Istanza di sospensione del processo per pregiudizialitàInquadramentoLa norma di base è costituita dall'art. 295 c.p.c., secondo cui il giudice dispone che il processo sia sospeso in ogni caso in cui egli stesso o altro giudice deve risolvere una controversia, dalla cui definizione dipende la decisione della causa. L'art. 39 d.lgs. n. 546/1992, sulla falsariga di tale disposizione (che peraltro la S.C. reputa applicabile anche al processo tributario: Cass., sez. trib., n. 21765/2017), dopo aver stabilito al comma 1 che il processo è sospeso quando è presentata querela di falso o deve essere decisa in via pregiudiziale una questione sullo stato o la capacità delle persone, salvo che si tratti della capacità di stare in giudizio, soggiunge al comma 1-bis che la Corte di giustizia tributaria dispone la sospensione del processo in ogni altro caso in cui essa stessa o altra Corte di giustizia tributaria deve risolvere una controversia dalla cui definizione dipende la decisione della causa. Nel contenzioso tributario, è cioè ipotizzabile la sospensione necessaria del processo per la pendenza, davanti al giudice amministrativo, di un giudizio riguardante gli atti amministrativi presupposti dal provvedimento impositivo impugnato, soltanto quando il giudice amministrativo debba decidere una questione pregiudiziale in senso tecnico-giuridico con efficacia di giudicato, essendo la stessa volta ad evitare il conflitto di giudicati, mentre deve essere esclusa nel caso in cui la considerazione di tali atti risulti irrilevante ai fini della decisione. (Cass. n. 31112/2019, che ha ritenuto corretta la mancata sospensione del giudizio d'impugnazione del provvedimento di revisione del classamento per microzone, nell'attesa della definizione di quello amministrativo riguardante gli atti amministrativi generali di individuazione delle microzone interessate, tenuto conto dei motivi di ricorso e della possibilità di disapplicare tali atti). La sospensione c.d. necessaria del processo, così regolata, può dunque essere disposta in presenza di un nesso di pregiudizialità-dipendenza, sempre che esse siano pendenti nello stesso grado di giudizio e tra le stesse parti, ma dinanzi ad uffici giudiziari diversi, trovando in tal caso applicazione la riunione di cui all'art. 274 c.p.c. Nel contemplare la sospensione necessaria in caso di dipendenza tra cause, la norma si riferisce ad un vincolo antecedenza logico-giuridica di una decisione rispetto ad un'altra, e persegue lo scopo di evitare un conflitto di giudicati: occorre dunque che l'altro giudizio (civile, penale o amministrativo) investa una questione di carattere pregiudiziale, cioè un indispensabile antecedente logico-giuridico, la soluzione del quale pregiudichi in tutto o in parte l'esito della causa da sospendere. La sospensione necessaria può dunque essere disposta quando la decisione della causa «dipenda» dall'esito di altra causa, e cioè quando la pronuncia da prendersi in detta altra causa abbia portata pregiudiziale in senso stretto, ossia portata vincolante, con effetto di giudicato, all'interno della causa pregiudicata, con la conseguenza che la nozione di pregiudizialità ricorre solo quando una situazione sostanziale rappresenti fatto costitutivo o comunque elemento della fattispecie di un'altra situazione sostanziale, sicché occorre garantire uniformità di giudicati, perché la decisione del processo principale è idonea a definire in tutto o in parte il tema dibattuto (Cass. n. 27426/2009). FormulaCORTE DI GIUSTIZIA TRIBUTARIA DI 1 GRADO DI .... ISTANZA DI SOSPENSIONE DEL PROCESSO PER PREGIUDIZIALITÀ Nella causa n. .... / .... R.G. PROMOSSA DA: .... con l'Avv. .... CONTRO .... con l'Avv. .... All'udienza 1 del ...., ad ore .... è comparso l'Avv. 2 ...., difensore di .... Sono altresì presenti .... A questo punto l'Avv. .... in rappresentanza del proprio assistito evidenzia la pendenza, dinanzi a .... di ...., R.G ...., di una causa la cui definizione ha efficacia pregiudiziale rispetto a quella da assumersi nella presente controversia, in quanto .... 3 ; tanto premesso CHIEDE disporsi la sospensione della presente causa in attesa della definizione di quella sopra indicata. Luogo e data .... Firma Avv. .... [1] [1]Viene qui contemplata l'ipotesi del disconoscimento effettuato in udienza. È però possibile che, prodotto il documento unitamente all'atto introduttivo del giudizio, il disconoscimento debba essere contenuto nella comparsa di costituzione. [2] [2]Si fa qui l'ipotesi più comune che la parte sia difesa da un avvocato. È d'obbligo rammentare che le parti diverse dall'amministrazione nei cui confronti è proposto ricorso devono essere assistite in giudizio da un difensore abilitato che, però, non necessariamente dev'essere un avvocato. In tal senso dispone l'art. 12 del d.lgs. n. 546/1992, recante disposizioni sul processo tributario, il quale individua i soggetti abilitati (dottori commercialisti, ragionieri, periti commerciali, consulenti del lavoro purché non dipendenti dall'amministrazione pubblica; inoltre ingegneri, architetti, geometri, i periti edili, i dottori in agraria, gli agronomi e i periti agrari, per alcune materie; nonché ulteriori soggetti, che è superfluo qui menzionare). Ai detti difensori deve essere conferito l'incarico con atto pubblico o con scrittura privata autenticata od anche in calce o a margine di un atto del processo, nel qual caso la sottoscrizione autografa è certificata dallo stesso incaricato. All'udienza pubblica l'incarico può essere conferito oralmente e se ne dà atto a verbale. L'ufficio del Ministero delle finanze, nel giudizio di secondo grado, può essere assistito dall'Avvocatura dello Stato. Le controversie di valore inferiore a € 2.582,28, nonché i ricorsi di cui all'art. 10 d.P.R. n. 787/1980, possono essere proposti direttamente dalle parti interessate. I soggetti in possesso dei requisiti richiesti per esercitare la difesa possono stare in giudizio personalmente senza l'assistenza di altri difensori. Tra i soggetti esentati dalla difesa tecnica non è compreso il concessionario del servizio di riscossione tributi, non rientrando quest'ultimo tra i soggetti che, ai sensi del comma primo dell'art. 12 citato e dei principi generali desumibili dall'art. 82 c.p.c., hanno titolo a stare in giudizio senza l'ausilio di un difensore abilitato, e non essendo tali disposizioni suscettibili di interpretazione estensiva, in quanto poste in deroga all'obbligo generale della difesa tecnica (Cass. n. 21459/2009). Né le regole che precedono si applicano al ricorso per cassazione contro le decisioni delle commissioni tributarie, per il quale occorre il patrocinio di un avvocato iscritto nell'apposito albo e munito di procura speciale (Cass., sez. trib., n. 8918/2003). [3] [3]Esporre sinteticamente le ragioni di pregiudizialità. CommentoIn caso di sussistenza dei presupposti per la sospensione necessaria non rileva l'istanza di parte (Cass. I, n. 14709/2005), dal momento che detta sospensione risponde ad un'esigenza di ordine pubblico, quale quella di evitare il conflitto di giudicati (Cass. III, n. 6572/2005). Per la sospensione necessaria occorre: -) che le cause siano pendenti fra soggetti diversi, poiché la parte rimasta estranea ad uno di essi può sempre eccepire l'inopponibilità, nei propri confronti, della relativa decisione (Cass., n. 12996/2018); -) che la causa pregiudicante e quella pregiudicata pendano di fronte ad uffici giudiziari diversi, operando altrimenti il meccanismo della riunione (Cass. III, n. 21727/2006; Cass. III, n. 16963/2011); -) che le due controversie pendano nello stesso grado di giudizio, giacché, quando tra due giudizi esista rapporto di pregiudizialità, e quello pregiudicante sia stato definito con sentenza non passata in giudicato la sospensione del giudizio pregiudicato può essere disposta soltanto ai sensi dell'art. 337, comma 2, sicché ove il giudice abbia provveduto ai sensi dell'art. 295, il relativo provvedimento, a prescindere da ogni accertamento circa la sussistenza del rapporto di pregiudizialità, è illegittimo e va annullato (Cass., sez. lav., n. 798/2015; Cass. VI, n. 13823/2016; Cass. VI, n. 17936/2018); -) che nel giudizio pregiudicato non si ponga una questione pregiudiziale di rito idonea alla sua definizione, dovendo in tal caso il giudice avere prima della sospensione deciso tale questione (Cass., VI, n. 14469/2017). Con riferimento all'ambito applicativo della norma in esame, si è già ricordato che la stessa opera anche nel processo tributario (Cass., n. 21765/2017). Con particolare riguardo al processo tributario, inoltre, il giudice, in materia di querela di falso, è tenuto, ai sensi dell'art. 39 d.lgs. n. 546/1992, a sospendere il giudizio fino al passaggio in giudicato della decisione in ordine alla querela stessa (o fino a quando non si sia altrimenti definito il relativo giudizio), trattandosi di accertamento pregiudiziale riservato ad altra giurisdizione, e di cui egli non può conoscere neppure incidenter tantum; tuttavia, in caso di presentazione di detta querela, anche nel processo tributario il relativo giudice non deve semplicemente prenderne atto e sospendere il giudizio ma è tenuto a verificare la pertinenza di tale iniziativa processuale in relazione al documento impugnato e la sua rilevanza ai fini della decisione. (Cass., n. 28671/2017, che ha censurato la decisione della Corte di Giustizia Tributaria di Secondo Grado che aveva ritenuto la propria competenza a conoscere della querela di falso, ritenendola irritualmente proposta, anziché limitarsi a valutare la sua rilevanza e pertinenza ai fini della decisione). In tema di contenzioso tributario, poi, il giudizio avente ad oggetto l'impugnazione della cartella di pagamento emessa ex art. 68 d.lgs. n. 546/1992, non può essere sospeso ai sensi dell'art. 295 c.p.c. in attesa che si concluda il procedimento riguardante l'impugnazione della sentenza in base alla quale è stata emessa la cartella, non sussistendo alcun rapporto di pregiudizialità atteso che la pretesa erariale azionata con la cartella è fondata su una sentenza e, quindi, su un titolo diverso rispetto all'avviso di accertamento la cui legittimità è ancora sub iudice, poiché, altrimenti, la sospensione dell'efficacia esecutiva della sentenza in questione sarebbe surrettiziamente surrogata con la sospensione del giudizio di impugnazione della cartella di pagamento (Cass., sez. trib., n. 28595/2017). In applicazione dell'art. 49 d.lgs. n. 546/1992, secondo la formulazione vigente ratione temporis, successiva alle modifiche di cui all'art. 9, comma 1, lett. u) d.lgs. n. 156/2015, allorché l'ipotetica causa pregiudicante penda in grado di appello trova applicazione l'art. 337, comma 2, c.p.c., in forza del quale il giudice ha facoltà di sospendere il processo ove una delle parti invochi l'autorità di una sentenza a sé favorevole e non ancora definitiva (Cass., sez. trib., n. 23480/2017, che ha accolto il regolamento di competenza proposto dall'Agenzia delle entrate contro l'ordinanza con cui la Corte di Giustizia Tributaria di Secondo Grado aveva sospeso, ex artt. 49 d.lgs. n. 546/1992 e 295 c.p.c., il processo pendente davanti a sé, relativo all'avviso di recupero di un credito Iva, sul presupposto che tra le stesse parti fosse pendente un altro processo, non ancora definito in appello con sentenza passato in giudicato, inerente alla contestata sussistenza di un credito IVA, recuperato negli anni successivi). |