Istanza di riunione alla Corte di cassazione di ricorsi connessiInquadramentoIl ricorrente o il controricorrente – ma anche entrambi, disgiuntamente o anche congiuntamente – possono chiedere la riunione dei ricorsi connessi. La Corte valuta l'opportunità della riunione e può disporla anche d'ufficio, o provvedere anche solo alla fissazione della discussione dei ricorsi connessi alla medesima udienza senza riunirli. FormulaALLA CORTE DI CASSAZIONE ISTANZA DI RIUNIONE DI RICORSI CONNESSI Il signor .... nato a .... il residente in .... C.F. .... rappresentato e difeso dall'Avv. .... C.F. .... con domicilio eletto in .... P.E.C. .... nel giudizio pendente di fronte a Codesta Corte al n. r.g. .... PREMESSO che il presente giudizio risulta connesso al giudizio n. r.g. .... in quanto .... [1] ; Tutto ciò premesso CHIEDE in via principale che Codesta Corte di cassazione disponga la riunione del presente giudizio con quello rubricato al n. r.g. ....; in via di subordine ne disponga la trattazione congiunta alla stessa prossima udienza. Con osservanza. Luogo e data .... Avv. .... [1]Illustrare le ragioni di connessione. CommentoIl ricorrente o il controricorrente possono chiedere la riunione per evitare il contrasto di giudicati ad esempio quando si tratti di giudizi relativi alla medesima pretesa di analoghe maggiori imposte riferite ad annualità diverse, o quanto siano dibattute identiche o simili questioni, o questioni la cui soluzione si riverberi su altre vertenze (ad esempio, un giudizio verta sulla legittimità dell'avviso di accertamento di maggiori imposte e l'altro verta sulla legittimità dell'avviso di irrogazione di sanzioni derivante dal recupero di quelle maggiori imposte). Va precisato che si ritiene inammissibile il ricorso per revocazione proposto nei confronti di una sentenza della Corte di cassazione la quale abbia respinto l'istanza di riunione di processi asseritamente connessi, in quanto vertenti su plurimi ricorsi scaturiti dal medesimo verbale di verifica ed attinenti a periodi di imposta diversi, atteso che il diniego del provvedimento di riunione non involge alcuna distorta percezione di un fatto risultante in modo incontrovertibile dalla realtà del processo, mentre l'eventuale contraddittorietà tra decisioni irrevocabili attiene ad un ipotetico “error in iudicando”, estraneo al presupposto dell'errore revocatorio. L'istanza di riunione può essere processualmente utile ad altri fini, ove si tratti di cause con litisconsorti necessari decise separatamente nel precedente grado di merito (es., in caso di ripresa di IRPEF nei confronti dei soci per trasparenza per accertamenti di maggior reddito in capo alla società partecipata); in questo caso, per evitare la rimessione della causa al primo giudice si può procedere alla riunione successiva delle cause decise separatamente, con la cd. “ricomposizione del contraddittorio”, a condizione, peraltro, che vi sia piena consapevolezza di ciascuna parte processuale dell'esistenza e del contenuto dell'atto impositivo notificato alle altre parti e delle difese processuali svolte dalle stesse, che vi sia identità oggettiva quanto a causa petendi dei ricorsi, quanto a simultanea proposizione degli stessi avverso il sostanzialmente unitario avviso di accertamento costituente il fondamento della rettifica delle dichiarazioni sia della società che di tutti i suoi soci e, quindi, identità di difese, nonché vi sia simultanea trattazione degli afferenti processi innanzi al giudice o ai giudici del merito, con conseguente identità sostanziale delle decisioni adottate da tali giudici (Cass., Sez. V, n. 6073/2022). |