Istanza per la sospensione del termine per il ricorso per CassazioneInquadramentoLa parte che abbia presentato domanda di revocazione in pendenza del termine per il ricorso per cassazione, ovvero quando già sia stato instaurato detto giudizio, può presentare al giudice della revocazione apposita istanza per ottenere la sospensione del termine per impugnare o del giudizio di legittimità fino alla data in cui viene comunicato la sentenza pronunciata sulla domanda di revocazione. FormulaCORTE DI GIUSTIZIA TRIBUTARIA DI SECONDO GRADO DEL .... ISTANZA PER LA SOSPENSIONE DEI TERMINI PER il sig. ...., C.F. ...., residente in .... e domiciliato in ...., alla via ...., n. .... presso lo studio .... (qualifica, nome e cognome e indirizzo P.E.C. del difensore), da cui è rappresentato e difeso in virtù di mandato in calce al ricorso per revocazione. - ricorrente - CONTRO .... 1 - resistente - PREMESSO 1. che il sig. .... con atto notificato il .... ha proposto ricorso per revocazione avverso la sentenza n. .... depositata il ...., resa dalla Corte di giustizia tributaria di secondo grado del ....; 2. che è pendente il termine per proporre ricorso per cassazione avverso la detta sentenza; 3. che è interesse del ricorrente ottenere la sospensione del termine per proporre il detto ricorso, ai sensi dell'art. 398, ultimo comma, c.p.c.; 4. che il ricorso proposto appare non manifestamente infondato, avuto riguardo ai motivi formulati Quanto sopra premesso, il sig. .... FA ISTANZA a codesta Corte di giustizia tributaria di secondo grado perché voglia sospendere il termine per proporre ricorso per cassazione avverso la sentenza n ...., depositata il ...., resa dalla Corte di giustizia tributaria di secondo grado del ...., fino alla comunicazione della sentenza che pronuncerà sulla detta revocazione. Luogo e data .... Il difensore .... [1] [1]Indicare il soggetto di cui all'art. 18, lett. c), del d.lgs. n. 546/1992. CommentoPrincipi generali. La revocazione è uno dei mezzi per impugnare le sentenze. Disciplinata dagli artt. 395 e ss. c.p.c, è un'impugnazione a critica vincolata, essendo possibile solo per i motivi tassativamente indicati nell'art. 395 c.p.c. Sono impugnabili con la revocazione tutte le sentenze pronunciate in grado di appello o in unico grado, le sentenze o le ordinanze pronunciate ai sensi dell'art. 375, comma 1, n. 4) e 5) c.p.c. dalla Corte di cassazione se affette da errore di fatto (artt. 395, n. 4 e 391-bis c.p.c.) nonché il provvedimento con il quale la Corte di cassazione abbia deciso nel merito, per i motivi di cui ai nn. 1), 2), 3) e 6) dell'art. 395 (art. 391-ter c.p.c.), il decreto d'ingiunzione divenuto esecutivo ai sensi dell'art. 647 c.p.c., nei casi indicati nei nn. 1, 2, 5 e 6 dell'art. 395 c.p.c.. Per effetto dell'intervento della Corte costituzionale (Corte cost. n. 51/1985 e Corte cost. n. 558/1988) l'impugnazione per revocazione ai sensi dell'art. 395, n. 4) c.p.c., è ammessa altresì nei confronti dell'ordinanza di convalida di sfratto o licenza per finita locazione, nonché di convalida di sfratto per morosità, emessi in assenza o per mancata opposizione dell'intimato. Anche il lodo arbitrale rituale può essere impugnato per revocazione ex art. 395, n. 1), 2),3) e 6) c.p.c. Si distingue tra i motivi di revocazione straordinaria e quelli di revocazione ordinaria. I primi si hanno quando la sentenza è l'effetto del dolo di una delle parti in danno dell'altra (art. 395, n. 1) c.p.c.); se si è giudicato in base a prove riconosciute o comunque dichiarate false dopo la sentenza, o che la parte soccombente ignorava essere state riconosciute o dichiarate tali prima della sentenza (art. 395, n. 2) c.p.c.); se dopo la sentenza sono stati trovati uno o più documenti decisivi che la parte non aveva potuto produrre in giudizio per causa di forza maggiore o per fatto dell'avversario (art. 395, n. 3 c.p.c.); se la sentenza è effetto del dolo del giudice, accertato con sentenza passata in giudicato (art. 395, n. 6 c.p.c.). Si hanno motivi di revocazione ordinaria, invece, quando la sentenza è l'effetto di un errore di fatto risultante dagli atti o documenti della causa, circostanza che si verifica quando la decisione è fondata sulla supposizione di un fatto la cui verità è incontrastabilmente esclusa, oppure quando è supposta l'inesistenza di un fatto la cui verità è positivamente stabilita, e tanto nell'uno quanto nell'altro caso «se il fatto non costituì un punto controverso sul quale la sentenza ebbe a pronunciare» art. 395, n. 4) c.p.c.; ovvero quando la sentenza è contraria ad altra precedente avente fra le parti autorità di cosa giudicata, purché non abbia pronunciato sulla relativa eccezione (art. 395, n. 5 c.p.c.). Le sentenze per le quali è scaduto il termine per l'appello possono essere impugnate per revocazione nei casi dei nn. 1), 2), 3) e 6) dell'art. 395 c.p.c., purché la scoperta del dolo o della falsità o il recupero dei documenti o la pronuncia della sentenza, di cui al n. 6), siano avvenuti dopo la scadenza del termine suddetto. Se i fatti menzionati avvengono durante il corso del termine per l'appello, il termine stesso è prorogato dal giorno dell'avvenimento in modo da raggiungere i trenta giorni da esso. La revocazione (che può essere anche proposta dal pubblico ministero, ai sensi dell'art. 397 c.p.c.) si propone con citazione davanti allo stesso giudice che ha pronunciato la sentenza impugnata. La sospensione dei termini per impugnare. La proposizione della domanda di revocazione non sospende il termine per proporre il ricorso per cassazione, né il relativo procedimento ove già pendente. Tuttavia, il giudice davanti a cui è proposta la revocazione, su istanza di parte, può sospendere sia il termine (breve o lungo) per ricorrere per cassazione, sia il relativo procedimento ove già pendente innanzi alla S.C., fino alla comunicazione della sua sentenza che definisca il giudizio di revocazione, qualora ritenga «non manifestamente infondata» la detta domanda. In assenza del provvedimento del giudice della revocazione, i due giudizi procedono in via autonoma, potendo il ricorso per cassazione essere discusso anche prima che giunga la decisione sull'istanza di sospensione (Cass. SU., n. 9776/2020). Il mancato accoglimento della domanda di sospensione del termine per ricorrere in cassazione non è sindacabile in cassazione, costituendo esercizio di un potere insindacabile che non influenza la legittimità del giudizio di revocazione e della sentenza pronunciata all'esito di questo, né è configurabile come vizio di legittimità (Cass. Sez. VI, 30398/2017). Pertanto, in mancanza del provvedimento del giudice della revocazione, i due giudizi procedono in via autonoma, potendo il ricorso per cassazione essere discusso anche prima che giunga la decisione sull'istanza di sospensione (Cass., Sez. U., n. 9776/2020). Nel caso in cui sia stata accolta l'istanza di sospensione, l'effetto sospensivo si verifica dal momento della comunicazione del relativo provvedimento, non avendo la proposizione dell'istanza alcun immediato effetto sospensivo sebbene condizionato al provvedimento positivo del giudice. (Cass., Sez. U., n. 21874/2019). |