Istanza autonoma di sospensione dell'atto impugnato inaudita altera parteInquadramentoIl contribuente può, anche con istanza autonoma, richiedere in via cautelare la sospensione dell'efficacia esecutiva del provvedimento impugnato qualora, oltre all'apparente fondatezza delle proprie ragioni, deduca e documenti un pericolo di pregiudizio che potrebbe verificarsi prima della decisione da parte della Corte di giustiziaadita sul merito del ricorso. Laddove sussista un particolare pericolo di pregiudizio, il ricorrente può, come nell'esemplificazione proposta, richiedere al Presidente della Corte l'emanazione del provvedimento con decreto inaudita altera parte. FormulaCORTE DI GIUSTIZIA TRIBUTARIA DI PRIMO GRADO DI ... ISTANZA DI SOSPENSIONE DELL'ATTO IMPUGNATO INAUDITA ALTERA PARTE Ricorso iscritto al R.G. n. ... PREMESSO CHE il sottoscritto ... , nell'interesse e per conto del proprio assistito, sig. ... , ha proposto ricorso avverso ... ; il ricorso è stato notificato alla ... in data ... ; il ricorrente si è costituito ritualmente in giudizio mediante deposito della copia notificata del ricorso e del proprio fascicolo in data ... ; il competente Ufficio di ... ha avviato l'esecuzione coattiva dell'atto impugnato 1 ; dall'esecuzione dell'atto impugnato deriverebbe per il ricorrente un danno grave ed irreparabile in quanto ... ; tale danno è pertanto assolutamente imminente ed attendere la celebrazione dell'udienza di discussione sull'istanza in esame nel contraddittorio tra le parti potrebbe comportare la verificazione dello stesso; la fondatezza del ricorso proposto avverso l'atto impugnato è evidente atteso che ... 2 ; pertanto, sussistono i presupposti a sostegno di un intervento che in via cautelare sospenda provvisoriamente l'esecuzione dell'atto impugnato ai sensi dell'art. 47 del d. lgs. 31 dicembre 1992 n. 546; P.Q.M. Chiede che la Corte di Giustizia Tributaria di Primo Grado di ... voglia disporre la sospensione, inaudita altera parte, dell'esecuzione dell'atto impugnato. Con riserva di depositare in Segreteria la prova delle eseguite notifiche (alla parte o alle parti contro cui è stato proposto il ricorso). Si producono i seguenti atti: ... Luogo e data ... Firma Difensore ... [1] 1. Ovvero ha manifestato inequivocabilmente la volontà di dare esecuzione coattiva all'atto impugnato. [2] 2. Ripercorrere sinteticamente le argomentazioni giuridiche esposte nel ricorso. CommentoL'art. 47 del d.lgs. n. 546/1992 ha introdotto nel processo tributario la facoltà per il ricorrente di chiedere alla Corte di Giustizia Tributaria di Primo Grado la sospensione dell'esecuzione dell'atto impugnato, con istanza inserita nel ricorso o formulata con atto separato, debitamente notificato alle altre parti e depositato in segreteria. In precedenza tale tutela non era concessa, né era ritenuta surrogabile dall'esercizio del potere generale di cautela ex art. 700 c.p.c. da parte del giudice ordinario (cfr. Cass., S.U., n. 11717/1993). Considerati gli effetti del provvedimento richiesto, l'istanza dovrà avere ad oggetto un atto avente efficacia esecutiva (e non, ad esempio, meramente costitutiva) nei confronti del contribuente. La motivazione deve esplicitare le ragioni di fatto e gli elementi di diritto a sostegno della necessità di scongiurare il grave e irreparabile danno che potrebbe derivare dall'immediata esecuzione dell'atto impugnato (periculum in mora), ed una prognosi favorevole dell'esito dell'impugnativa (fumus boni iuris), in ragione della natura sostanzialmente cautelare del provvedimento richiesto. Dopo la presentazione dell'istanza, il presidente della sezione provvederà con decreto alla fissazione dell'udienza per la trattazione nella prima camera di consiglio utile, disponendone la comunicazione alle parti almeno dieci giorni prima. La Corte, sentite le parti in camera di consiglio e delibato il merito, si pronuncia nel termine di centottanta giorni, salvo nei casi di eccezionale urgenza in cui il presidente della sezione, delibato il merito, dispone con decreto motivato la provvisoria sospensione fino alla pronuncia del Collegio. Occorre considerare che, tuttavia, in accordo con la giurisprudenza della S.C., non viola il diritto di difesa del contribuente il giudice che, senza ritardo, decida il merito della causa senza pronunciarsi sull'istanza di sospensione dell'atto impugnato, in quanto l'art. 47, comma 7, del d.lgs. n. 546/1992 prevede che "gli effetti della sospensione cessano alla data di pubblicazione della sentenza di primo grado", sicché non è ipotizzabile alcun pregiudizio per la mancata decisione sull'istanza cautelare che, pur se favorevole, sarebbe comunque travolta dalla decisione di merito (Cass. n. 8510/2010). La sospensione, ove concessa, può essere totale o parziale e in alcuni subordinata alla prestazione di idonea garanzia (ad esempio, cauzione o fideiussione bancaria o assicurativa). Ai sensi dell'art. 47, comma 4, d.lgs. n. 546/1992, non è impugnabile l'ordinanza mediante la quale il Collegio giudicante si pronuncia sulla sospensione dell'atto impugnato: pertanto il ricorso in appello è inammissibile (C.t.r. Brescia, Lombardia LXV, 4 aprile 2013, n. 49, in Massimario delle commissioni tributarie della Lombardia , 2014, 1, 326). Dall'emanazione del provvedimento cautelare, la trattazione della controversia deve avvenire non oltre novanta giorni, e i suoi effetti cessano dalla data della pubblicazione della sentenza di primo grado. Previa istanza motivata di parte, è altresì ammessa la revoca o la modifica del provvedimento cautelare concesso. |