Ricorso per cassazione (generico)

Roberto Succio
aggiornata da Filippo D'Aquino

Inquadramento

L'art. 62 del d.lgs. n. 546/1992 rinvia espressamente, per il ricorso per cassazione, alle norme del codice di procedura civile «in quanto compatibili». I motivi di ricorso sono enunciati dall'art. 360, comma 1 c.p.c., nel testo modificato dall'art. 2 d.lgs. n. 40/2006; l'impugnazione in oggetto, come è noto, è infatti una tipologia di impugnazione a critica vincolata, non libera come invece è per l'appello. L'art. 366 c.p.c. fissa invece, a pena di inammissibilità, i requisiti per la corretta formulazione del ricorso e dei motivi sopra ricordati.

Formula

CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZ. V TRIBUTARIA

RICORSO

del sig. .... nato a .... il residente in .... C.F. .... rappresentato e difeso giusta delega .... 1 dall'avv. .... C.F. .... P.E.C. .... con domicilio eletto in Roma, ....

CONTRO

.... 2 ;

PER LA CASSAZIONE

della sentenza resa in data .... e depositata in data .... dalla Corte di giustizia tributaria di secondo grado del .... non notificata .... 3

OGGETTO DEL GIUDIZIO

(indicare sinteticamente in circa dieci parole la materia controversa in causa);

VALORE DELLA CONTROVERSIA

(indicare il valore in parola, pari all'imposta accertata o chiesta a rimborso, con esclusione degli interessi e delle sanzioni irrogate);

SVOLGIMENTO DEL PROCESSO

(esporre sommariamente il fatto, ex art. 366, comma 1, n. 3 c.p.c. in quanto funzionale alla percezione da parte della Corte delle ragioni poste a fondamento delle censure esposte nella parte motiva, contenendole in n. 5 pagine);

SINTESI DEI MOTIVI

(sintetizzare uno per uno, con numerazione progressiva, i motivi di ricorso indicando le disposizioni di legge che si assumono violate; indicare la pagina del ricorso alla quale inizia l'esposizione di ogni singolo motivo)

MOTIVI DI IMPUGNAZIONE

(articolare singolarmente i motivi di impugnazione, che dovranno essere specifici, coerenti con la ratio decidendi della sentenza impugnata, in quanto necessario autosufficienti, e contenuti – salvo sussistano giustificate ragioni di complessità dei temi posti – nel massimo di 30 pagine)

P.Q.M.

il ricorrente come in atti generalizzato e difeso

CHIEDE

che Codesta Corte, in accoglimento del presente ricorso voglia per i sopra esposti motivi cassare la sentenza impugnata con ogni conseguenza di legge anche in punto spese.

NOTA: Il presente ricorso è stato redatto in conformità alle indicazioni tecniche contenute nel Protocollo sottoscritto in data 17 dicembre 2015 dal Presidente della Corte di cassazione e dal Presidente del Consiglio nazionale Forense.

Con osservanza.

Documenti allegati:

1) ....;

2) ....;

3) ..... 4

Luogo e data ....

Avv. .... .... 5

[1] [1]Specificare se la delega è apposta in calce a margine del ricorso.

[2] [2]Indicare se si tratta di Agenzia delle Entrate, delle Dogane e dei Monopoli, ecc. riportando i medesimi dati indicati per la parte ricorrente.

[3] [3]Qualora la sentenza sia stata notificata, indicare la data di notifica.

[4] [4]Identificare numericamente gli atti e i documenti prodotti ai sensi dell'art. 369, comma 2, n. 4 c.p.c.

[5] [5]In calce alla sottoscrizione, stendere la procura speciale che andrà sottoscritta dal ricorrente la cui firma sarà autenticata dal difensore, se tal atto non è stata apposta a margine dell'atto o non si tratta di rappresentanza ex lege; seguirà la relata di notifica del ricorso e ove la notifica sia stata eseguita via P.E.C. i messaggi relativi all'invio e alla ricezione dell'atto per quel mezzo con la relativa attestazione di conformità.

Commento

Preliminarmente, potrebbero porsi questioni di notifica dell'atto ove nel caso in cui risulti nulla la prima notifica dello stesso. In tal caso, è onere del ricorrente provvedere entro un termine ragionevole pari a trenta giorni da quanto è stato notiziato dell'esito, a nuova notifica. Tutto ciò senza che sia necessaria alcuna istanza di remissione in termini, salva solo la valutazione della Corte in ordine alla ridetta tempestività e – ovviamente – al buon fine dell'adempimento. Le questioni generali possono poi riguardare quanto ai soggetti la legittimazione attiva del ricorrente, la legittimazione passiva del o dei resistenti e quanto ai motivi i profili della specificità e dell'autosufficienza degli stessi (art. 366 c.p.c.). Inoltre, in ricorso va dato atto della notifica della sentenza impugnata, se notificata, e – a pena di improcedibilità del gravame – la stessa va prodotta in copia autentica completa dell'attestazione di notifica per consentire alla Corte di verificare la tempestiva proposizione del ricorso. Ove il ricorrente alleghi che la sentenza gli è stata notificata a mezzo posta, o tale circostanza risulti dagli atti, è sufficiente che lo stesso ricorrente depositi, insieme al ricorso, copia autentica della sentenza corredata di documentazione comprovante la spedizione dell'atto, spettando al controricorrente, anche in ossequio al principio di vicinanza della prova, l'onere di contestare il rispetto del termine breve d'impugnazione, mediante il deposito dell'avviso di ricevimento di cui egli ha la materiale disponibilità. Va compiuta una esposizione sommaria dei fatti di causa ex art. 366, comma 1, n. 3) c.p.c. che non sia un mero rinvio a quanto contenuto nella sentenza impugnata; tale prescrizione può ritenersi osservata solo se nel ricorso sia stata integralmente riportata l'esposizione dei fatti di causa contenuta nella sentenza impugnata. Si è chiarito che tale requisito risponda non ad un'esigenza di mero formalismo, ma a quella di consentire una conoscenza chiara e completa dei fatti di causa, sostanziali e processuali, ove esso derivi dalla necessità di ben intendere il significato e la portata delle censure rivolte al provvedimento impugnato. Va posta adeguata attenzione alla formulazione dei motivi; la non corretta articolazione (ad esempio la formulazione nel medesimo motivo di censure motivazionali e di violazione di legge inestricabilmente connesse e non chiaramente scindibili; la contestazione della violazione dei principi normativi in tema di onere probatorio che consista in realtà in una mera richiesta di rivalutazione delle prove, non ammessa in Corte; la mancata correlazione tra le censure dedotte e le ratio decidendi della sentenza) può portare alla declaratoria di inammissibilità dei mezzi di impugnazione.

Il ricorrente ha l'onere di indicare specificamente i motivi, come sancito dall'art. 366, comma 1, n. 4), c.p.c., a pena di inammissibilità della censura; l'omessa indicazione delle norme di legge di cui intende lamentare la violazione, dell'esame del contenuto precettivo e del raffronto di tali norme con le affermazioni in diritto contenute nella sentenza impugnata, comporta l'inammissibilità del ricorso, non potendosi demandare alla Corte il compito di individuare - con una ricerca esplorativa ufficiosa, che trascende le sue funzioni - la norma violata o i punti della sentenza che si pongono in contrasto con essa (Cass., Sez. U., n. 23745/2020).

Parimenti, inammissibile è il ricorso che, pur individuando le norme violate, ometta di raffrontare la ratio decidendi della sentenza impugnata anche con la giurisprudenza di legittimità e, ove la prima risulti conforme alla seconda, ometta di fornire argomenti per mutare orientamento (Cass., Sez. VI, n. 5001/2018). In tal caso, difatti, il ricorrente deve, per ogni specifico motivo di ricorso, indicare le ragioni per le quali le statuizioni del giudice di appello, ove conformi alla giurisprudenza di legittimità, non siano conformi a diritto, sollecitando un mutamento di orientamento, atteso che la funzione di filtro imposta dall'art. 360-bis, n. 1, c.p.c. esonera il giudice di legittimità dall'esprimere compiutamente la sua adesione al persistente orientamento di legittimità, così consentendo una più rapida delibazione dei ricorsi (Cass., Sez. U., n. 7155/2017).

Ove i motivi risultino tutti inammissibili potrebbe esser dichiarata l'inammissibilità tout court del ricorso nella sua interezza, e non solamente il suo generico rigetto. Il principio di autosufficienza – prescritto, a pena di inammissibilità, dall'art. 366, comma 1, n. 3, c.p.c. – impone che per la valutazione del contenuto del motivo vadano chiaramente identificati e compresi quindi dalla Corte sia l'oggetto della pretesa sia il tenore della sentenza impugnata, da evincersi unitamente ai motivi dell'impugnazione: ne deriva che il ricorrente ha l'onere di operare una chiara articolazione degli stessi funzionale alla piena valutazione di detti motivi in base alla sola lettura del ricorso, al fine di consentire alla Corte di cassazione (che non è tenuta a ricercare gli atti o a stabilire essa stessa se ed in quali parti rilevino) di verificare se quanto lo stesso afferma trovi effettivo riscontro, anche sulla base degli atti o documenti prodotti sui quali il ricorso si fonda. La loro testuale riproduzione, in tutto o in parte, è invece richiesta quando la sentenza è censurata per non averne tenuto conto. I requisiti dell'atto sono ulteriormente precisati dal protocollo sottoscritto dal CNF e dalla Corte di cassazione in data 17 dicembre 2015.

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