Istanza per l'emissione di ordine di esibizione documentaleInquadramentoL'art. 210 c.p.c. attribuisce al giudice il potere discrezionale, in deroga al principio generale dell'onere della prova, di ordinare ad una delle parti o ad un terzo l'esibizione di un documento (o di altra cosa) di cui ritenga necessaria l'acquisizione al processo. Tale potere di disporre, su istanza di parte o d'ufficio, l'acquisizione di prove nel processo, costituendo eccezione alla regola di riparto dell'onere probatorio stabilito dall'art. 2697 c.c., va esercitato nei ristretti limiti stabiliti dalla norma: il giudice non deve cioè mai operare in funzione sostitutiva dell'onere della prova gravante su ciascuna parte, sebbene sia subordinata all'istanza della controparte, presupposto che di per sé non vale a ridistribuire le incombenze istruttorie assegnate dal medesimo art. 2697 c.c. Il rinvio ai limiti previsti dall'art. 118 c.p.c. importa che l'ordine di esibizione possa essere impartito soltanto per acquisire documenti che «appaiono indispensabili per conoscere i fatti della causa», e, in ogni caso, soltanto per atti specificamente individuati od individuabili, dei quali sia noto o almeno indicato un preciso contenuto, attinente alla decisione della causa. Per questo, l'art. 94 disp. att. prescrive che l'istanza di esibizione di un documento debba contenere la specifica indicazione del documento stesso, in modo da consentire al giudice di avere certezza dell'esistenza del documento nonché di valutare la rilevanza di esso. Secondo l'opinione prevalente l'esibizione può ammettersi solo se il documento da acquisire sia comune anche alla parte che richiede l'esibizione. Ed in effetti, la pertinenza del documento ai fatti della causa, espressamente richiesta dall'art. 210 c.p.c. mediante il richiamo all'art. 118 c.p.c., comporta la comunanza del documento alle parti del processo. Va comunque rispettato il divieto di disporre l'esibizione se da ciò possa derivare un grave danno alla parte o al terzo, oppure la violazione di uno dei «segreti previsti negli artt. 351 e 352 c.p.p.» (artt. 201-203 c.p.p.). L'ordine di esibizione della prova costituisce, come si diceva, espressione di un potere discrezionale rimesso al prudente apprezzamento del giudice, il quale, secondo una parte della giurisprudenza, non è tenuto a specificare le ragioni per le quali ritiene di avvalersene, di tal che il mancato esercizio di detta facoltà non può essere pertanto oggetto di ricorso per cassazione (Cass. III, n. 2262/2006; Cass. II, n. 22196/2010; Cass., sez. lav., n. 24188/2013). Secondo altro orientamento, la discrezionalità del potere officioso del giudice di ordinare alla parte o ad un terzo l'esibizione di un documento deve fondata su un'idonea motivazione, anche in considerazione del più generale dovere di cui all'art. 111, comma 6, Cost. (Cass. II, n. 13533/2011; Cass., sez. lav., n. 6439/2010). FormulaCORTE DI GIUSTIZIA TRIBUTARIA DI PRIMO GRADO/SECONDO GRADO DI .... ISTANZA PER L'EMISSIONE DI ORDINE DI ESIBIZIONE DOCUMENTALE Nella causa n. .... / .... R.G. PROMOSSA DA: .... con l'Avv. .... CONTRO .... con l'Avv. .... All'udienza 1 del ...., ad ore .... è comparso l'Avv. ...., difensore di .... Sono altresì presenti .... A questo punto l'Avv. 2 .... in rappresentanza del proprio assistito, osserva quanto segue: -) la controversia in esame ha ad oggetto ....; -) ai fini della decisione appare indispensabile 3 acquisire il seguente documento .... 4 , di cui la parte istante non è in possesso, e che neppure è in condizione di acquisire altrimenti, e chi è invece in possesso di .... 5 . Tutto ciò premesso CHIEDE che la Corte tributaria voglia ordinare a .... l'esibizione del documento indicato in espositiva. Luogo e data .... Firma Avv. .... [1] [1]Viene qui contemplata l'ipotesi della proposizione dell'istanza effettuata in udienza. È però possibile che detta istanza venga separatamente proposta con l'apposito atto ovvero nelle memorie istruttorie, se non già negli atti introduttivi. [2] [2]Si fa qui l'ipotesi più comune che la parte sia difesa da un avvocato. È d'obbligo rammentare che le parti diverse dall'amministrazione nei cui confronti è proposto ricorso devono essere assistite in giudizio da un difensore abilitato che, però, non necessariamente dev'essere un avvocato. In tal senso dispone l'art. 12 del d.lgs. n. 546/1992, recante disposizioni sul processo tributario, il quale individua i soggetti abilitati (dottori commercialisti, ragionieri, periti commerciali, consulenti del lavoro purché non dipendenti dall'amministrazione pubblica; inoltre ingegneri, architetti, geometri, i periti edili, i dottori in agraria, gli agronomi e i periti agrari, per alcune materie; nonché ulteriori soggetti, che è superfluo qui menzionare). Ai detti difensori deve essere conferito l'incarico con atto pubblico o con scrittura privata autenticata od anche in calce o a margine di un atto del processo, nel qual caso la sottoscrizione autografa è certificata dallo stesso incaricato. All'udienza pubblica l'incarico può essere conferito oralmente e se ne dà atto a verbale. L'ufficio del Ministero delle finanze, nel giudizio di secondo grado, può essere assistito dall'Avvocatura dello Stato. Le controversie di valore inferiore a € 2.582,28, nonché i ricorsi di cui all'art. 10 d.P.R. n. 787/1980, possono essere proposti direttamente dalle parti interessate. I soggetti in possesso dei requisiti richiesti per esercitare la difesa possono stare in giudizio personalmente senza l'assistenza di altri difensori. Tra i soggetti esentati dalla difesa tecnica non è compreso il concessionario del servizio di riscossione tributi, non rientrando quest'ultimo tra i soggetti che, ai sensi del comma primo dell'art. 12 citato e dei principi generali desumibili dall'art. 82 c.p.c., hanno titolo a stare in giudizio senza l'ausilio di un difensore abilitato, e non essendo tali disposizioni suscettibili di interpretazione estensiva, in quanto poste in deroga all'obbligo generale della difesa tecnica (Cass. n. 21459/2009). Né le regole che precedono si applicano al ricorso per cassazione contro le decisioni delle Corti tributarie, per il quale occorre il patrocinio di un avvocato iscritto nell'apposito albo e munito di procura speciale (Cass., sez. trib., n. 8918/2003). [3] [3]Occorre spiegare sinteticamente perché l'acquisizione documentale è indispensabile. [4] [4]Va altresì descritto il contenuto del documento. [5] [5]L'istante deve fornire al giudice elementi di giudizio tali da far ritenere che il documento sia effettivamente in possesso della parte nei cui confronti l'esibizione è chiesta. CommentoCon specifico riguardo al processo tributario, vale osservare che, a seguito dell'abrogazione dell'art. 7, comma 3 d.lgs. n. 546/1992 ed in applicazione dell'art. 58, comma 1, del medesimo decreto, al giudice di appello non è più consentito ordinare il deposito di documenti, dovendo, invece, essergli riconosciuto il potere di ordinarne l'esibizione, ai sensi dell'art. 210 c.p.c., entro gli stessi limiti consentiti al giudice di primo grado, ossia quando è impossibile acquisire altrimenti la prova, come nel caso in cui una parte non possa conseguire i documenti in possesso dell'altra, ovvero in situazioni di oggettiva incertezza, al fine di integrare gli elementi istruttori in atti, non potendo invece essere ordinata d'ufficio l'esibizione di documenti di una parte o di un terzo, quando l'interessato può di propria iniziativa acquisirne una copia e produrla in causa (Cass., sez. trib., n. 33506/2018; Cass., sez. trib., n. 13152/2014). Più in generale, l'esibizione di documenti non può essere chiesta, ai sensi dell'art. 210, a fini meramente esplorativi, allorquando neppure la parte istante deduca elementi sulla effettiva esistenza del documento e sul suo contenuto per verificarne la rilevanza in giudizio e ciò in quanto potrebbe determinarsi una protrazione della fase istruttoria priva di qualsiasi utilità, anche per la stessa parte istante, a danno del principio di ragionevole durata del processo (Cass., sez. lav., n. 26943/2007). Costituisce dunque requisito di ammissibilità la certezza dell'esistenza del documento medesimo (Cass. III, n. 11709/2002). Ne consegue, ai sensi dell'art. 94 disp. att., che l'istanza di esibizione dev'essere accompagnata dall'offerta della prova che la parte od il terzo, nei cui confronti si richiede l'ordine di esibizione, siano in possesso del documento (Cass. I, n. 12507/1999). Occorre altresì indicare il soggetto nei cui confronti l'ordine deve essere rivolto (Cass. I, n. 10147/1998). L'ordine di esibizione può essere impartito esclusivamente riguardo ad atti «la cui acquisizione al processo sia necessaria» ovvero «concernenti la controversia», e, quindi, ai soli atti o documenti specificamente individuati o individuabili, dei quali sia noto, o almeno assertivamente indicato, un preciso contenuto, influente per la decisione della causa (Cass. I, n. 13072/2003). L'esibizione è infatti diretta, come ogni altra prova, all'accertamento di fatti rilevanti ai fini della causa, ed è perciò necessario che siano preventivamente scelti e determinati i fatti alla dimostrazione dei quali mira l'esibizione, essendo tale predeterminazione esigenza insita nello stesso concetto di prova costituenda. Il requisito della previa indicazione del contenuto del documento da esibire deve, tuttavia, sempre essere riferito alle peculiari caratteristiche del rapporto controverso, senza che esso implichi la preventiva e dettagliata descrizione di quanto si suppone debba risultare da detto documento, essendo soddisfatto da qualsiasi indicazione idonea a valutare la rilevanza del documento medesimo rispetto al thema probandum (Cass. I, n. 2760/1996). Non può essere ordinata l'esibizione in giudizio di un documento di una parte o di un terzo, allorquando l'interessato possa di propria iniziativa acquisirne una copia e produrla in causa (Cass. III, n. 19475/2005). Ancor meglio, la natura residuale dell'ordine di esibizione ex art. 210 c.p.c. rende lo strumento utilizzabile soltanto quando la prova del fatto non sia acquisibile aliunde (Cass., sez. lav., n. 12997/2004). Il rigetto della istanza di esibizione di un documento della P.A., proposta ai sensi dell'art. 210 c.p.c., non viola l'art. 22 l. n. 241/1990 (recante norme in materia di accesso ai documenti amministrativi). Infatti, le due disposizioni operano su un piano diverso, avendo la l. n. 241/1990 assunto l'interesse del privato all'accesso ai documenti come interesse sostanziale, apprestando a tutela dello stesso una specifica azione prevista dall'art. 25, mentre l'acquisizione documentale ai sensi dell'art. 210 c.p.c. costituisce esercizio di un potere processuale e l'acquisizione del documento resta pur sempre subordinata alla valutazione della rilevanza dello stesso (Cass. I, n. 7318/1996). Si tenga presente che le dichiarazioni, le comunicazioni e gli atti presentati o acquisiti dagli uffici dell'amministrazione finanziaria, contenenti i dati reddituali, patrimoniali e finanziari ed inseriti nelle banche dati dell'anagrafe tributaria, ivi compreso l'archivio dei rapporti finanziari, costituiscono documenti amministrativi ai fini dell'accesso documentale difensivo ai sensi degli artt. 22 e ss. l. n. 241/1990; l'accesso documentale difensivo può essere esercitato indipendentemente dalla previsione e dall'esercizio dei poteri processuali di esibizione istruttoria di documenti amministrativi e di richiesta di informazioni alla pubblica amministrazione nel processo civile ai sensi degli artt. 210, 211 e 213 c.p.c.; l'accesso difensivo ai documenti contenenti i dati reddituali, patrimoniali e finanziari, presenti nell'anagrafe tributaria, ivi compreso l'archivio dei rapporti finanziari, può essere esercitato indipendentemente dalla previsione e dall'esercizio dei poteri istruttori di cui agli artt. 155-sexies disp. att. c.p.c. e 492-bis c.p.c., nonché, più in generale, dalla previsione e dall'esercizio dei poteri istruttori d'ufficio del giudice civile nei procedimenti in materia di famiglia; l'accesso difensivo ai documenti contenenti i dati reddituali, patrimoniali e finanziari, presenti nell'anagrafe tributaria, ivi compreso l'archivio dei rapporti finanziari, può essere esercitato mediante estrazione di copia (Cons. St., ad. plen., n. 19/2020). |