Ricorso contro l'estratto di ruoloInquadramentoNel sistema della riscossione coattiva a mezzo ruolo, disciplinato dal d.P.R. n. 602/1973, l'agente della riscossione fonda il proprio diritto di procedere all'esecuzione dei crediti su un titolo esecutivo peculiare, individuato dall'art. 49, comma 1, dello stesso decreto, nel ruolo, che costituisce un elenco dei debitori predisposto dall'ente creditore e trasmesso all'agente della riscossione, avente natura amministrativa, munito di idoneità esecutiva senza necessità, a tal fine, di alcuna ulteriore comunicazione o notificazione al debitore. Le Sezioni Unite, risolvendo una problematica ampiamente dibattuta in precedenza, hanno sancito il principio per il quale l'impugnabilità della cartella di pagamento della quale, a causa dell'invalidità della relativa notifica, il contribuente sia venuto a conoscenza solo attraverso un estratto di ruolo rilasciato su sua richiesta dal concessionario della riscossione, senza che a ciò osti l'ultima parte del comma 3 dell'art. 19 d.lgs. n. 546/1992, in quanto una lettura costituzionalmente orientata impone di ritenere che l'impugnabilità dell'atto precedente non notificato unitamente all'atto successivo notificato – impugnabilità prevista da tale norma – non costituisca l'unica possibilità di far valere l'invalidità della notifica di un atto del quale il contribuente sia comunque venuto legittimamente a conoscenza e quindi non escluda la possibilità di far valere l'invalidità stessa anche prima, atteso che l'esercizio del diritto alla tutela giurisdizionale non può essere compresso, ritardato, reso più difficile o gravoso, ove non ricorra la stringente necessità di garantire diritti o interessi di pari rilievo, rispetto ai quali si ponga un concreto problema di reciproca limitazione. L'inidoneità dell'estratto di ruolo a contenere qualsivoglia (autonoma e/o nuova) pretesa impositiva, diretta o indiretta (essendo peraltro l'esattore carente del relativo potere) comporta indiscutibilmente la non impugnabilità dello stesso “in quanto tale”, innanzitutto per la assoluta mancanza di interesse (ex art. 100 c.p.c.) del debitore a richiedere ed ottenere il suo annullamento giurisdizionale, non avendo infatti alcun senso l'eliminazione dal mondo giuridico del solo documento, senza incidere su quanto in esso rappresentato. Questa opinione è stata recepita nell'art. 12, rubricato “formazione e contenuto dei ruoli”, del d.P.R. n. 602/1973, integrato con l'inserimento del comma 4-bis, in sede di conversione del d.l. 21 ottobre 2021, n. 146, conv. con modificazioni dalla l. 17 dicembre 2021, n. 215 (pubblicato sulla G.U. del 20 dicembre 2021), il quale all'art. 3-bis, rubricato “Non impugnabilità dell'estratto di ruolo e limiti all'impugnabilità del ruolo”, ha previsto che “1. All'articolo 12 del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 602, dopo il comma 4 è aggiunto il seguente: “4-bis. L'estratto di ruolo non è impugnabile….”. Il comma 4-bis aggiunto all'art. 12 d.P.R. n. 602/1973 in sede di conversione del d.l. 21 ottobre 2021, n. 146, ha però limitato l'impugnazione diretta del ruolo e della cartella di pagamento che si assumono invalidamente notificate “nei soli casi in cui il debitore che agisce in giudizio dimostri che dall'iscrizione a ruolo possa derivargli un pregiudizio per la partecipazione a una procedura di appalto, per effetto di quanto previsto nell'articolo 80, comma 4, del codice dei contratti pubblici, di cui al decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50, oppure per la riscossione di somme allo stesso dovute dai soggetti pubblici di cui all'articolo 1, comma 1, lettera a), del regolamento di cui al decreto del Ministro dell'economia e delle finanze 18 gennaio 2008, n. 40, per effetto delle verifiche di cui all'articolo 48-bis del presente decreto o infine per la perdita di un beneficio nei rapporti con una pubblica amministrazione”. Al fine di dimostrare l'interesse ad agire, il contribuente deve allegare allegare e provare che ove non potesse impugnare il ruolo: a) sarebbe compromessa la sua partecipazione ad una procedura di appalto o concessione pubblica, perché l'iscrizione a ruolo ha ad oggetto “gravi violazioni”, costituite dall' “omesso pagamento di imposte e tasse superiore all'importo di cui all'articolo 48-bis, commi 1 e 2-bis d.P.R. n. 602/1973” (in pratica € 5.000,00 e il diverso importo indicato nel decreto MEF di cui al comma 2-bis), nonché da “gravi violazioni in materia contributiva e previdenziale …. ostative al rilascio del documento unico di regolarita' contributiva (DURC), di cui al decreto del Ministero del lavoro e delle politiche sociali 30 gennaio 2015, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 125 del 1° giugno 2015, ovvero delle certificazioni rilasciate dagli enti previdenziali di riferimento non aderenti al sistema dello sportello unico previdenziale” (art. 80, comma 4, cod. contratti pubblici); b) sarebbe pregiudicata la riscossione di crediti da egli vantati nei confronti delle amministrazioni pubbliche di cui all'art. 1, comma 2, d.lgs. n. 165/2001 o delle società a totale partecipazione pubblica, risultando iscritte a ruolo cartelle non pagate pari all'importo di cui ai commi 1 e 2-bis art. 48 48-bis d.P.R. 602/1973; c) sarebbe messa in pericolo la percezione di un beneficio nei rapporti con la pubblica amministrazione. FormulaCORTE DI GIUSTIZIA TRIBUTARIA DI PRIMO GRADO DI .... 1 RICORSO AVVERSO ESTRATTO DI RUOLO Il Sig. ...., nato a ...., il ...., e residente in ...., C.F. ...., elettivamente domiciliato in ...., via ...., presso lo Studio dell'Avv. ...., il quale lo rappresenta e difende giusta procura in calce al presente atto - ricorrente - Agenzia delle Entrate Riscossione - resistente - PREMESSO CHE – in data ...., lo scrivente ha appreso, a seguito della esclusione dalla partecipazione ad una procedura di appalto con la pubblica amministrazione,richiedendo all'Agenzia delle Entrate Riscossione un estratto su propri eventuali carichi a ruolo che risultano iscritte a proprio carico le seguenti cartelle di pagamento: .... .... 2 . RILEVATO La giurisdizione appartiene al giudice tributario essendo contestata (nel senso della nullità o inesistenza) la notifica della cartella di pagamento e degli atti prodromici; RICORRE Contro il ruolo in quanto non ha mai ricevuto la notifica delle cartelle ivi indicate né altri atti presupposti, condizione che consente di ritenere sussistente il proprio interesse ad agire ex art. 100 c.p.c. Considerato che, peraltro, le stesse si riferiscono a tributi locali dall'annualità .... a quella ...., ne deriva la prescrizione della pretesa impositiva, in mancanza di tale notifica. PER QUESTI MOTIVI Il sottoscritto, come rappresentato, domiciliato e difeso, CHIEDE all'Ill.ma Corte di Giustizia Tributaria di Primo Grado adita di accogliere il ricorso proposto ed accertare la prescrizione della pretesa impositiva di cui al ruolo oggetto di impugnazione, ordinandone lo sgravio. Ai sensi dell'art. 10, comma 6 del d.P.R. n. 115/2002 si dichiara che il valore della presente causa è stabilito in € .... e che dunque viene versato un contributo unificato di importo pari ad € .... 3 . Con vittoria di spese. ISTANZA DI DISCUSSIONE IN PUBBLICA UDIENZA Si chiede, altresì, ai sensi e per gli effetti dell'art. 33, comma 1 d.lgs. n. 546/1992, che il ricorso venga discusso in pubblica udienza 4 . Si fa riserva di produzione di memorie, in ragione delle difese della parte resistente, e si allega la seguente documentazione: 1. Estratto di ruolo; 2. ....; 3. ..... Luogo e data .... Firma Difensore .... PROCURA Il Sig. ...., nomina proprio procuratore alle liti l'Avv. ...., e per l'effetto, lo autorizza a rappresentarlo e difenderlo nel giudizio, conferendo allo stesso ogni più ampia facoltà di legge, ed eleggendo domicilio presso lo studio del predetto legale in ...., via ..... Luogo e data .... Firma Mandante .... Autentica della Firma .... [1] [1]La competenza per territorio delle Corte di Giustizia Tributaria di Primo Grado e di Secondo Grado deve essere determinata avendo riguardo al disposto dell'art. 4 d.lgs. n. 546/1992, come modificato dell'art. 9, comma 1, lett. b) d.lgs. n. 156/2015. Più in particolare, la competenza per territorio deve essere individuata secondo i seguenti criteri: a) per le controversie proposte nei confronti degli enti impositori, degli agenti della riscossione e dei soggetti iscritti all'albo di cui all'art. 53 d.lgs. n. 446/1997, sono competenti le Commissioni Tributarie nella cui circoscrizione i primi hanno la sede; b) per le controversie proposte nei confronti di articolazioni dell'Agenzia delle Entrate, con competenza su tutto o parte del territorio nazionale, sono competenti le Commissioni tributarie nella cui circoscrizione hanno sede, non le articolazione medesime, ma l'ufficio al quale spettano le attribuzioni sul rapporto controverso. [2] [2]Elencare con indicazione del numero, dell'anno e dei tributi di riferimento. [3] [3]Per la determinazione del contributo unificato tributario si deve prendere in considerazione la somma del tributo portato dall'atto impugnato, al netto delle eventuali sanzioni e/o interessi. Nel caso di atto relativo alle sole sanzioni pecuniarie, il contributo unificato andrà calcolato sulla base del valore delle stesse. [4] [4]In mancanza di tale istanza, il ricorso viene trattato in camera di consiglio. CommentoNel sistema della riscossione coattiva a mezzo ruolo, disciplinato dal d.P.R. n. 602/1973, l'agente della riscossione fonda il proprio diritto di procedere all'esecuzione dei crediti su di un titolo esecutivo peculiare, individuato dall'art. 49, comma 1, dello stesso decreto nel ruolo, che costituisce un elenco dei debitori predisposto dall'ente creditore e trasmesso all'agente della riscossione, avente natura amministrativa, munito ab origine e per espressa volontà di legge, di idoneità esecutiva senza necessità, a tal fine, di alcuna ulteriore comunicazione o notificazione al debitore. Questo caratteristico titolo esecutivo viene riprodotto nel cd. estratto di ruolo, un documento che, secondo quanto prescritto dall'art. 25 d.P.R. n. 602/1973, riporta i dati relativi al soggetto contribuente, alla natura ed entità delle pretese iscritte a ruolo, nonché la descrizione, il codice e l'anno di riferimento del tributo, l'anno di iscrizione a ruolo, la data di esecutività del ruolo, l'ente creditore: esso, corredato della dichiarazione di conformità all'originale resa dall'agente della riscossione, integra idonea prova del credito, ai sensi dell'art. 2718 c.c., anche in ordine all'accertamento della giurisdizione del giudice adito. Nella giurisprudenza della Corte di legittimità si era formato un contrasto tra alcune pronunce secondo le quali il ruolo non era autonomamente impugnabile in quanto atto “interno”, che può essere impugnato solo unitamente all'atto impositivo nel quale viene trasfuso ed a mezzo del quale viene notificato, ed altre decisioni che avevano invece affermato l'autonoma impugnabilità del ruolo. Sulla problematica sono intervenute le Sezioni Unite della Corte di cassazione (Cass. S.U., n. 19704/2015) sancendo, in una prospettiva di effettività del diritto di difesa del contribuente, l'impugnabilità della cartella di pagamento della quale, a causa dell'invalidità della relativa notifica, il contribuente sia venuto a conoscenza solo attraverso un estratto di ruolo rilasciato su sua richiesta dal concessionario della riscossione, senza che a ciò osti l'ultima parte del comma 3 dell'art. 19 d.lgs. n. 546/1992, in quanto una lettura costituzionalmente orientata impone di ritenere che l'impugnabilità dell'atto precedente non notificato unitamente all'atto successivo notificato – impugnabilità prevista da tale norma – non costituisca l'unica possibilità di far valere l'invalidità della notifica di un atto del quale il contribuente sia comunque venuto legittimamente a conoscenza e quindi non escluda la possibilità di far valere l'invalidità stessa anche prima, atteso che l'esercizio del diritto alla tutela giurisdizionale non può essere compresso, ritardato, reso più difficile o gravoso, ove non ricorra la stringente necessità di garantire diritti o interessi di pari rilievo, rispetto ai quali si ponga un concreto problema di reciproca limitazione. Come è stato sottolineato anche nella successiva giurisprudenza della Corte di cassazione, pertanto, l'impugnazione diretta del ruolo esattoriale, da parte del debitore che chieda procedersi ad un accertamento negativo del credito dell'Amministrazione in esso risultante, è inammissibile per difetto di interesse, ove le cartelle esattoriali siano state regolarmente notificate, non prospettandosi tale accertamento come unico strumento volto ad eliminare la pretesa impositiva della Amministrazione, alla quale, invece, il debitore può rivolgersi in via amministrativa, domandando l'eliminazione del credito in autotutela mediante il cd. sgravio (Cass. n. 22946/2016). In questo solco interpretativo, si è affermato che è inammissibile l’impugnazione dell’estratto di ruolo riportante il credito erariale trasfuso in cartella di pagamento precedentemente notificata da parte del debitore che chieda procedersi ad accertamento negativo, giacché, altrimenti, si produrrebbe l'effetto distorto di rimettere in termini il contribuente consentendogli di opporre una cartella già nota nella sua esistenza e nel suo contenuto per effetto di regolare notificazione (Cass. n. 21829/2020). |