Memoria di costituzione nell'opposizione contro il cd. pignoramento diretto ex art. 72-bis d.P.R. n. 602/1973

Domenico Pagliuca

Inquadramento

Il soggetto che procede alla riscossione coattiva, per difendersi in sede di opposizione al cosiddetto pignoramento diretto ex art. 72-bis d.P.R. n. 602/1973, utilizza quale atto la memoria di costituzione.

Formula

TRIBUNALE DI .... G.E. DOTT. .... - RGE. .... / ....

MEMORIA DI COSTITUZIONE

PER

la società ...., con sede in .... ( ....), alla via ...., ...., C.F. ...., in persona del legale rappresentante pro-tempore, Sig. ...., quale concessionaria della riscossione tributi del Comune di ...., elettivamente domiciliata in .... ( ....), alla via ...., ...., presso lo studio dell'Avv. ...., che la rappresenta e difende in virtù di procura speciale posta in calce al presente atto,

- opposta-

CONTRO

il Sig. ...., nato a .... ( ....) il ...., C.F. ...., residente in .... ( ....), alla via ...., ...., ed elettivamente domiciliato in ...., alla via ...., ...., presso lo studio dell'Avv. ...., che lo rappresenta e difende.

- opponente -

FATTO

L'esponente, nella qualità di società concessionaria della riscossione tributi del Comune di ...., notificava, al Sig. ...., in considerazione del mancato pagamento dell'importo portato dall'ingiunzione fiscale notificata il ...., un atto di pignoramento ex art. 72-bis del d.P.R. n. 602/1973, sottoponendo a pignoramento la pensione erogata dall'I.N.P.S.

Il Sig. ...., con ricorso depositato in data ...., proponeva opposizione ai sensi dell'art. 615, comma 2 c.p.c., deducendo la nullità del pignoramento per aver tale atto riguardato crediti pensionistici.

L'opponente, dunque, con il ricorso citato chiedeva:

– in via preliminare, la sospensione dell'esecuzione;

– nel merito, la declaratoria di nullità dell'atto di pignoramento diretto notificato in data ....;

– la condanna dell'opposta al pagamento delle spese processuali.

Pertanto, con il presente atto, la società ...., come in epigrafe rappresentata, domiciliata e difesa, intende sottoporre all'attenzione dell'Ill.mo Giudice adito la totale infondatezza ed inammissibilità della spiegata opposizione poiché .....

Tanto ritenuto,

CHIEDE

all'Ill.mo Giudice adito di dichiarare l'inammissibilità e l'infondatezza dell'opposizione all'esecuzione proposta dal Sig. .... con ricorso depositato il .... e notificato in data ...., alla stregua dei motivi sopra esposti.

Con vittoria di spese e competenze di lite.

Si depositano i seguenti documenti:

1. ....;

2. ....;

3. ....;

4. .....

Il difensore dichiara di voler ricevere le comunicazioni e le notificazioni inerenti il procedimento presso il seguente numero di fax .... e/o presso l'indirizzo di posta elettronica certificata .....

Luogo e data ....

Firma Difensore ....

PROCURA SECIALE

La società ...., con sede in .... ( ....), alla via ...., ...., C.F. ...., in persona del legale rappresentante pro-tempore, Sig. ...., delega a rappresentarla e a difenderla – nell'opposizione avverso il pignoramento diretto ex art. 72-bis del d.P.R. n. 602/1973 proposta dal Sig. ...., in ogni fase e grado della relativa procedura – l'Avv. ...., conferendo ogni e più ampia facoltà di legge, ed elegge domicilio presso il suo studio in .... ( ....), alla via ...., ....

Dichiara, inoltre, di aver ricevuto tutte le informazioni previste dagli artt. 7 e 13 del d.lgs. n. 196/2003, nonché dal Regolamento (UE) 2016/679 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 27 aprile 2016, e presta il proprio consenso al trattamento dei dati personali per l'espletamento del mandato conferito.

Luogo e data ....

Firma Mandante ....

Autentica della Firma ....

Commento

L'art. 72-bis d.P.R. n. 602/1973 (Disposizioni sulla riscossione delle imposte sul reddito) disciplina, sotto la rubrica «pignoramento di crediti verso terzi», una forma speciale e più snella di pignoramento esattoriale che può essere azionata dall'agente della riscossione in alternativa all'ordinaria espropriazione forzata di crediti presso terzi regolata dagli artt. 543 e ss. c.p.c.

In particolare, il concessionario, anziché procedere all'espropriazione forzata presso terzi citando debitore e terzo innanzi al Tribunale competente, può azionare il c.d. pignoramento diretto, ordinando al terzo di corrispondergli le somme dovute al debitore (ad eccezione dei crediti pensionistici) entro il termine di sessanta giorni (dalla notifica), se si tratta di somme per le quali il debitore ha già maturato il diritto alla percezione, oppure alle rispettive scadenze.

Nel caso di inottemperanza all'ordine di pagamento, precisa il comma 2 della disposizione normativa, il concessionario procederà al recupero giudiziale delle somme dovute secondo le norme del codice di procedura civile, previa citazione del terzo intimato e del debitore, così come dispone l'art. 72, comma 2, del medesimo provvedimento normativo.

Questa forma speciale di pignoramento inizia con la notifica di un atto stragiudiziale al debitore e al terzo, che assume a tutti gli effetti gli obblighi del custode ex art. 546 c.p.c. e si conclude, senza l'intervento dell'autorità giudiziaria, con il pagamento del credito da parte del terzo. Se quest'ultimo è tenuto a pagare somme a scadenze successive, permane la legittimazione dell'agente della riscossione alla percezione delle stesse fino alla concorrenza del credito azionato.

Si tratta, quindi, di una procedura di carattere stragiudiziale, che non richiede l'attività del Giudice dell'Esecuzione, necessaria solo se il terzo non ottempera entro l'indicato termine dei sessanta giorni all'ordine di pagamento rivolto ai sensi dell'art. 72-bis.

Questa speciale forma di pignoramento, pur svolgendosi in via stragiudiziale in mancanza di opposizioni delle parti, dà comunque luogo ad un vero e proprio processo esecutivo per espropriazione di crediti presso terzi, differenziandosi dalla procedura ordinaria essenzialmente per la possibilità del creditore di ordinare direttamente al terzo il pagamento delle somme pignorate; a tale procedura si applica, quindi (nei limiti della compatibilità), la disciplina ordinaria del processo esecutivo (Cass., n. 26549/2021) e nei giudizi di opposizione esecutiva vi è litisconsorzio necessario tra agente della riscossione, debitore e terzo pignorato (Cass., n. 16236/2022). Avverso tale forma di pignoramento può, pertanto,  essere proposta sia l'opposizione all'esecuzione (ad esempio, nell'ipotesi di pignoramento di somme eccedenti i limiti stabiliti dall'art. 72-ter d.P.R. n. 602/1973) che l'opposizione agli atti esecutivi (ad esempio, nell'ipotesi di omessa o invalida notificazione della cartella di pagamento o di altro atto prodomico al pignoramento), tenendo debitamente conto di due aspetti fondamentali:

1. che la Corte costituzionale, (Corte cost. n. 114/ 2018), ha dichiarato costituzionalmente illegittimo l'art. 57, comma 1, lett. a) d.P.R. n. 602/1973 nella parte in cui non prevede che, nelle controversie che riguardano gli atti dell'esecuzione forzata tributaria successivi alla notifica della cartella di pagamento o all'avviso di cui all'art. 50 d.P.R. n. 602/1973, sono ammesse le opposizioni regolate dall'art. 615 c.p.c.. E tanto perché «... laddove la censura della parte assoggettata a riscossione esattoriale non radichi una controversia devoluta alla giurisdizione del giudice tributario e quindi sussista la giurisdizione del giudice ordinario – l'impossibilità di far valere innanzi al giudice dell'esecuzione l'illegittimità della riscossione mediante opposizione all'esecuzione, essendo ammessa soltanto l'opposizione con cui il contribuente contesti la mera irregolarità formale del titolo esecutivo o degli atti della procedura e non anche quella con cui egli contesti il diritto di procedere alla riscossione, confligge frontalmente con il diritto alla tutela giurisdizionale riconosciuto in generale dall'art. 24 Cost. e nei confronti della pubblica amministrazione dall'art. 113 Cost., dovendo essere assicurata in ogni caso una risposta di giustizia a chi si oppone alla riscossione coattiva»;

2. che La Corte di Cassazione, a Sezioni Unite (Cass. S.U., n. 13913/2017), ha affermato il principio secondo il quale in materia di esecuzione forzata tributaria l'opposizione agli atti esecutivi avverso l'atto di pignoramento asseritamente viziato per omessa o invalida notificazione della cartella di pagamento (o di altro atto prodomico al pignoramento), o comunque riguardanti fatti incidenti sulla pretesa tributaria fino alla notifica della cartella di pagamento o all'intimazione di pagamento è ammissibile e va proposta ai sensi degli artt. 2, comma 1 e 19 d.lgs. n. 546/1992, 57 d.P.R. n. 602/1973 e 617 c.p.c. davanti al giudice tributario, risolvendosi nell'impugnazione del primo atto in cui si manifesta la volontà di procedere alla riscossione di un ben individuato credito tributario. Al fine di individuare la giurisdizione rileva, infatti, il vizio dedotto dell'atto di esecuzione forzata e non la natura di primo atto dell'espropriazione forzata.

Se la giurisdizione spetta al giudice ordinario, l'opposizione si propone con ricorso da depositare presso la cancelleria del Giudice dell'Esecuzione del Tribunale, salvo altra prassi applicata nei singoli Fori, come di seguito specificato.

Introdotta l'opposizione, il giudice fissa con decreto l'udienza di comparizione delle parti davanti a sé, nonché il termine perentorio per la notificazione del ricorso e del decreto. Con il medesimo decreto, il giudice ordina al concessionario di depositare in cancelleria, cinque giorni prima dell'udienza, l'estratto del ruolo e copia di tutti gli atti di esecuzione e pronuncia, nei casi urgenti, i provvedimenti opportuni.

All'udienza fissata, l'Autorità adita concede o nega con ordinanza i provvedimenti indilazionabili o la sospensione dell'esecuzione e quindi fissa i termini per l'introduzione del giudizio di merito.

Per il deposito del ricorso in opposizione, qualora l'Ufficio Giudiziario competente reputi che l'opposizione vada depositata nel registro esecuzioni e necessaria la preventiva iscrizione a ruolo della procedura esecutiva, occorrerebbe fare riferimento all'art. 159-ter disp. att. c.p.c. «Iscrizione a ruolo del processo esecutivo per espropriazione a cura di soggetto diverso dal creditore», a mente del quale colui che deposita un atto o un'istanza prima che il creditore abbia iscritto a ruolo la procedura esecutiva deve depositare la nota di iscrizione a ruolo e una copia dell'atto di pignoramento.

Il deposito della nota di iscrizione a ruolo può avere luogo anche con modalità non telematiche e la copia dell'atto di pignoramento può essere priva dell'attestazione di conformità.

Se si opta per il deposito cartaceo dell'iscrizione a ruolo e dell'atto di pignoramento, occorrerà attendere l'assegnazione del numero di ruolo della procedura per procedere al deposito telematico dell'opposizione, che in questo caso avverrà selezionando gli estremi del fascicolo telematico del procedimento esecutivo iscritto e come atto la specifica opposizione che si propone.

Se si opta invece per l'iscrizione a ruolo telematica della procedura esecutiva, nonché dell'opposizione al pignoramento esattoriale, è possibile procedere all'espletamento di entrambe le attività predisponendo una sola busta telematica con il proprio redattore, che avrà come atto principale la nota di iscrizione a ruolo (che i redattori generalmente caricano automaticamente nella busta) e come allegato semplice il ricorso in opposizione, oltre al titolo esecutivo, all'atto di pignoramento, al contributo unificato e la marca dovuti per l'iscrizione della procedura esecutiva.

Giova infine rilevare, circa la natura dell'atto di pignoramento diretto, che, come precisato dai Giudici di Piazza Cavour con la sentenza di Cass. III, n. 26519/2017, l'atto di pignoramento presso terzi eseguito dal concessionario della riscossione ai sensi dell'art. 72-bis d.P.R. n. 602/1973 in sede di esecuzione esattoriale, sebbene preordinato alla riscossione coattiva di crediti erariali, non acquisisce per ciò stesso la natura di atto pubblico, ai sensi e per gli effetti degli artt. 2699 e 2700 c.c., conservando invece quella di atto processuale di parte. Ne consegue che l'attestazione ivi contenuta delle attività svolte dal funzionario che ha materialmente predisposto l'atto non è assistita da fede pubblica e non fa piena prova fino a querela di falso, a differenza di quanto avviene quando il concessionario della riscossione esercita – ex art. 49, comma 3 d.P.R. n. 602/1973 – le funzioni proprie dell'ufficiale giudiziario, ad esempio notificando il medesimo atto.

Il soggetto che procede alla riscossione coattiva, per difendersi in sede di opposizione al cosiddetto pignoramento diretto ex art. 72-bis d.P.R. n. 602/1973, utilizza quale atto la memoria di costituzione.

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