Istanza di estinzione del processo per inattività

Mauro Di Marzio

Inquadramento

L'art. 45 d.lgs. n. 546/1992, rubricato: «Estinzione del processo per inattività delle parti», stabilisce che il processo si estingue nei casi in cui le parti alle quali spetta di proseguire, riassumere o integrare il giudizio non vi abbiano provveduto entro il termine perentorio stabilito dalla legge o dal giudice che dalla legge sia autorizzato a fissarlo. Le spese del processo estinto restano a carico delle parti che le hanno anticipate. L'estinzione del processo per inattività delle parti è rilevata anche d'ufficio solo nel grado di giudizio in cui si verifica e rende inefficaci gli atti compiuti. L'estinzione è dichiarata dal presidente della sezione con decreto o dalla Corte di giustizia con sentenza. Avverso il decreto del presidente è ammesso reclamo alla Corte di giustizia che provvede a norma dell'art. 28 d.lgs. n. 546/1992.

Formula

CORTE DI GIUSTIZIA DI PRIMO/SECONDO GRADO DI ...

ISTANZA DI ESTINZIONE DEL PROCESSO PER INATTIVITÀ

Nella causa n. ... / ... R.G. promossa da:

... con l'Avv. ...

CONTRO

... con l'Avv. ...

PREMESSO

-) che ... ha proposto ricorso avverso ... ;

-) che il ricorso è stato notificato il ... e il ricorrente si è costituito ritualmente in giudizio depositando la copia notificata e il proprio fascicolo in data ... ;

-) che il processo si è estinto per inattività delle parti in quanto ... 1

Tutto ciò premesso, propone

ISTANZA

di dichiarazione dell'estinzione del processo.

Luogo e data ...

Firma Avv. ...

[1] 1. Esporre la fattispecie che ha condotto all'estinzione del processo.

Commento

Secondo il citato art. 45 d.lgs. n. 546/1992, il processo si estingue in ipotesi, tassativamente previste, di inosservanza dell'onere di compimento di atti necessari alla prosecuzione del processo, entro un termine perentorio. In particolare, l'estinzione discende dalla mancata ripresa del processo sospeso o interrotto (art. 43 d.lgs. n. 546/1992); dalla mancata riassunzione davanti alla Corte di giustizia tributaria dichiarata competente (art. 5, comma 5, d.lgs. n. 546/1992) o davanti al giudice a cui il processo è stato rinviato a seguito della pronuncia della Corte di cassazione (art. 63, comma 2, d.lgs. n. 546/1992); dall'omessa integrazione del contraddittorio, in caso di litisconsorzio necessario (art. 14, comma 2, d.lgs. n. 546/1992). Allo stesso modo che nel processo civile, l'estinzione opera automaticamente al verificarsi della fattispecie prevista, ma va dichiarata dal Presidente della sezione con decreto o dalla Corte di giustiziacon sentenza, a seconda che la stessa intervenga, rispettivamente, prima o dopo la fissazione dell'udienza di discussione.

In presenza di ordinanza che dispone l'interruzione del giudizio per intervenuto fallimento della società appellante, va dichiarata l'estinzione del processo laddove il curatore fallimentare (cui spetta proseguire, riassumere o integrare il giudizio ai sensi dell'art. 45 d.lgs. n. 546/1992) non abbia provveduto alla riassunzione della procedura nei termini indicati dagli artt. 43 e 44 d.lgs. n. 546/1992 (Comm. trib. reg. (Lombardia) sez. XXV, 11 aprile 2019, n.1739).

L'estinzione può essere rilevata anche d'ufficio ma solo nel grado di giudizio in cui si verifica: non è necessaria, dunque, un'apposita eccezione di parte, potendo il giudice può constatare ex officio l'inattività delle parti e dichiarare, di conseguenza, l'estinzione del processo.

L'estinzione per inattività delle parti determina effetti diversi a seconda della fase processuale in cui interviene:

-) in primo grado rende inefficaci gli atti compiuti, rendendo definitivo l'atto impugnato;

-) durante la fase di appello determina il passaggio in giudicato della sentenza appellata (a meno che non ne siano stati modificati gli effetti con provvedimenti pronunciati nel processo estinto: Cass., sez. trib., n. 13808/2014); così, la S.C. (Cass., sez. trib., n. 13808/2014)  ha affermato che l'estinzione del processo tributario per inattività delle parti, intervenuta in appello, nell'ambito di un giudizio definito in primo grado con una decisione che ha riconosciuto la fondatezza dell'azione del contribuente, determina la cristallizzazione della situazione giuridica sostanziale così come definita dalla sentenza di merito (che passa in giudicato) oggetto di impugnazione, non potendo rimanere in vita il provvedimento impositivo impugnato, travolto dal titolo giudiziale che ne ha annullato gli effetti;

-) nel giudizio di rinvio la mancata riassunzione nei termini determina l'estinzione dell'intero giudizio (v. art. 63, comma 2, d.lgs. n. 546/1992), che, azzerando le sentenze pronunciate, rende definitivo l'atto impugnato.

Le spese del processo estinto per inattività delle parti restano a carico delle parti che le hanno anticipate, derogando, pertanto, al criterio della soccombenza; tuttavia, qualora la pronuncia di estinzione venga impugnata da una delle parti, la sentenza che definisce tale giudizio liquiderà le relative spese processuali secondo il criterio della soccombenza.

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.

Sommario