Memoria di costituzione a fronte del ricorso degli eredi del trasgressore contro l'atto di irrogazione delle sanzioniInquadramentoL'Amministrazione finanziaria che intende difendersi attivamente nel processo tributario deve costituirsi in giudizio entro sessanta giorni dalla notificazione del ricorso, mediante deposito di un proprio fascicolo, contenente le controdeduzioni ed i documenti che intende produrre. La violazione del termine comporta solo la decadenza dalla facoltà di proporre eccezioni processuali e di merito che non siano rilevabili d'ufficio e di fare istanza per la chiamata di terzi. Il contenuto delle controdeduzioni deve essere limitato alla proposizione di difese rispetto ai vizi eccepiti dal ricorrente e all'individuazione delle prove delle quali parte resistente intende avvalersi. In particolare, mediante tale atto non può essere integrato o modificato l'atto oggetto di impugnazione. Nell'esemplificazione proposta, l'Agenzia delle Entrate prende posizione sul vizio, dedotto dal contribuente in ricorso inerente l'intrasmissibilità della sanzione irrogata nei confronti del trasgressore nei propri confronti, in qualità di erede. FormulaCORTE DI GIUSTIZIA TRIBUTARIA DI PRIMO GRADO DI ... CONTRODEDUZIONI 1 Agenzia delle Entrate di ... , rappresentata e difesa dal funzionario delegato, indirizzo P.E.C. ... ; - resistente – Il sig. ... , rappresentato e difeso come in atti; - ricorrente - P R E M E S S O CHE - in data ... Il sig. ... ha proposto ricorso contro il provvedimento di irrogazione sanzione n. ... , relativo all'anno di imposta ... , lamentando l'intrasmissibilità della sanzione irrogata nei suoi confronti quale erede di Caio, ... DEDUCE 2 L'infondatezza del ricorso proposto e ne chiede di conseguenza il rigetto. Invero, nella fattispecie in esame l'atto di irrogazione delle sanzioni è stato emesso, senza violare il disposto dell'art. 8 del d.lgs. n. 472/1997, nei confronti del sig. ... non quale erede del sig. ... bensì in proprio in qualità di obbligato solidale del de cuius. A riguardo, difatti, ... Si chiede pertanto il rigetto del ricorso. Si allega la seguente documentazione: 1. ... ; 2. ... ; 3. ... Luogo e data ... Firma ... [1] 1. L'art. 16 d.l. n. 119/2018 (Giustizia tributaria digitale), modificando il comma 3 dell'art. 16-bis del d.lgs. n. 546/1992, ha disposto l'obbligo della costituzione in giudizio di I° e II° grado con modalità telematica relativamente ai ricorsi notificati a decorrere dal 1° luglio 2019. La stessa modifica normativa chiarisce che per i ricorsi già iscritti a ruolo, in casi eccezionali il Presidente di Corte di giustiziao di Sezione, può autorizzare, con provvedimento motivato, il deposito con modalità diverse da quelle telematiche. Si precisa che il suddetto obbligo non vale per i soggetti che decidono di non avvalersi dell'assistenza tecnica nelle cause di valore inferiore ai tremila euro (art. 16-bis, comma 3-bis del d.lgs. n. 546/1992); tuttavia se intendono avvalersi della modalità telematica ai fini della costituzione in giudizio devono avere un indirizzo di posta elettronica certificata da indicare nel ricorso (art. 16-bis, comma 3-bis del d.lgs. n. 546/1992). [2] 2. In particolare, mediante le controdeduzioni la parte resistente nel giudizio tributario deve limitarsi ad assumere posizione ed a difendersi rispetto ai vizi eccepiti dal ricorrente e all'individuazione delle prove delle quali parte resistente intende avvalersi, nonché all'indicazione delle proprie eccezioni processuali e di merito. Non potrà essere invece integrato l'atto impugnato, né potranno essere formulate domande riconvenzionali. COMMENTOL'Amministrazione finanziaria che intende attivamente difendersi deve costituirsi in giudizio entro sessanta giorni dalla notificazione del ricorso, mediante deposito di un proprio fascicolo, contenente le controdeduzioni e i documenti che intende produrre: tale termine non è tuttavia perentorio (Cass., sez. trib., n. 13331/2009). In vero, la violazione del termine previsto dall'art. 23 del d.lgs. n. 546/1992 per la costituzione in giudizio della parte resistente comporta esclusivamente la decadenza dalla facoltà di proporre eccezioni processuali e di merito che non siano rilevabili d'ufficio e di fare istanza per la chiamata di terzi, sicché permane il diritto dello stesso resistente di negare i fatti costitutivi dell'avversa pretesa, di contestare l'applicabilità delle norme di diritto invocate e di produrre documenti ai sensi degli artt. 24 e 32 d.lgs. n. 546/1992 (Cass. n. 2585/2019). La stessa mancata costituzione non comporta, per la parte resistente, altra conseguenza se non la perdita di talune possibilità di difesa (ad esempio, preclusione deposito di atti/documenti anche in appello). Tuttavia, considerato che solo la parte costituita può ricevere comunicazione della trattazione e del dispositivo della sentenza, appare evidente l'interesse dell'ufficio alla costituzione. Il contenuto delle controdeduzioni è limitato alla proposizione di difese rispetto ai vizi eccepiti dal ricorrente e all'individuazione delle prove delle quali parte resistente intende avvalersi, nonché all'indicazione delle proprie eccezioni processuali e di merito (non rilevabili d'ufficio) e, se del caso, alla chiamata in causa di terzi. Con le controdeduzioni, l'ufficio intimato non può, però, integrare o modificare l'atto impugnato (Cass., sez. trib., n. 8569/2001), né proporre domande riconvenzionali (Cass., sez. trib., n. 4334/2002). |