Comunicazione di mancato adempimento degli obblighi da parte dell'amministrazione finanziariaInquadramentoPer assicurare l'ottemperanza agli obblighi derivanti da una sentenza, la Corte di giustizia tributaria competente può adottare i provvedimenti necessari al posto dell'ufficio che li ha omessi e nelle forme prescritte dalla legge, nel rispetto del dispositivo del provvedimento relativo, e può anche, per tali fini, delegare un proprio componente o un commissario ad acta che potrà avvalersi della struttura dell'A.F. che dovrà fornire la necessaria collaborazione e la relativa documentazione. FormulaAlle parti interessate e, p.c. al Presidente di sez. della C.T. Oggetto: Comunicazione di mancato adempimento degli obblighi da parte della Amministrazione Finanziaria - Rif. sentenza da ottemperare n. ... e sentenza di ottemperanza n. ... . Il sottoscritto ... , nato a ... ( ... ) il ... , codice fiscale ... , nominato Commissario ad Acta nel giudizio contrassegnato dal n. ... con provvedimento collegiale o del G.U. (sentenza non definitiva o ordinanza interlocutoria), COMUNICA che l'Amministrazione Finanziaria, nonostante l'invito ad ottemperare e il primo accesso presso l'Ufficio preposto, ad oggi non ha ancora provveduto ad adempiere agli obblighi derivanti dalla sentenza n. ... , cosi come disposto nel PQM della stessa, nonché al pagamento di € ... , a titolo di compenso e spese per la procedura di ottemperanza, in favore del Commissario ad acta. Il sottoscritto sarà costretto, pertanto, a procedere, in virtù dell'incarico conferitogli e nel pieno delle sue facoltà, al deposito di specimen di firma alla Banca d'Italia, Tesoreria Provinciale dello Stato per l'emissione dei successivi ordinativi di pagamento in favore delle parti interessate. Il Commissario ad acta, si riserva, altresì, di relazionare il Presidente della sezione, che legge per conoscenza, sui successivi adempimenti riguardanti il corretto espletamento dell'incarico affidatogli. Tanto dovuto Luogo e data ... Il Commissario ad acta ... CommentoIl legislatore, per garantire la posizione del cittadino-contribuente, ha mutuato nel processo tributario un istituto tipico di quello amministrativo: il giudizio di ottemperanza. I presupposti per esperire il giudizio di ottemperanza sono due: 1. l'inutile decorso del termine entro il quale è prescritto dalla legge l'adempimento o, in mancanza, il decorso di trenta giorni dalla messa in mora notificata a mezzo di ufficiale giudiziario; 2. una sentenza la cui esecuzione richieda una specifica attività non posta in essere dall'ufficio soccombente. Nonostante il tenore letterale dell'art. 70 del d.lgs. n. 546/1992 prescriva, quale ulteriore requisito, il passaggio in giudicato della sentenza, il ricorso per ottemperanza può essere esperito anche nelle ipotesi di sentenze non definitive, per il combinato disposto degli artt. 67, 68 e 69 del medesimo provvedimento normativo. Trattasi di istituto previsto ad esclusiva tutela del contribuente dato che l'Amministrazione Finanziaria, per portare ad esecuzione una sentenza ormai passata in giudicato ovvero una sentenza ancora in disputandum (in questo caso, però, nei limiti di cui all'art. 68 d.lgs. n. 546/1992), può procedere direttamente con le forme dell'esecuzione esattoriale, ossia mediante iscrizione a ruolo e successiva notifica della cartella esattoriale. Il ricorso è proponibile oltre che nei confronti dell'ente impositore, anche nei confronti dell'agente della riscossione o del soggetto iscritto nell'albo di cui all'art. 53 del d.lgs. n. 446/1997, data la natura pubblica dei predetti e dell'attività da essi espletata. Il giudice competente per il giudizio di ottemperanza è la Corte di giustizia tributaria di primo grado che ha pronunciato la sentenza, se rimasta inappellata o il cui appello si sia concluso con una dichiarazione di inammissibilità, di improcedibilità o di estinzione del giudizio stesso. In ogni altro caso la competenza spetta alla Corte di giustizia tributaria di secondo grado. Il ricorso deve essere indirizzato al presidente della Corte di giustizia tributaria competente, deve contenere la sommaria esposizione dei fatti che ne giustificano la proposizione con la precisa indicazione, a pena di inammissibilità, della sentenza passata in giudicato di cui si chiede l'ottemperanza, prodotta in copia unitamente all'originale o copia autentica dell'atto di messa in mora notificato. Il ricorso, sottoscritto dal difensore tecnico abilitato (art. 12 del d.lgs. n. 546/1992), deve essere inoltre depositato, in doppio originale, alla segreteria della Corte di giustizia tributaria competente. Quest'ultima cura la comunicazione di uno dei due originali all'Ufficio inadempiente, il quale, entro il termine di venti giorni, può trasmettere alla Corte di giustizia tributaria le proprie osservazioni, allegando la documentazione dell'eventuale adempimento. Scaduto il predetto termine, il presidente della Corte di giustizia tributaria assegna il ricorso alla sezione che ha pronunciato la sentenza e dunque il presidente della sezione fissa, non oltre novanta giorni dal deposito, la data per la trattazione del ricorso in camera di consiglio, che sarà comunicata alle parti, a cura della segreteria, almeno dieci giorni liberi prima. Nell'udienza camerale di trattazione il Collegio, sentite le parti in contraddittorio e acquisiti i documenti necessari, adotta con sentenza immediatamente esecutiva i provvedimenti indispensabili per l'ottemperanza, in luogo dell'ufficio che li ha omessi, conformandosi alle forme amministrative per essi prescritti, agli obblighi risultanti espressamente dal dispositivo della sentenza e alla relativa motivazione. La trattazione della controversia avviene sempre in camera di consiglio. Qualora lo ritenga opportuno, il Collegio può delegare un proprio componente o nominare un commissario ad acta nella persona di un esperto della materia oggetto di contenzioso, definendone i poteri nell'atto di nomina, e fissando un termine congruo per i necessari provvedimenti attuativi. Il giudizio di ottemperanza viene dichiarato chiuso dal Collegio con ordinanza, per avvenuta esecuzione della sentenza. Dal 1° gennaio 2016 sono state attribuite alla competenza del giudice monocratico le seguenti ipotesi (art. 70, comma 10-bis, d.lgs. n. 546/1992): - pagamento di somme dell'importo fino a ventimila euro; - pagamento delle spese di giudizio. Si precisa inoltre che le modifiche apportate dal d.lgs. n. 156/2015 alla disciplina del processo tributario, eliminando il riferimento all'applicabilità in via sussidiaria delle disposizioni del codice di procedura civile, prevedono il giudizio di ottemperanza, nell'attuale formulazione di cui all'art. 70 del d.lgs. n. 546/1992, quale unico rimedio esperibile in materia di esecuzione coattiva delle sentenze tributarie, ancorché non definitive. |