Procura alle liti per atto pubblico rilasciata all'esteroInquadramentoL'utilizzabilità in Italia di atti provenienti dall'estero è prevista in numerose norme; pertanto sussiste nel nostro ordinamento il principio del riconoscimento degli atti provenienti dall'estero. L'art. 60 della l. n. 218/1995, secondo comma dispone che “L'atto di conferimento dei poteri di rappresentanza è valido, quanto alla forma, se considerato tale dalla legge che ne regola la sostanza oppure dalla legge dello Stato in cui è posto in essere”. FormulaPROCURA ALLE LITI RILASCIATA ALL'ESTERO REPUBBLICA ITALIANA L'anno ... , il giorno ... del mese ... In ... (città, indirizzo) Innanzi a me dott. ... Capo dell'Ufficio Consolare (o suo Delegato) di ... , si è costituito il Signor: — ... , nato a ... il ... , domiciliato in ... , il quale interviene in qualità di ... (legale rapp.te) di ... , con sede legale in ... , codice fiscale ... Detto comparente della cui identità personale, veste e poteri io Funzionario sono certo, mi chiede di ricevere il presente atto, con il quale egli, per conto e nell'interesse di ... D I C H I A R A di conferire come conferisce, procura alle liti, in rappresentanza di ... all'avvocato/Dott.comm. /altro ... nato a ... il ... , codice fiscale ... al fine di assicurare la rappresentanza e la tutela giudiziale di ... , nel giudizio da promuovere (o già promosso) nei confronti di ... , davanti a ... , con attribuzione allo stesso di ogni più ampia facoltà di legge, con tutte le facoltà di cui all'art. 84 c.p.c., comprese quelle di chiamare terzi in causa, di transigere, di rinunciare alle azioni ed agli atti dei giudizi e di accettare rinunce, di proporre opposizioni ed impugnazioni e di resistere ad esse in ogni stato e grado, di nominare altri procuratori ed avvocati, assumendone la piena responsabilità e con spese e costi a proprio carico, di farsi sostituire da altri procuratori ed avvocati ed eleggere domicilio. Viene conferita, altresì, la facoltà, di effettuare, in conformità alla normativa vigente, iscrizioni, trascrizioni e rinnovazioni di iscrizioni ipotecarie, curando le relative formalità; di quietanzare ed incassare, a seguito di provvedimento giudiziale, somme di denaro depositate su libretti bancari e/o su conti correnti di qualunque Istituto di Credito in relazione ai processi esecutivi mobiliari e immobiliari presso tutti i Tribunali Civili e vincolate ai Giudici dell'Esecuzione, nonché somme di denaro relative a mandati diretti a qualsiasi ufficio Postale con i quali si autorizza a pagare, giusto ordine del Giudice dell'Esecuzione, a seguito di prelievo da libretti di risparmio e/o da conti correnti relativi ai processi esecutivi presso qualsiasi Tribunale Civile, nonché a svolgere tutte le attività preliminari e/o conseguenti all'incasso delle suddette somme; di assicurare la rappresentanza e la tutela di ... nei procedimenti avanti agli organismi di conciliazione e/o mediazione come previsto delle norme vigenti in materia, e di conciliare le relative controversie. Richiesto io Capo dell'Ufficio Consolare, ho ricevuto il presente atto, da me letto al comparente, che lo approva e con me lo sottoscrive. Luogo e data ... Firma (rappresentato) ... Firma Capo Ufficio Consolare (o Delegato) ... CommentoLa “legge consolare” d.lgs. n. 71/2011, all'art. 28 (“Funzioni notarili”) dispone che il Capo dell'ufficio Consolare esercita, secondo le modalità e con i limiti stabiliti, le funzioni di notaio nei confronti dei cittadini, attenendosi alla legislazione nazionale. L'autentica della sottoscrizione consiste nell'attestazione di un pubblico ufficiale che la firma è stata apposta in sua presenza, dopo essersi accertato dell'identità della persona che sottoscrive: viene regolata, quindi, dalle leggi dello Stato nel quale la firma è rilasciata (o apposta). Al contrario, l'avvocato, nell'espletare i suoi poteri di pubblico ufficiale conferitigli dalla legge, non può autenticare la sottoscrizione di una procura alle liti rilasciata all'estero, poiché il potere di autenticazione che gli compete deriva dalla legge dello Stato italiano ed è limitato a livello nazionale, e non si estende oltre tale limite. La Corte di Cassazione ha stabilito che la sottoscrizione di procura alle liti rilasciata da un soggetto estero, deve essere autenticata da un notaio o da altro pubblico ufficiale a ciò autorizzato dalla legge dello Stato di provenienza (Cass., S.U., n. 264/1996; Cass. n. 27282/2008; Cass. n. 5840/2007; Cass. n. 8867/2003; Cass. n. 3744/1988). La procura alle liti rilasciata da italiano o straniero residenti all'estero (sotto forma di procura speciale in calce o a margine di un atto processuale) si presume rilasciata in territorio dello Stato, quantunque il soggetto che sottoscrive risieda all'estero, fino a prova contraria di chi abbia interesse a contestarne la validità (Cass. n. 13482/2016; Cass. n. 3823/2014; Cass. n. 5840/2007; Cass., S.U., n. 4634/2007; Cass. n. 9746/2000; Cass., S.U., n. 11549/1998). Nel caso in cui la procura sia stata rilasciata all'estero essa è soggetta alla legge italiana (Cass., S.U., n. 264/1996). L'atto di conferimento redatto all'estero deve essere equivalente nella forma a quello che la legge italiana esige per l'attività processuale. Pertanto, devono sussistere gli elementi propri dell'autenticazione, vale a dire l'accertamento dell'identità del soggetto che sottoscrive la procura e l'apposizione della firma in presenza di pubblico ufficiale (Cass. n. 12309/2007), abilitato dalle leggi del luogo e soddisfare i requisiti necessari che la legge nazionale richiede. In tema di procura rilasciata all'estero, dispongono gli artt. 17 l. n. 15/1968 (legge abrogata dal d.P.R. n. 445/2000) e 33 d.P.R. n. 445/2000, (testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di documentazione amministrativa) che «Le firme sugli atti e documenti formati all'estero da autorità estere e da valere nello Stato sono legalizzate dalle rappresentanze diplomatiche o consolari italiane all'estero [...]. Agli atti e documenti indicati nel comma precedente, redatti in lingua straniera, deve essere allegata una traduzione in lingua italiana certificata conforme al testo straniero dalla competente rappresentanza diplomatica o consolare, ovvero da un traduttore ufficiale [...]. Sono fatte salve le esenzioni dall'obbligo della legalizzazione e della traduzione stabilite da leggi o da accordi internazionali». L'art. 15 della l. n. 15/1968 recitava “La legalizzazione di firme è l'attestazione ufficiale della legale qualità di chi ha apposto la propria firma sopra atti, certificati, copie ed estratti, nonché della autenticità della firma stessa”. La procura rilasciata all'estero, per poter essere utilizzata nello Stato, ai fini dell'applicabilità della legge processuale italiana, deve essere tradotta in lingua italiana, ex art. 12 l. 218/1995. La Corte Suprema ha affermato che la procura speciale alle liti rilasciata all'estero, sia pur esente dall'onere di legalizzazione da parte dell'autorità consolare italiana, nonché dalla cd. apostille, in conformità alla Convenzione dell'Aja del 5 ottobre 1961, ovvero ad apposita convenzione bilaterale, è nulla, agli effetti dell'art. 12 della l. n. 218/1995, ove non sia allegata la traduzione dell'attività certificativa svolta dal notaio, e cioè l'attestazione che la firma sia stata apposta in sua presenza da persona di cui egli abbia accertato l'identità, vigendo pure per gli atti prodromici al processo il principio generale della traduzione in lingua italiana a mezzo di esperto (Cass. n. 11165/2015). Gli accordi e le convenzioni internazionali disciplinano caso per caso le differenti modalità di autenticazione e legalizzazione della procura. La Convenzione dell'Aja del 1961 ha introdotto l'a postille, una certificazione che convalida qualsiasi atto pubblico, conferendo a questo valore giuridico in ambito internazionale. |