Controricorso al ricorso per cassazione per illogicità della motivazione exartt. 360, comma 1, n. 4 e n. 5 c.p.c.

Roberto Succio

Inquadramento

Ad oggi è denunciabile in cassazione solo l'anomalia motivazionale che si tramuta in violazione di legge costituzionalmente rilevante – difettando il c.d. «minimo costituzionalmente garantito della motivazione» – in quanto attinente all'esistenza della motivazione in sé, per l'appunto, purché il vizio risulti dal testo della sentenza impugnata, a prescindere dal confronto con le risultanze processuali. Tale anomalia si esaurisce nella «mancanza assoluta di motivi sotto l'aspetto materiale e grafico», nella «motivazione apparente», nel «contrasto irriducibile tra affermazioni inconciliabili» e nella «motivazione perplessa ed obiettivamente incomprensibile», esclusa qualunque rilevanza del semplice difetto di “sufficienza” della motivazione. Può quindi ritenersi motivazione illogica unicamente quella che manifesta un contrasto irriducibile tra affermazioni inconciliabili.

Formula

CONTRORICORSO AL RICORSO PER CASSAZIONE PER ILLOGICITÀ DELLA MOTIVAZIONE EXARTT. 360, COMMA 1, N. 4 E N. 5 C.P.C.[1]

MOTIVI DI CONTRORICORSO .... (numerare i motivi)

Quanto al motivo n. .... del ricorso, con il quale si denuncia la violazione dell'art. 360, comma 1, n. 5 c.p.c. (nuova formulazione se vigente ratione temporis) e degli artt. 132, comma 1, n. 4 c.p.c. e 36, comma 2, n. 4 d.lgs. n. 546/1992 in relazione all'art. 360, comma 1, n. 4 c.p.c. per illogicità e conseguente mancanza di motivazione per avere la CTR .... [2] .

Il motivo è inammissibile. Come si evince dalla gravata sentenza .... [3] , la CTR ha, sia pur sinteticamente, illustrato le ragioni poste a base della propria decisione, che è in concreto sostenuta da motivazione per nulla assente o apparente; le censure avversarie sono formulare, invero, onde aggredirne la motivazione sotto il profilo dell'adeguatezza o della sufficienza, profilo in ordine al quale – in forza dell'art. 360 c.p.c. nel testo qui applicabile – non è più consentito adire questa Suprema Corte. E, infatti, .... [4] .

Secondariamente, il motivo è comunque infondato. Dalla lettura della sentenza impugnata si rileva come la CTR non sia per nulla venuta meno all'obbligo di rendere un provvedimento motivato, collocandosi nel concreto la motivazione espressa ben al di sopra del c.d. “minimo costituzionale” che è invece richiesto, poiché basata su elementi logicamente tra loro coerenti e conciliabili .... [5] ; pertanto la sentenza gravata va conseguentemente integralmente confermata.

P.Q.M.

si conclude affinché la Corte Suprema di cassazione voglia dichiarare inammissibile e comunque rigettare il ricorso avversario in quanto infondato con ogni conseguenza di legge, anche quanto alle spese del presente giudizio di legittimità.

Con osservanza.

Luogo e data ....

Avv. ....

[1]Per la stesura della prima parte della presente formula, v. formula “Il ricorso per cassazione (generico)”.

[2]Riassumere il motivo avversario.

[3]Trascrivere le premesse in fatto e la motivazione della sentenza.

[4]Illustrare le ragioni per le quali si ritiene che il motivo di ricorso costituisca censura per vizio motivazionale, e non censura per illogicità della motivazione.

[5]Illustrare, anche trascrivendo la sentenza impugnata, la coerenza dei passaggi motivazionali della sentenza della CTR.

Commento

Stante i limitati e ristretti casi per i quali ad oggi è denunciabile in cassazione l'illogicità della motivazione, il controricorrente avrà attenzione ad eccepire in primo luogo proprio questo profilo. Generalmente, risulta motivazione apparente quella consistente in un contrasto irriducibile fra affermazioni inconciliabili o in affermazioni astratte e apodittiche. Tal contrasto deve esser tale da precludere l'identificazione della ratio decidendi, che resta per le parti incomprensibile o impossibile da identificare. Il contrasto in parola può anche dar luogo a una motivazione perplessa – che è nondimeno apparente e che rende quindi la sentenza che vi si fonda meritevole di cassazione – dalla quale in concreto non è possibile stabilire la giustificazione di quanto posto a base della decisione anche alla luce delle espressioni linguistiche dubitative utilizzate dalla sentenza impugnata.

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