Istanza di revoca dell'ordinanza di sospensione dell'atto impugnatoInquadramentoL'ente impositore o l'Agenzia (ovvero altro concessionario) della riscossione può, ove venga concessa la sospensione dell'efficacia esecutiva atto impugnato, richiedere la revoca e/o la modifica di tale provvedimento. FormulaCORTE DI GIUSTIZIA TRIBUTARIA DI PRIMO GRADO DI .... ISTANZA DI REVOCA DELL'ORDINANZA DI SOSPENSIONE DELL'ATTO IMPUGNATO Agenzia delle Entrate di ...., rappresentata e difesa ex .... dal funzionario delegato; - resistente - Il Sig. ...., rappresentato e difeso come in atti - ricorrente - PREMESSO CHE – in data .... il Sig. .... ha proposto ricorso contro l'atto di contestazione - Provvedimento Irrogazione Sanzione n. ...., relativo all'anno di imposta ...., chiedendo in via pregiudiziale la sospensione dell'efficacia esecutiva di tale atto ....; – in data ...., l'odierna resistente deduceva l'infondatezza di tale istanza e chiedeva che, considerata la gravità delle condotte contestate al contribuente, la sospensione fosse subordinata alla prestazione di una cauzione; – in data ...., l'Ill.ma Corte adita emetteva ordinanza di sospensione dell'atto impugnato, subordinando l'efficacia di tale provvedimento alla prestazione di una cauzione dell'importo di € ....; – considerato che, trascorsi trenta giorni dalla concessione del provvedimento, la contribuente non ha prestato la cauzione; CHIEDE – la revoca del provvedimento. Si allega la seguente documentazione: 1. ....; 2. ....; 3. ..... Luogo e data .... Firma .... CommentoL'art. 47 d.lgs. n. 546/1992 riconosce al ricorrente la possibilità di chiedere alla Corte di Giustizia Tributaria di Primo Grado la sospensione dell'esecuzione dell'atto impugnato, con istanza inserita nel ricorso o formulata con atto separato, debitamente notificato alle altre parti e depositato in segreteria. La motivazione deve esplicitare le ragioni di fatto e gli elementi di diritto a sostegno della necessità di scongiurare il grave e irreparabile danno che potrebbe derivare dall'immediata esecuzione dell'atto impugnato (periculum in mora), ed una prognosi favorevole dell'esito dell'impugnativa (fumus boni iuris), legittimando dunque il giudice ad accordare la richiesta tutela cautelare. Dopo la presentazione dell'istanza cautelare, il presidente della sezione provvederà con decreto alla fissazione dell'udienza per la trattazione nella prima camera di consiglio utile, disponendone la comunicazione alle parti almeno dieci giorni prima. La Corte, sentite le parti in camera di consiglio e delibato il merito, si pronuncia nel termine di centottanta giorni, salvo nei casi di eccezionale urgenza in cui il presidente della sezione, delibato il merito, dispone con decreto motivato la provvisoria sospensione fino alla pronuncia del Collegio. La sospensione, ove concessa, può essere totale o parziale e in alcuni subordinata alla prestazione di idonea garanzia (cauzione o fideiussione bancaria o assicurativa). Dall'emanazione del provvedimento cautelare, la trattazione della controversia deve avvenire non oltre novanta giorni, e i suoi effetti cessano dalla data della pubblicazione della sentenza di primo grado. Previa istanza motivata di parte, è altresì ammessa la revoca o la modifica del provvedimento cautelare. |