Atto di riassunzione del processo sospeso

Mauro Di Marzio

Inquadramento

L'art. 43 d.lgs. n. 546/1992, rubricato: «Ripresa del processo sospeso o interrotto», stabilisce che, successivamente al venir meno della causa che ha determinato la sospensione del processo, esso prosegue se entro sei mesi da tale data viene presentata da una delle parti istanza di trattazione al presidente di sezione della Corte di giustizia tributaria. Questi provvede a norma dell'art. 30 d.lgs. n. 546/1992, e cioè, di regola, fissa la trattazione della controversia nominando il relatore.

Formula

CORTE DI GIUSTIZIA TRIBUTARIA DI PRIMO GRADO DI .... AL SIGNOR PRESIDENTE

ISTANZA DI TRATTAZIONE DEL PROCESSO SOSPESO

Nella causa n. .... / .... R.G.

PROMOSSA DA:

.... con l'Avv. ....

CONTRO

.... con l'Avv. ....

...., nato a ...., il ...., C.F. ...., residente in ...., via ...., n. ...., rappresentato e difeso dall'avv. 1 ...., del Foro di ...., con studio in ...., via .... giusta procura alle liti 2 , ivi elettivamente domiciliato ai fini del presente atto (per comunicazioni Tel./fax: .... posta elettronica certificata ....)

PREMESSO CHE

-) con ricorso del .... il ricorrente come sopra indicato ha agito in giudizio nei confronti di .... per ivi sentir accogliere le conclusioni che si riportano: ....;

-) a fondamento del ricorso il ricorrente ha esposto quanto segue ....;

-) la controparte si è costituito per resistere, spiegando le conclusioni seguenti: ....;

-) con provvedimento 3 del .... è stata disposta la sospensione della causa;

-) la causa che aveva determinato la sospensione è venuta meno dal momento che .... 4 .

Tutto ciò premesso e considerato il Sig. ...., come sopra rappresentato e difeso propone

ISTANZA DI TRATTAZIONE

della controversia ai sensi dell'art. 43, comma 1, d.lgs. n. 546/1992.

Luogo e data ....

Firma Avv. ....

[1] Si fa qui l'ipotesi più comune che la parte sia difesa da un avvocato. È d'obbligo rammentare che le parti diverse dall'amministrazione nei cui confronti è proposto ricorso devono essere assistite in giudizio da un difensore abilitato che, però, non necessariamente dev'essere un avvocato. In tal senso dispone l'art. 12 del d.lgs. n. 546/1992, recante disposizioni sul processo tributario, il quale individua i soggetti abilitati (dottori commercialisti, ragionieri, periti commerciali, consulenti del lavoro purché non dipendenti dall'amministrazione pubblica; inoltre ingegneri, architetti, geometri, i periti edili, i dottori in agraria, gli agronomi e i periti agrari, per alcune materie; nonché ulteriori soggetti, che è superfluo qui menzionare). Ai detti difensori deve essere conferito l'incarico con atto pubblico o con scrittura privata autenticata od anche in calce o a margine di un atto del processo, nel qual caso la sottoscrizione autografa è certificata dallo stesso incaricato. All'udienza pubblica l'incarico può essere conferito oralmente e se ne dà atto a verbale. L'ufficio del Ministero delle finanze, nel giudizio di secondo grado, può essere assistito dall'Avvocatura dello Stato. Le controversie di valore inferiore a € 2.582,28, nonché i ricorsi di cui all'art. 10 d.P.R. n. 787/1980, possono essere proposti direttamente dalle parti interessate. I soggetti in possesso dei requisiti richiesti per esercitare la difesa possono stare in giudizio personalmente senza l'assistenza di altri difensori. Tra i soggetti esentati dalla difesa tecnica non è compreso il concessionario del servizio di riscossione tributi, non rientrando quest'ultimo tra i soggetti che, ai sensi del comma primo dell'art. 12 citato e dei principi generali desumibili dall'art. 82 c.p.c., hanno titolo a stare in giudizio senza l'ausilio di un difensore abilitato, e non essendo tali disposizioni suscettibili di interpretazione estensiva, in quanto poste in deroga all'obbligo generale della difesa tecnica (Cass. n. 21459/2009). Né le regole che precedono si applicano al ricorso per cassazione contro le decisioni delle Corti di giustizia tributaria di primo e secondo grado, per il quale occorre il patrocinio di un avvocato iscritto nell'apposito albo e munito di procura speciale (Cass., sez. trib., n. 8918/2003; Cass. n. 8024/2011).

[2] Indicare la tipologia di procura, se in calce o a margine dell'atto, ovvero di altro atto, o se rilasciata altresì per atto separato.

[3] Indicare gli estremi del provvedimento, se esso sia stato adottato dal Presidente o dalla Corte di giustizia tributaria, e quali ne siano state in sintesi le ragioni.

[4] Indicare le ragioni che hanno determinato il venir meno della causa di sospensione.

Commento

L'art. 43, comma 1, d.lgs. n. 546/1992 disciplina la riassunzione del processo sospeso, la quale ha luogo mediante istanza di trattazione rivolta al Presidente della Corte tributaria. È da ritenere che la riattivazione del processo quiescente a seguito di sospensione debba possedere i requisiti indicati dall'art. 125 c.p.c., e, cioè, l'indicazione dell'ufficio giudiziario, delle parti, dell'oggetto, delle ragioni della domanda e delle conclusioni. Detta istanza può essere presentata da qualunque delle parti in causa, in quanto interessata alla pronuncia sul merito della controversia.

La mancata riassunzione del giudizio determina l'estinzione per inattività delle parti. È stato affermato, difatti, nella parallela ipotesi della interruzione, che, nel processo tributario, la mancata riassunzione del giudizio non determina la cessazione del contendere, bensì l'estinzione per inattività delle parti, che può essere dichiarata anche d'ufficio ai sensi dell'art. 45, comma 3, d.lgs. n. 546/1992 (Cass., sez. trib., n. 29569/2018).

Nel processo tributario, inoltre, ai fini della tempestiva prosecuzione del giudizio interrotto, assume rilevanza la data di deposito dell'istanza di fissazione dell'udienza, gravando gli oneri successivi sulla segreteria della Corte tributaria, sicché non può essere dichiarata l'estinzione del processo ove la parte istante non abbia provveduto, entro il termine assegnato, a notificare alla controparte il decreto di fissazione dell'udienza (Cass. VI, n. 25363/2018). La riassunzione della controversia avviene dunque con la mera presentazione dell'istanza di trattazione al presidente della sezione, da effettuarsi nel termine di sei mesi dal provvedimento che dichiara l'interruzione, spettando alla segreteria della Corte tributaria l'onere di comunicare alle parti la data della nuova udienza (Cass., sez. trib., n. 12672/2015).

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