Ricorso per revocazione straordinaria ex art. 395, n. 3) c.p.c.

Giuseppe Fichera
aggiornato da Filippo d'Aquino

Inquadramento

Il ricorso per revocazione straordinaria ex art. 395, n. 3) c.p.c. riguarda i casi in cui dopo l'adozione del provvedimento impugnato, emesso dal giudice di appello o in unico grado, si scopre l'esistenza di documenti in precedenza non prodotti in giudizio, decisivi per la definizione della lite.

Formula

CORTE DI GIUSTIZIA TRIBUTARIA DI SECODO GRADO DEL ....

RICORSO PER REVOCAZIONE

PER

il sig. ...., C.F. ...., residente in .... e domiciliato in ...., alla via ...., n. .... presso lo studio di .... (qualifica, nome e cognome e indirizzo PEC del difensore), da cui è rappresentato e difeso in virtù di mandato in calce al presente atto.

- ricorrente -

CONTRO

.... 1

- resistente -

FATTO

1. Il sig. ...., in data ...., ha ricevuto notifica del .... 2 , n. .... del ...., emesso da ....

2. L'atto così notificato aveva per oggetto .... 3 dovuto per l'anno .... per il complessivo importo di € ....

3. Con ricorso del ...., (notificato, consegnato o spedito) il ...., l'odierno resistente ha instaurato il giudizio innanzi alla Corte di giustizia tributaria di primo grado  di ...., proponendo i seguenti motivi:

a) ....

b) ....

c) ....

4. La Corte di giustizia tributaria di primo grado di ...., sezione ...., con sentenza n. ...., depositata il ...., ha respinto il ricorso (parzialmente o integralmente), affermando che:

a) ....

b) ....

c) ....

5. Avverso la detta sentenza, il ricorrente .... ha proposto appello innanzi a codesta Corte di giustizia tributaria di secondo grado del ...., che con sentenza n ...., depositata il .... e non ancora notificata, lo ha respinto, affermando che:

a) ....

b) ....

c) ....

Quanto sopra premesso, il sig. ....

RICORRE IN REVOCAZIONE

avanti a codesta Corte di giustizia tributaria di secondo grado avverso la sentenza meglio sopra indicata, per violazione dell'art. 395, n. 3) c.p.c., per i seguenti

MOTIVI

I. ....

II. ....

III. ....

Per tutto quanto premesso e considerato, il sig. ...., rappresentato e difeso come sopra

CHIEDE

che codesta Corte di giustizia tributaria per i motivi suesposti, respinta ogni contraria istanza ed eccezione, voglia:

1) revocare la sentenza n. ...., depositata il ....

2) dichiarare nullo, annullare ovvero comunque privare di ogni effetto giuridico l'atto impositivo impugnato descritto in narrativa;

3) condannare il resistente al pagamento di spese, diritti ed onorari del presente procedimento.

Si producono i seguenti documenti: 1) copia della sentenza della Corte di giustizia tributaria di secondo grado del ...., n. ...., depositata il ....; 2) .....

Luogo e data ....

Il difensore ....

MANDATO ALLE LITI

Mi rappresenti e difenda nel presente procedimento, in ogni stato e grado del giudizio, il ...., presso il cui studio eleggo domicilio ad ogni effetto di legge.

Luogo e data ....

.... (firma del ricorrente)

È autentica .... (firma del difensore)

[1] [1]Indicare il soggetto di cui all'art. 18, lett. c), del d.lgs. n. 546/1992.

[2] [2]Indicare l'atto impugnato.

[3] [3]Indicare il tributo oggetto dell'atto notificato.

Commento

Principi generali. La revocazione è uno dei mezzi per impugnare le sentenze. Disciplinata dagli artt. 395 e ss. c.p.c, è un'impugnazione a critica vincolata, essendo possibile solo per i motivi tassativamente indicati nell'art. 395.

Sono impugnabili con la revocazione tutte le sentenze pronunciate in grado di appello o in unico grado, le sentenze o le ordinanze pronunciate ai sensi dell'art. 375, comma 1, n. 4) e 5) c.p.c. dalla Corte di cassazione se affette da errore di fatto (artt. 395, n. 4) e 391-bis c.p.c.), nonché il provvedimento con il quale la Corte di cassazione abbia deciso nel merito, per i motivi di cui ai nn. 1), 2), 3) e 6) dell'art. 395 (art. 391-ter c.p.c.), il decreto d'ingiunzione divenuto esecutivo ai sensi dell'art. 647 c.p.c., nei casi indicati nei nn. 1, 2, 5 e 6 dell'art. 395 c.p.c.. Per effetto dell'intervento della Corte costituzionale (Corte cost. n. 51/1985 e Corte cost. n. 558/1988) l'impugnazione per revocazione ai sensi dell'art. 395, n. 4) c.p.c., è ammessa altresì nei confronti dell'ordinanza di convalida di sfratto o licenza per finita locazione, nonché di convalida di sfratto per morosità, emessi in assenza o per mancata opposizione dell'intimato. Anche il lodo arbitrale rituale può essere impugnato per revocazione ex art. 395, nn. 1), 2), 3) e 6) c.p.c.

Si distingue tra i motivi di revocazione straordinaria e quelli di revocazione ordinaria. I primi si hanno quando la sentenza è l'effetto del dolo di una delle parti in danno dell'altra (art. 395, n. 1) c.p.c.); se si è giudicato in base a prove riconosciute o comunque dichiarate false dopo la sentenza, o che la parte soccombente ignorava essere state riconosciute o dichiarate tali prima della sentenza (art. 395, n. 2) c.p.c.); se dopo la sentenza sono stati trovati uno o più documenti decisivi che la parte non aveva potuto produrre in giudizio per causa di forza maggiore o per fatto dell'avversario (art. 395, n. 3 c.p.c.); se la sentenza è effetto del dolo del giudice, accertato con sentenza passata in giudicato (art. 395, n. 6 c.p.c.). Si hanno motivi di revocazione ordinaria, invece, quando la sentenza è l'effetto di un errore di fatto risultante dagli atti o documenti della causa, circostanza che si verifica quando la decisione è fondata sulla supposizione di un fatto la cui verità è incontrastabilmente esclusa, oppure quando è supposta l'inesistenza di un fatto la cui verità è positivamente stabilita, e tanto nell'uno quanto nell'altro caso «se il fatto non costituì un punto controverso sul quale la sentenza ebbe a pronunciare» art. 395, n. 4) c.p.c.; ovvero quando la sentenza è contraria ad altra precedente avente fra le parti autorità di cosa giudicata, purché non abbia pronunciato sulla relativa eccezione (art. 395, n. 5 c.p.c.).

Le sentenze per le quali è scaduto il termine per l'appello possono essere impugnate per revocazione nei casi dei nn. 1), 2), 3) e 6) dell'art. 395 c.p.c., purché la scoperta del dolo o della falsità o il recupero dei documenti o la pronuncia della sentenza, di cui al n. 6), siano avvenuti dopo la scadenza del termine suddetto. Se i fatti menzionati avvengono durante il corso del termine per l'appello, il termine stesso è prorogato dal giorno dell'avvenimento in modo da raggiungere i trenta giorni da esso.

La revocazione (che può essere anche proposta dal pubblico ministero, ai sensi dell'art. 397 c.p.c.) si propone con citazione davanti allo stesso giudice che ha pronunciato la sentenza impugnata. L'impugnazione non sospende il termine per proporre il ricorso per cassazione o il relativo procedimento. Tuttavia, il giudice davanti a cui è proposta la revocazione, su istanza di parte, può sospendere l'uno o l'altro fino alla comunicazione della sua sentenza, qualora ritenga «non manifestamente infondata» la domanda di revocazione. Contro la sentenza pronunciata nel giudizio di revocazione sono ammessi i mezzi di impugnazione ai quali era originariamente soggetta la sentenza impugnata.

La revocazione nel processo tributario. Nel processo tributario la revocazione è disciplinata dagli artt. da 64 a 67 d.lgs. n. 546/1992; la disciplina richiama esattamente il disposto dell'art. 395 c.p.c.

Unica peculiarità è costituita dalla circostanza che la revocazione – secondo il modello processuali tipico del processo tributario – si propone con ricorso anziché con citazione e si applica integralmente il rito previsto per la Corte di giustizia tributaria innanzi al quale il ricorso è proposto, salve le deroghe contenute nelle disposizioni in commento.

Ai sensi dell'art. 65, comma 3-bis, d.lgs. n. 546/1992, nel testo risultante dopo le modifiche apportate dall'art. 9 d.lgs. n. 156/2015, emanato in attuazione della l. n. 23/2014, contenente delega per il riordino del sistema fiscale, le parti possono proporre istanze cautelari secondo quanto previsto dall'art. 52 d.lgs. n. 546/1992. Dunque, sarà possibile richiedere alla Corte di giustizia tributaria adita di sospendere in tutto o in parte l'esecutività della sentenza impugnata, se sussistono gravi e fondati motivi; in ogni caso il contribuente potrà chiedere la sospensione dell'esecuzione dell'atto se da questa può derivargli «un danno grave e irreparabile».

La revocazione straordinaria per scoperta di nuovi documenti. In tema di revocazione ai sensi dell'art. 395, n. 3) c.p.c., l'impugnazione deve essere presentata, a pena d'inammissibilità, entro trenta giorni dalla scoperta (o del ritrovamento) dei documenti assunti come decisivi non potuti produrre nel giudizio conclusosi con la sentenza impugnata, identificandosi il dies a quo non nella materiale apprensione dei medesimi, bensì nell'acquisizione di un grado di conoscenza del loro contenuto sufficiente a valutarne la rilevanza revocatoria (Cass. II, n. 5144/2019).

Il termine per l'impugnazione stabilito dall'art. 326 c.p.c. decorre dal giorno in cui la parte abbia avuto notizia dell'esistenza del documento assunto come decisivo, e non già dalla data di materiale apprensione dello stesso documento (Cass. III, n. 9369/2006).

È necessario che il documento, preesistente alla decisione impugnata e che la parte non abbia potuto produrre a suo tempo per causa di forza maggiore o per fatto dell'avversario, sia stato recuperato solo successivamente a tale decisione, sicché la revocazione non può essere utilmente invocata con riferimento a un documento formato dopo la decisione (Cass. VI, n. 20587/2015).

La forza maggiore si concreta nell'ignoranza assoluta ed incolpevole del documento, requisito insussistente ove il documento, nella disponibilità della parte e da questa consegnato al difensore, non sia stato prodotto in giudizio per strategia difensiva, insuscettibile di trasformarsi in forza maggiore neppure per il decesso del difensore, avvenuto durante il termine per l'appello (Cass. II, n. 12000/2014).

La decisività del documento presuppone che esso sia idoneo, mediante la prova diretta dei fatti di causa, a provocare una statuizione diversa, per cui il ricorrente deve formulare il giudizio alternativo in base al quale quel documento avrebbe comportato una decisione di segno opposto; al contempo, deve escludersi la decisività quando l'atto ritrovato possa offrire semplici elementi indiziari, utilizzabili per dimostrare quei fatti esclusivamente nel concorso con altri dati (Cass., Sez. Lav., n. 28239/2023).

Non può costituire documento decisivo il documento contenente una dichiarazione testimoniale, specie ove formato in epoca successiva alla decisione, avendo il legislatore inteso riservare l'impugnazione straordinaria alla sola parte che incolpevolmente non abbia potuto produrre in giudizio una prova, da intendersi necessariamente come precostituita alla decisione (Cass., Sez. III, n. 28126/2023).

Il requisito della decisività del documento va escluso nel caso in cui questo non sia, per sua natura, destinato a costituire la prova di un determinato fatto, ma rappresenti soltanto un mezzo di conoscenza di un fatto decisivo, prima ignorato e del quale l'interessato poteva procurarsi aliunde la conoscenza stessa; mentre è sufficiente, ad integrare l'assenza di colpa nella mancata produzione, il fatto di non aver potuto chiedere nemmeno l'esibizione del documento, per avere incolpevolmente ignorato la sua esistenza e la persona che lo deteneva (Cass. VI, n. 27832/2011).

L'impossibilità di produrre in giudizio un documento decisivo per causa di forza maggiore o per fatto dell'avversario, può essere ravvisata solo quando chi promuove la revocazione abbia dimostrato di aver fatto tutto il possibile per acquisire tempestivamente il documento e di non esserci riuscito per causa a lui non imputabile o per fatto dell'avversario. In questa seconda ipotesi, è necessario fornire la prova della specifica iniziativa probatoria della parte nel giudizio di merito e di un comportamento ostativo della controparte, non essendo sufficiente allegarne la mancata collaborazione (Cass. V, n. 6821/2009).

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