'integrazione (v., tra le molte, Cass., sez. trib., n. 22662/2014; Cass., sez. trib., n. 8340/2012) ha un limite nella possibilità di presentare motivi aggiunti ex art. 24 del decreto, nel caso di deposito di documenti (anteriormente non conosciuti, né conoscibili con la normale diligenza) ad opera delle altre parti o per ordine della Corte di giustizia tributaria. L'integrazione va proposta mediante notifica di un apposito atto, recante – per quanto possibile – lo stesso contenuto del ricorso, entro il termine perentorio di sessanta giorni dalla notizia del deposito dei nuovi documenti.

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