Ricorso per vizi del procedimentoInquadramentoTra le violazioni più frequentemente denunciate, sotto il profilo in esame, con ricorso per cassazione, si trova l'omessa pronuncia su un motivo di appello. Essa integra la violazione dell'art. 112 c.p.c. e non già l'omesso esame di un fatto decisivo per il giudizio, che è stato oggetto di discussione tra le parti, in quanto il motivo di gravame non costituisce un fatto principale o secondario, bensì la specifica domanda sottesa alla proposizione dell'appello. Pertanto, esso va dedotto come violazione dell'art. 360, comma 1, n. 4 c.p.c. e non quale violazione dell'art. 360, comma 1, n. 5 c.p.c., pena l'inammissibilità del motivo. Formula
RICORSO PER VIZI DEL PROCEDIMENTO [1] MOTIVO N. .... (numerare i motivi) VIOLAZIONE E FALSA APPLICAZIONE DELL'ART. 112 C.P.C. IN RELAZIONE ALL'ART. 360, COMMA 1, N. 4 C.P.C. La CTR ha del tutto omesso di pronunciarsi sul motivo di appello n. .... relativo a .... [2] , dedotto a pag. .... dell'atto di appello notificato in data .... depositato in data .... nel giudizio di seconde cure e qui trascritto “ ....” [3] . A fronte di quella censura, il secondo giudice ha pronunciato come segue .... .... [4] . Come si evince dal testo dell'intera sentenza gravata, in essa il profilo posto dall'appellante ora ricorrente in cassazione risulta del tutto trascurato quanto al suo esame, non avendo – neppure implicitamente – il giudice dell'appello trattato il profilo postogli dallo scrivente. Inoltre, la questione posta dall'odierno ricorrente sarebbe risultata decisiva di fini della pronuncia, in quanto .... [5] . Pertanto, la sentenza impugnata va sul punto cassata. P.Q.M. si conclude affinché la Corte Suprema di cassazione voglia in accoglimento del presente gravame, cassare la sentenza impugnata con ogni conseguenza di legge, anche quanto alle spese del presente giudizio di legittimità. Luogo e data .... Avv. .... [1]Per la stesura della prima parte della presente formula, v. formula “Il ricorso per cassazione (generico)”. [2]Sintetizzare il contenuto del motivo. [3]Trascrivere fedelmente la parte dell'atto di appello riportante il motivo pretermesso. [4]Trascrivere la sentenza impugnata nella sua integralità. [5]Illustrare le ragioni secondo le quali la disamina del motivo di appello oggetto dell'omessa pronuncia avrebbe potuto portare a diversa decisione il secondo giudice. CommentoLa parte che impugna una sentenza con ricorso per cassazione per omessa pronuncia su una domanda o eccezione ha l'onere, per il principio di autosufficienza del ricorso, a pena di inammissibilità, di specificare in quale atto difensivo o verbale di udienza l'ha formulata, per consentire al giudice di verificarne la ritualità e tempestività oltre che quindi la decisività della questione. Inoltre, pur configurando la violazione dell'art. 112 c.p.c. un “error in procedendo” per il quale la Corte di cassazione è giudice anche del “fatto processuale” non essendo tale vizio rilevabile d'ufficio, il potere-dovere della Corte di esaminare direttamente gli atti processuali non significa che la medesima debba ricercarli autonomamente, spettando, invece, alla parte che li deduce anche indicarli. Sotto altro profilo, ove si deduca la nullità della sentenza per un vizio dell'attività del giudice lesivo del proprio diritto di difesa, ha l'onere di indicare il concreto pregiudizio derivato atteso che, nel rispetto dei principi di economia processuale, di ragionevole durata del processo e di interesse ad agire, l'impugnazione non tutela l'astratta regolarità dell'attività giudiziaria ma mira ad eliminare il concreto pregiudizio subito dalla parte. Pertanto, l'annullamento della sentenza impugnata è necessario solo se nel successivo giudizio di rinvio il ricorrente possa ottenere una pronuncia diversa e più favorevole a quella cassata. Difatti, per quanto il giudice di legittimità sia giudice del fatto processuale (per cui è obbligato a esaminare in dettaglio le violazioni della legge processuale), tutto ciò deve avvenire nel rispetto del principio di specificità e, quindi, a condizione che la questione sia dedotta dal ricorrente in termini specifici; solo quando siano stati indicati gli elementi individuanti e caratterizzanti il fatto processuale di cui si richiede il riesame nel rispetto del principio di specificità del ricorso (Cass., Sez. I, n. 2771/2017), diviene possibile valutare la fondatezza del motivo medesimo (Cass., Sez. III, n. 1221/ 2006), sempre che la questione abbia natura esclusivamente giuridica e non richieda nuovi accertamenti di fatto (Cass., Sez. VI, n. 5724/2015). In ogni caso non ricorre il vizio di omessa pronuncia quando la decisione adottata, in contrasto con la pretesa fatta valere dalla parte, comporti necessariamente il rigetto di quest'ultima, non occorrendo una specifica argomentazione in proposito; nel qual caso è sufficiente quella motivazione che fornisca una spiegazione logica ed adeguata della decisione adottata, evidenziando le prove ritenute idonee a suffragarla, ovvero la carenza di esse, senza che sia necessaria l'analitica confutazione delle tesi non accolte o la disamina degli elementi di giudizio non ritenuti significativi (Cass., Sez. V, n. 7662/2020). Il giudice di appello, al fine di assolvere l'onere di adeguatezza della motivazione, non è, difatti, tenuto ad esaminare tutte le allegazioni delle parti, essendo necessario e sufficiente che egli esponga concisamente le ragioni della decisione così da doversi ritenere implicitamente rigettate tutte le argomentazioni logicamente incompatibili con esse (Cass., Sez. VI, n. 25509/2014). |