Ricorso contro l'atto di ingiunzione fiscaleInquadramentoContro l'ingiunzione riguardante debiti di natura tributaria è possibile proporre opposizione dinanzi al giudice tributario. FormulaON. CORTE DI GIUSTIZIA TRIBUTARIA DI PRIMO GRADO DI .... RICORSO GIURISDIZIONALE CON ISTANZA DI RECLAMO E MEDIAZIONE 1 (e contestuale) ISTANZA DI TRATTAZIONE IN PUBBLICA UDIENZA La società ...., con sede legale in .... ( ....), alla via ...., P.IVA ...., in persona del legale rappresentante pro-tempore, sig. ...., nato a .... ( ....) il ...., C.F. ...., residente in .... ( ....), alla via ...., elettivamente domiciliata in .... ( ....), alla via ...., presso lo studio dell'avv. .... (C.F. ....), che la rappresenta e difende in virtù di procura speciale in allegato al presente atto, PROPONE RICORSO avverso l'atto di ingiunzione fiscale emesso dal Comune di .... per il presunto mancato pagamento della ...., NEI CONFRONTI del Comune di ...., in persona del Sindaco pro-tempore, con sede in .... ( ....), alla via ...., n. .... FATTO In data .... il Comune di .... notificava alla società .... un atto di ingiunzione fiscale per il pagamento dell'importo di € ...., di cui all'avviso di accertamento n. .... del ..... DIRITTO L'atto di ingiunzione fiscale, notificato in data ...., è illegittimo in quanto .... Per quanto espresso, così si CONCLUDE Piaccia all'On.le Corte di Giustizia Tributaria di Primo Grado , contrariis reiectis, in accoglimento del ricorso e per i motivi esposti: annullare l'atto di ingiunzione fiscale n. .... del ...., notificato in data .... Con salvezza di spese e competenze di giudizio. ISTANZA DI DISCUSSIONE IN PUBBLICA UDIENZA Si chiede, altresì, ai sensi e per gli effetti dell'art. 33, comma 1, d.lgs. n. 546/1992, che il presente ricorso venga discusso in pubblica udienza. Costituendosi in giudizio la ricorrente deposita: 1) copia dell'atto di ingiunzione fiscale notificato il ....; 2) .... Il sottoscritto procuratore, ai sensi dell'art. 14 del d.P.R. n. 115/2002 e successive modifiche dichiara che il valore del presente procedimento è pari ad € ...., ragion per cui è dovuto un contributo unificato nella misura di € .... Dichiara, altresì, di voler ricevere le comunicazioni inerenti il procedimento presso il proprio numero di fax .... o indirizzo di posta elettronica certificata ..... La presente copia, di cui si attesta la conformità all'originale notificato all'Agenzia delle Entrate di ...., sarà depositata presso la Corte di Giustizia Tributaria di Primo Grado di .... completa con gli allegati, tenuto conto dell'istanza ex art. 17-bis d.lgs. n. 546/1992, appresso formulata. Luogo e data .... Firma del difensore .... ISTANZA ai sensi dell'art. 17-BIS DEL D.LGS. N. 546/1992 La società ...., con sede legale in .... ( ....), alla via ...., P.IVA ...., in persona del legale rappresentante pro-tempore, sig. ...., nato a .... ( ....) il ...., C.F. ...., residente in .... ( ....), alla via ...., come in epigrafe rappresentata, difesa e domiciliata, sulla base dei fatti e dei motivi sopra evidenziati CHIEDE che il Comune di ...., in alternativa al deposito del ricorso che precede presso la Corte di Giustizia Tributaria di Primo Grado , accolga in via amministrativa le richieste nel medesimo ricorso formulate. Comunica in ogni caso la sua disponibilità a valutare in contraddittorio la mediazione della controversia. Per l'invito al contraddittorio, le comunicazioni e le notificazioni relative al presente procedimento, si indicano uno o più dei seguenti recapiti: – Studio ...., sito in .... ( ....), alla via ....; – PEC: ....; – telefono ....; – fax ....; – posta elettronica ordinaria: .... Con osservanza. Luogo e data .... Firma del difensore .... PROCURA SPECIALE La società ...., con sede legale in .... ( ....), alla via ...., n ...., Cod. fisc. e P.IVA ...., in persona del legale rappresentante pro-tempore, sig. ...., nato a .... ( ....) il ...., C.F. ...., residente in .... ( ....), alla via ...., delega a rappresentarla e a difenderla – nel procedimento da attivare nei confronti del Comune di ...., in ogni in ogni sua fase, stato e grado, l'avv. ...., conferendogli con ogni facoltà di legge, incluse quelle di proporre reclamo e di mediare ai sensi dell'art. 17-bis del d.lgs. n. 546/1992, trattare, comporre, conciliare, transigere, rinunciare agli atti e accettare rinunzie, farsi sostituire, ed elegge domicilio, anche per le notificazioni relative al procedimento di reclamo e mediazione, presso il suo studio sito in .... ( ....), alla via .... Dichiara, inoltre, di aver ricevuto tutte le informazioni previste dagli artt. 7 e 13 del d.lgs. n. 196/2003, nonché dal Regolamento (UE) 2016/679 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 27 aprile 2016, e presta il proprio consenso al trattamento dei dati personali per l'espletamento del mandato conferito. Luogo e data .... Firma del mandante .... Autentica della firma .... [1] [1]V. nota 1 sub formula “Ricorso avverso il provvedimento di diniego espresso sull'istanza di rimborso ”. CommentoL'ingiunzione fiscale è un ordine di pagamento emesso da un Ente Locale. Se il soggetto intimato non paga entro un certo termine, l'Ente può attivare le procedure esecutive e pignorare i beni del debitore. Si tratta di un antichissimo istituto del nostro sistema di diritto, regolato addirittura da un regio decreto del 1910 (r.d. n. 639/1910). Esso è stato creato per consentire allo Stato e agli Enti Pubblici di riscuotere le proprie entrate con una procedura più veloce rispetto a quelle utilizzabili dai privati. Nel corso dei decenni, tale istituto è stato abbandonato, in favore della riscossione mediante ruolo. Tuttavia, l'ingiunzione fiscale è risorta – con un'evoluzione legislativa che inizia alla fine degli anni novanta e culmina nel 2013 – come procedura utilizzabile dagli enti locali, in alternativa all'affidamento all'Agente per la riscossione, per la riscossione di entrate tributarie e patrimoniali locali. Prima dell'ingiunzione di pagamento, deve essere inviato al debitore un avviso di accertamento, se si tratta di somme di natura tributaria, mentre ovviamente deve essere stato redatto un verbale nel caso si tratti di sanzione amministrativa. Per le entrate meramente patrimoniali, come quelle derivanti per esempio da contratti con i privati, può essere sufficiente anche una fattura.Solo quando l'avviso di accertamento o il verbale sono diventati definitivi, si può procedere con l'ingiunzione. Nell'ingiunzione deve essere indicata la somma richiesta, il termine per il pagamento, le conseguenze nel caso di inadempimento, i termini e l'autorità giudiziaria presso la quale ci si può opporre ed anche il titolo sul quale si fonda l'ingiunzione.La stessa, cioè, deve essere motivata, nel senso che deve essere reso noto al destinatario per quale motivo gli si chiede quella certa somma. Quando l'ingiunzione riguarda debiti di natura tributaria, si applica lo Statuto del Contribuente, ed in particolare l'art. 7, a norma del quale deve essere indicato il responsabile del procedimento e l'ufficio presso il quale si possono richiedere informazioni. In linea generale, il r.d. n. 639/1910 dispone che il debitore debba versare quanto richiesto, o opporsi all'ingiunzione presso l'autorità giudiziaria, nel termine di 30 giorni. Nel caso, tuttavia, si tratti di debiti di natura tributaria, il termine è di 60 giorni e l'opposizione si propone dinanzi alla Corte di Giustizia Tributaria di Primo Grado , come si deduce dall'art. 21 d.lgs. n. 546/1992. È bene precisare che l'ingiunzione è impugnabile solo per vizi propri. Cioè, stante il fatto che essa è preceduta da un avviso di accertamento, se il termine per impugnare quest'ultimo è scaduto, non può certo aggirarsi tale scadenza impugnando la successiva ingiunzione. Pertanto, non potranno farsi valere vizi che dovevano essere eccepiti contro l'avviso di accertamento. La Suprema Corte di Cassazione, in particolare, ha ricordato, in epoca recentissima, che l'ordinanza ingiunzione fiscale è espressione del potere di accertamento e di autotutela della pubblica amministrazione ed ha natura giuridica di atto amministrativo che, cumulando in sé le caratteristiche del titolo esecutivo e del precetto, e legittimando, in caso di mancato pagamento, la riscossione coattiva mediante pignoramento dei beni del debitore, integra un atto liquidatorio e non un nuovo atto impositivo, in quanto si pone a valle dell'avviso di accertamento e non lo sostituisce, con la conseguenza che, una volta che quest'ultimo sia divenuto definitivo, il rapporto giuridico tributario deve considerarsi esaurito (Cass. V, n. 10896/2019). Va da sé che tali vizi, però, possono farsi valere se l'ingiunzione è il primo atto regolarmente notificato, perché, per esempio, l'avviso di accertamento (per i crediti tributari) o il verbale (per le sanzioni amministrative) non erano stati regolarmente notificati. Precisamente, ove l'avviso di accertamento non sia stato emesso o non sia stato notificato, il ricorso avverso l'ingiunzione pone in discussione tutto il rapporto tributario (Cass. I, n. 3094/1995). Se il debitore non versa quanto richiesto entro il termine indicato nell'ingiunzione né propone opposizione contro di essa, l'Ente può procedere con l'esecuzione forzata. |