Ricorso cautelare dell'Ufficio ex art. 22 del d.lgs. n. 472/1997 con istanza di provvedere inaudita altera parteInquadramentoL'art. 22 del d.lgs. n. 472/1997 stabilisce che, quando vi è fondato timore di perdere la garanzia del credito, l'ufficio finanziario o l'ente possono chiedere, con istanza motivata, l'iscrizione di ipoteca sui beni del trasgressore e dei soggetti obbligati in solido e l'autorizzazione a procedere al sequestro conservativo dei loro beni. Nell'esemplificazione proposta, l'Ufficio, deducendo una particolare urgenza, richiede al Presidente della Corte di giustiziatributaria di provvedere sul ricorso con decreto inaudita altera parte, suscettibile di conferma, revoca o modifica con sentenza, previo contraddittorio con il contribuente, mediante sentenza. FormulaPRESIDENTE CORTE DI GIUSTIZIA TRIBUTARIA DI PRIMO GRADO DI .... RICORSO 1 EX ART. 22 DEL D.LGS. N. 472/1997 Agenzia delle Entrate di .... -resistente - Il Sig. ....., nato a ...., il ...., e residente in ...., C.F. ...., elettivamente domiciliato in ...., via ...., presso lo Studio dell'Avv. ...., il quale lo rappresenta e difende giusta procura in calce al presente atto - ricorrente - PREMESSO CHE – in data .... è stato notificato al contribuente l'atto di contestazione n. ...., in relazione al processo verbale della Guardia di Finanza in data .... n. ...., seguito alla verifica in loco compiuta nel periodo ...., dalla quale è emerso che ...., come versato nell'avviso di accertamento n. ...., regolarmente notificato allo stesso contribuente (doc. 1); – in data ...., è stato quindi notificato al contribuente il provvedimento di irrogazione della sanzione n. ...., dell'importo complessivo di € ....; – dalle indagini compiute dalla Guardia di Finanza, dall'esame dei conti correnti della parte resistente (doc. da 2 a 4) e dalle visure effettuate (doc. da 5 a 7), emerge il concreto pericolo che il resistente possa disperdere la propria garanzia patrimoniale; – a riguardo, è opportuno ricordare come in giurisprudenza sia stato più volte evidenziato che .... – tali condizioni emergono con chiarezza dalla documentazione allegata. In particolare, .... 2 – dalla situazione rappresentata è probabile ritenere che, considerate le pregresse condotte distrattive del contribuente, e l'entità della posizione debitoria verso il Fisco, che si evince dall'avviso di accertamento, lo stesso possa, nell'ipotesi di notifica del presente ricorso prima della concessione delle misure invocate, vanificarne la portata alienando i pochi immobili ancora intestati allo stesso, secondo uno “schema” già seguito nei mesi scorsi. SI CHIEDE Al Sig. Presidente dell'Ill.ma Corte di Giustizia Tributaria di Primo Grado adita, inaudita altera parte, di: disporre l'iscrizione di ipoteca sui seguenti beni immobili del trasgressore: ....; autorizzare a procedere, a mezzo di ufficiale giudiziario, al sequestro conservativo dei beni dello stesso trasgressore; fissare la successiva udienza dinanzi al collegio per la discussione in contraddittorio sul ricorso. Si fa riserva di produzione di memorie, in ragione delle difese della parte resistente, e si allega la seguente documentazione: 1. ....; 2. ....; 3. ....; ..... Luogo e data .... Firma Funzionario delegato .... [1] [1]L'art. 16 (Giustizia tributaria digitale) del d.l. n. 119/2018, modificando il comma 3 dell'art. 16-bis del d.lgs. n. 546/1992, ha disposto l'obbligo della costituzione in giudizio di I e II grado con modalità telematica relativamente ai ricorsi notificati a decorrere dal 1° luglio 2019. La stessa modifica normativa chiarisce che per i ricorsi già iscritti a ruolo, in casi eccezionali il Presidente di Corte o di Sezione, può autorizzare, con provvedimento motivato, il deposito con modalità diverse da quelle telematiche. Si precisa che il suddetto obbligo non vale per i soggetti che decidono di non avvalersi dell'assistenza tecnica nelle cause di valore inferiore ai tremila euro (art. 16-bis, comma 3-bis del d.lgs. n. 546/1992); tuttavia se intendono avvalersi della modalità telematica ai fini della costituzione in giudizio devono avere un indirizzo di posta elettronica certificata da indicare nel ricorso (art. 16-bis, comma 3-bis del d.lgs. n. 546/1992). [2] [2]Sul punto è necessario specificare che come chiarito e precisato dall'Agenzia delle Entrate sempre nella già citata Circolare n. 4/E/15 febbraio 2010, l'Amministrazione Finanziaria mette in rilievo che l'evidenziazione del c.d. periculum in mora deve essere adeguatamente circostanziata nella richiesta e deve scaturire da un'approfondita ed attenta analisi della situazione del debitorecontribuente; l'adozione delle misure cautelari, così come la scelta di quelle che si intende adottare, deve, infatti essere improntata a prudenza, sia in ragione degli effetti che queste misure hanno sulla tutela dell'interesse erariale, prima ancora che sia divenuto certo, liquido ed esigibile, sia per le implicazioni che le stesse determinano sul patrimonio dei contribuenti. Dopo questa precisazione la Circolare sottolinea, inoltre, che il pericolo per la riscossione deve essere attuale e non solo potenziale, e il comportamento del debitore deve essere valutato in base a fatti non equivoci, desumibilipregressi comportamenti negoziali e processuali e dall'effettuazione di atti di dismissione. CommentoIn tema di sanzioni tributarie l'art. 22 del d.lgs. n. 472/1997 stabilisce che quando vi è fondato timore di perdere la garanzia del credito, l'ufficio finanziario o l'ente possono chiedere, con istanza motivata, l'iscrizione di ipoteca sui beni del trasgressore e dei soggetti obbligati in solido e l'autorizzazione a procedere al sequestro conservativo dei loro beni. Nella originaria formulazione era previsto dal comma 4 che, una volta che il presidente avesse provveduto inaudita altera parte con decreto motivato, era ammesso reclamo al collegio entro trenta giorni, il quale avrebbe provveduto in camera di consiglio con sentenza, sentite le parti. A seguito della riforma operata con d. lgs. 24 settembre 2015, n. 156, la fase presidenziale si nutre di una sommaria istruttoria, potendo il Presidente della Corte di giustizia tributaria assumere sommarie informazioni. In caso di concessione della misura cautelare, il presidente fissa, con lo stesso decreto, l'udienza in camera di consiglio entro un termine non superiore a trenta giorni e assegna al richiedente un termine perentorio non superiore a quindici giorni per la notificazione del ricorso e del decreto. A tale udienza la Corte di giustizia tributaria conferma o revoca i provvedimenti emanati inaudita altera parte con ordinanza, anziché con sentenza. Resta fermo, invece, il provvedimento di sentenza di concessione della misura cautelare operato direttamente dal collegio, ove il Presidente abbia rigettato la richiesta di misura cautelare inaudita altera parte (comma 3). Si stabilisce, quindi, che – salvi i casi di particolare urgenza, nei quali il presidente della corte tributaria può provvedere con decreto suscettibile di successiva conferma – la corte tributaria decide sulle istanze di sequestro conservativo con sentenza. In considerazione della natura tipicamente cautelare della decisione concernente il sequestro conservativo, si è discusso in ordine ai rimedi esperibili avverso tale provvedimento. Sulla questione, la Corte di cassazione ha affermato che il provvedimento con cui la Corte di Giustizia Tributaria di Primo Grado decide sull'istanza di concessione del sequestro conservativo formulata dalla Amministrazione, in quanto espressamente qualificato come sentenza dall'art. 22 del d.lgs. n. 472/1997, è soggetto ai mezzi di impugnazione previsti per le sentenze, vale a dire l'appello ed il successivo ricorso per cassazione; e ciò ancorché si tratti di provvedimento che non assume la stabilità tipica di un vero e proprio giudicato, in quanto destinato a perdere efficacia a seguito della sentenza, anche non passata in giudicato, che accoglie il ricorso o la domanda di merito (Cass., n. 13148/3018; v. anche Cass. n. 24527/2007, con riguardo all'iscrizione di ipoteca). |