Atto di intervento di altro creditore nella procedura promossa dal concessionarioInquadramentoIl concorso di creditori nel processo esecutivo individuale può realizzarsi in varie forme. La forma tipica di attuazione del concorso è costituita dall'intervento dei creditori disciplinato dall'art. 499 c.p.c. FormulaTRIBUNALE CIVILE DI .... SEZIONE .... - G.E. DOTT. .... R.G.E. N. .... / .... RICORSO PER INTERVENTO [1] La ditta ...., con sede in .... ( ....), alla via ...., ...., C.F. ...., in persona del titolare e legale rappresentante pro-tempore, Sig. ...., nato a .... ( ....) il ...., C.F. ...., residente in .... ( ....), alla via ...., n. ...., elettivamente domiciliata in .... ( ....), alla via ...., n. ...., presso lo studio dell'Avv. .... [nato a .... ( ....) in data .... - C.F. ....], che la rappresenta e difende in virtù di procura speciale ad litem posta in calce al presente atto, PREMESSO che ad istanza della società ...., quale concessionaria del servizio di riscossione dei tributi del Comune di ...., è stata promossa, in danno di ...., procedura esecutiva .... in forza di pignoramento eseguito il ....; RILEVATO che la ditta .... è creditrice del debitore esecutato, in forza di sentenza n. .... emessa dal Tribunale di ...., dell'importo complessivo di € ....; CHIEDE di poter partecipare alla distribuzione della somma ricavata dalla vendita forzata. Il difensore dichiara di voler ricevere le comunicazioni inerenti il procedimento presso il proprio numero d fax ( ....) o indirizzo di posta elettronica certificata ( ....). Luogo e data .... Firma Difensore .... PROCURA La ditta ...., con sede in .... ( ....), alla via ...., ...., C.F. ...., in persona del titolare e legale rappresentante pro-tempore, Sig. ...., nato a .... ( ....) il ...., C.F. ...., residente in .... ( ....), alla via ...., n. ...., delega a rappresentarla e a difenderla, in ogni fase e grado della procedura di cui al presente atto, l'Avv. ...., conferendogli ogni e più ampia facoltà di legge, e con espresso mandato di proporre domanda di intervento nella procedura esecutiva ...., ed elegge domicilio presso il proprio studio sito in .... ( ....), alla via ...., n. ..... Dichiara, inoltre, di aver ricevuto tutte le informazioni previste dagli artt. 7 e 13 del d.lgs. n. 196/2003, nonché dal Regolamento (UE) 2016/679 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 27 aprile 2016, e presta il proprio consenso al trattamento dei dati personali per l'espletamento del mandato conferito. Luogo e data .... Firma Mandante .... Autentica della Firma .... [1]La forma tipica di attuazione del concorso è, infine, costituita dall'intervento dei creditori disciplinato dall'art. 499 c.p.c. che, a differenza del cosiddetto pignoramento successivo, non costituisce una forma di esercizio autonomo dell'azione esecutiva ma esercizio dell'azione esecutiva in via accessoria, con la conseguenza che l'eventuale invalidità del pignoramento, quale atto introduttivo della procedura esecutiva, spiega un immediato effetto caducatorio sugli atti di intervento depositati nell'ambito dello stesso processo. CommentoIl concorso di creditori nel processo esecutivo individuale può realizzarsi in varie forme. Il concorso può operare sin dal compimento del primo atto di esecuzione [nel caso di pignoramenti cumulativi (che si configurano quando vengono eseguiti ad istanza di due o più creditori che esercitano congiuntamente l'azione esecutiva) o contemporanei (che si configurano nel caso in cui due pignoramenti vengono eseguiti in un unico contesto spazio temporale, ma ad istanza di più creditori)] o nel corso del processo esecutivo (quando viene eseguito un pignoramento successivo, ossia quando un bene, già colpito da pignoramento, venga sottoposto ad altro pignoramento ad istanza dello stesso creditore o di altri creditori). La previsione di un ipotetico concorso dei creditori nel processo esecutivo costituisce espressione del principio sancito dagli artt. 2740 e 2741 c.c. secondo cui, in attuazione della garanzia patrimoniale generica del debitore, ciascun creditore ha la facoltà di soddisfare le proprie pretese sui beni del debitore. Si è discusso a lungo, sia in dottrina che in giurisprudenza, circa il destino di una procedura esecutiva, caratterizzata dall'intervento di creditori titolati, nel caso in cui venga meno il titolo del creditore che ha introdotto la procedura medesima con l'atto di pignoramento Il Collegio esteso di Piazza Cavour (Cass., S.U., n. 61/2014) ha affermato, al riguardo, il seguente principio di diritto: «nel processo di esecuzione, la regola secondo cui il titolo esecutivo deve esistere dall'inizio alla fine della procedura va intesa nel senso che essa presuppone non necessariamente la continuativa sopravvivenza del titolo del creditore procedente, bensì la costante presenza di almeno un valido titolo esecutivo (sia pure dell'interventore) che giustifichi la perdurante efficacia dell'originario pignoramento. Ne consegue che, qualora, dopo l'intervento di un creditore munito di titolo, sopravviene la caducazione del titolo esecutivo comportante l'illegittimità dell'azione esecutiva intrapresa dal creditore procedente, il pignoramento, se originariamente valido, non è caducato, bensì resta quale primo atto dell'iter espropriativo riferibile anche al creditore titolato intervenuto, che anteriormente ne era partecipe accanto al creditore pignorante». È, tuttavia, necessario, precisano le Sezioni Unite, distinguere se l'azione esecutiva si sia arrestata prima o dopo l'intervento. Ciò perché, nel primo caso, non esistendo un valido pignoramento cui gli interventi possano ricollegarsi, il processo esecutivo è improseguibile. Altresì occorre verificare se il difetto del titolo posto a fondamento dell'azione esecutiva del creditore procedente sia originario o sopravvenuto, posto che solo il primo preclude che l'azione esecutiva prosegua anche da parte degli interventori titolati, mentre il secondo consente l'estensione in loro favore di tutti gli atti compiuti finché il titolo del creditore procedente ha conservato validità. Ai sensi dell'art. 499, comma 1 c.p.c. sono legittimati ad intervenire nel processo di espropriazione forzata innanzitutto coloro che vantano un credito fondato su titolo esecutivo. A tenore della medesima disposizione codicistica hanno una analoga facoltà, anche se sprovvisti di titolo esecutivo, i creditori che, al momento del pignoramento, avevano eseguito un sequestro sui beni pignorati ovvero avevano un diritto di pegno o un diritto di prelazione risultante da pubblici registri ovvero erano titolari di un credito di somma di denaro risultante dalle scritture contabili di cui all'art. 2214 c.c. L'intervento si propone con ricorso e, dunque, in forma scritta e va redatto con l'assistenza di un legale munito di procura alle liti. Il ricorso deve contenere l'indicazione del credito e quella del titolo di esso, la domanda per partecipare alla distribuzione della somma ricavata e la dichiarazione di residenza o la elezione di domicilio nel comune in cui ha sede il giudice competente per l'esecuzione. Se l'intervento ha luogo per un credito di somma di denaro risultante dalle scritture di cui di cui all'art. 2214 c.c., al ricorso deve essere allegato, a pena di inammissibilità, l'estratto autentico notarile delle medesime scritture rilasciato a norma delle vigenti disposizioni. I creditori chirografari che intervengono dopo l'udienza che dispone la vendita sono postergati rispetto agli altri creditori. L'intervento può ritenersi non tardivo solo se l'udienza che dispone la vendita sia stata di mero rinvio oppure in cui siano state compiute attività esclusivamente dirette a rimediare a una nullità impediente il normale svolgimento del procedimento (Cass. Sez. III, n. 26423/2020). Il creditore privo di titolo esecutivo che interviene nell'esecuzione deve notificare al debitore, entro i dieci giorni successivi al deposito, copia del ricorso, nonché copia dell'estratto autentico notarile attestante il credito se l'intervento nell'esecuzione ha luogo in forza di essa. Il creditore che, al momento del pignoramento, ha un diritto di prelazione risultante da pubblici registri, può intervenire nel processo di espropriazione forzata anche se non munito di titolo esecutivo, senza che siano necessari il deposito e la notifica dell'estratto autentico notarile delle scritture contabili, adempimenti che sono invece prescritti per i creditori sprovvisti di titolotitolari di un credito di somma di denaro risultante dalle scritture contabili di cui all'art. 2214 c.c. (Cass. Sez. III, 15996/2022). I creditori sprovvisti di titolo sono assoggettati a un sub-procedimento di verifica degli stessi, effettuato ai fini della distribuzione del ricavato anche tra tali creditori. Il sub-procedimento deve essere fissato di ufficio dal giudice e la notifica va curata da una delle parti e l'udienza va disposta con l'ordinanza che dispone la vendita o l'assegnazione. Ove il procedimento non venga effettuato tempestivamente il creditore sprovvisto di titolo deve avanzare tempestiva istanza affinché l'udienza si svolga durante la fase liquidativa del processo esecutivo prima dell'inizio della stessa (Cass. Sez. III, 15996/2022). Per completezza si precisa che l'intervento nelle procedure esecutive, secondo la precisazione contenuta nella Circolare del Ministero della Giustizia – Dipartimento degli Affari di giustizia del 5 luglio 2012, non comporta il pagamento del contributo unificato, salvo che il creditore intervenuto proponga istanza di vendita o di assegnazione del bene. |