Ricorso per l'accertamento dell'obbligo del terzo al giudice dell'esecuzioneInquadramentoNell'ambito del procedimento di espropriazione forzata di crediti presso terzi, se sulla dichiarazione del terzo pignorato sorgono contestazioni o se a seguito della mancata dichiarazione del terzo non è possibile l'esatta identificazione del credito o dei beni del debitore in possesso del terzo, il giudice dell'esecuzione, su istanza di parte, provvede con ordinanza, compiuti i necessari accertamenti nel contraddittorio tra le parti e con il terzo. L'ordinanza produce effetti ai fini del procedimento in corso e dell'esecuzione fondata sul provvedimento di assegnazione ed è impugnabile nelle forme e nei termini di cui all'art. 617 c.p.c. FormulaTRIBUNALE ORDINARIO DI .... VERBALE DI UDIENZA L'anno ...., il giorno .... del mese di ...., alle ore ...., innanzi al giudice dell'esecuzione Dott. ...., assistito dal sottoscritto cancelliere, sono comparsi: per il creditore .... e per il debitore ..... L'Avv. ...., nell'interesse del creditore [1] ...., munito di titolo esecutivo costituito da ...., preso atto della dichiarazione negativa del terzo pignorato, chiede accertarsi l'obbligo del terzo, ai sensi dell'art. 549 c.p.c., assumendo che il terzo pignorato è debitore del debitore esecutato in quanto .... IL GIUDICE DELL'ESECUZIONE presso atto dell'istanza di accertamento dell'obbligo del terzo, e ritenuto che il creditore istante è legittimato a proporre la richiesta .... omissis Firma Cancelliere .... Firma Giudice dell'esecuzione .... [1]Nonostante il nuovo accertamento dell'obbligo del terzo configuri un procedimento deformalizzato ed endoesecutivo, e nonostante l'istanza introduttiva non abbia la valenza di una domanda giudiziale, occorre che il creditore istante enunci, seppur sommariamente, la causa petendi della sua richiesta specificando quale sia l'obbligazione che assume intercorra tra il debitore esecutato ed il terzo pignorato. CommentoL'istanza di accertamento dell'obbligo del terzo, pur non introducendo un giudizio contenzioso, promuove lo svolgimento di un procedimento contenzioso “endoesecutivo”, rientrando quindi nella competenza funzionale del giudice dell'esecuzione, avente la funzione di individuare l'oggetto del pignoramento così da consentire la prosecuzione del processo che altrimenti dovrebbe essere estinto. L'accertamento dell'obbligo del terzo configura oggi, dunque, ai sensi del novellato art. 549 c.p.c., un procedimento sommario ed endoesecutivo. L'accertamento dell'obbligo del terzo, così come disciplinato dalla vecchia formulazione dell'art. 548 c.p.c., configurava un giudizio di cognizione destinato a concludersi con una sentenza idonea al giudicato sostanziale. Oggi, invece, a seguito alle modifiche apportate dalla l. n. 228/2012, dal d.l. n. 132/2014 e dal d.l. n. 83/2015, l'introduzione del subprocedimento volto all'accertamento dell'obbligo del terzo si configura alla stregua di un subprocedimento contenzioso interno alla procedura esecutiva, funzionalmente devoluto al giudice di questa e volto alla delibazione dell'effettiva esistenza di un diritto di credito ai soli fini dell'esecuzione in corso, sicché l'ordinanza che lo definisce è priva di rilievo o efficacia panprocessuale e inidonea alla formazione di un giudicato sull'an o sul quantum del debito del terzo nei confronti dell'esecutato. (Cass., Sez. III, n. 23123/2022). Si ritiene che, alla luce delle modifiche apportata dal d.l. n. 132/2014, conv. con modif. in l. n. 162/2014, l'art. 549 c.p.c. vada interpretato nel senso che i creditori possono provocare lo svolgimento del procedimento incidentale di accertamento dell'obbligo del terzo quando la dichiarazione espressa dal terzo sia in tutto o in parte negativa nonché quando il riconoscimento implicito manchi, per la genericità del contenuto dell'atto di pignoramento, della consistenza oggettiva necessaria a rendere possibile l'assegnazione o la vendita. L'istanza può essere proposta oralmente, ed in tal caso va riprodotta nel verbale di udienza, oppure mediante atto scritto allegato al verbale di udienza. Si è precisato che l'introduzione del subprocedimento, rimesso all'istanza della parte interessata e pur potendo essere formulata anche a verbale d'udienza, deve essere debitamente circostanziata sia in relazione al petitum, che alla causa petendi, con la conseguenza che, qualora essa sia affetta da genericità, il g.e., in mancanza di reazione delle parti interessate, non deve sollecitarne d'ufficio una specificazione, bensì dichiararne l'inammissibilità (Cass., Sez. III, n. 13487/2023). L'istanza, peraltro, può essere determinata anche per relationem sino a concorrenza dell'importo pignorato (Cass., Sez. III, n. 23123/2022). In ogni caso, anche a seguito delle modifiche apportate agli artt. 548 e 549 c.p.c. dalla recente novella del 2012 e del 2014, il debitore esecutato continua ad essere litisconsorte necessario, in quanto interessato all'accertamento del rapporto di credito oggetto di pignoramento, ancorché la pronuncia non faccia stato nei suoi confronti; tuttavia, l'esigenza di tutelare l'integrità del contraddittorio si avverte solamente nel caso in cui il terzo pignorato proponga opposizione agli atti esecutivi, giacché nella fase sommaria il debitore esecutato già partecipa al processo di espropriazione (Cass., Sez. III, n. 26185/2020). |