Memoria di costituzione dell'ente impositore con eccezione di difetto di legittimazione passiva

Lucio Di Nosse
aggiornato da Stanislao De Matteis
e da Filippo D'Aquino

Inquadramento

L'art. 10 del d.lgs. n. 546/1992 sancisce che sono parti nel processo dinanzi le Corti di giustizia tributaria di primo e secondo grado, oltre al ricorrente, l'ufficio dell'Agenzia delle Entrate, delle Dogane gli altri enti impositori, l'agente della riscossione e i soggetti iscritti nell'albo di cui all'art. 53 del d.lgs. n. 446/1997 che hanno emesso l'atto impugnato o non hanno emesso l'atto richiesto.

L'art. 39 del d.lgs. n. 112/1999 dispone che il concessionario, nelle liti promosse contro di lui che non riguardano esclusivamente la regolarità o la validità degli atti esecutivi, deve chiamare in causa l'ente creditore interessato, in mancanza risponde della lite.

Formula

CORTE DI GIUSTIZIA TRIBUTARIA DI PRIMO GRADO DI .... SEZIONE N. ....

R.G.R. n. ....

CONTRODEDUZIONI

L'Ente resistente (Agenzia Entrate, Regione/Provincia/Comune, società concessionaria per la riscossione) in persona di .... nato a .... il .... C.F. .... nella sua qualità di rappresentante legale dell'Ente

rappresentato per delega in calce di questo ricorso dall'Avv. .... nato a .... il .... con studio in .... alla via .... n. ...., CAP .... ed ivi elettivamente domiciliato,

(oppure nel caso in cui la difesa è attribuita al funzionario: rappresentato per delega in calce a questo ricorso dal Dott. .... nato a .... il .... – in qualità di ....)

PREMESSO

– che in data .... all'Ente è stato notificato da .... il ricorso iscritto al n. .... RGR avverso l'atto ...., avente ad oggetto: ....

SI COSTITUISCE IN GIUDIZIO

contro .... elettivamente domiciliato presso lo studio di .... che lo rappresenta e difende

Preliminarmente eccepisce il proprio difetto di legittimazione passiva rispetto all'oggetto del giudizio.

Invero l'atto impugnato non è stato emesso da questo Ente, bensì da .....e la contestazione riguarda esclusivamente vizi di tale ultimo atto (Cass. n. 5062/2022),

È evidente pertanto che questo ente non ha alcuna legittimazione a contraddire in merito alla contestazione dedotta in giudizio, alla quale questo ente è del tutto estraneo;

poiché l'atto impugnato del quale è stata eccepita la nullità è stato emesso da ...., appare evidente che la controversia riguarda quest'ultimo ed il contribuente.

In via subordinata deduce, altresì, che il ricorso deve in ogni caso essere rigettato per i seguenti motivi .....

Le spese di lite relative alla presente fase processuale vanno poste a carico del ricorrente ed a favore di questo Ente resistente.

CHIEDE

che codesta Corte di giustizia tributaria di primo grado voglia

a) dichiarare il difetto di legittimazione passiva di questo ente, nei cui confronti è stato instaurato il giudizio;

b) in via subordinata rigettare il ricorso proposto da .... perché infondato nel merito

c) condannare il ricorrente al pagamento delle spese di lite a favore di questo Ente

Si allega:

1) ....

Luogo e data ....

Firma ....

Commento

In tema di contenzioso tributario, qualora il contribuente abbia impugnato una cartella esattoriale, emessa dal concessionario per la riscossione, per motivi che non attengono a vizi della cartella medesima, il ricorso deve essere notificato all'ente impositore quale titolare del credito oggetto di contestazione nel giudizio, essendo il concessionario un mero destinatario del pagamento, o più precisamente, mutuando lo schema civilistico dell'art. 1188 c.c., il soggetto incaricato dal creditore ed autorizzato a ricevere il pagamento (Cass. n. 5062/2022).

Il contribuente che impugni una cartella esattoriale emessa dal concessionario della riscossione per motivi che attengono alla mancata notificazione, ovvero anche alla invalidità degli atti impositivi presupposti, può agire indifferentemente nei confronti tanto dell'ente impositore quanto del concessionario (Cass. n. 8295/2018).

È prevalente la tesi in giurisprudenza secondo la quale il contribuente che impugni una cartella esattoriale emessa dal concessionario della riscossione per motivi che attengono alla mancata notificazione, ovvero anche alla invalidità degli atti impositivi presupposti, può agire indifferentemente nei confronti tanto dell'ente impositore quanto del concessionario, senza che sia tra i due soggetti configurabile alcun litisconsorzio necessario. Resta peraltro fermo, in presenza di contestazioni involgenti il merito della pretesa impositiva, l'onere per l'agente della riscossione di chiamare in giudizio l'ente impositore, ex art. 39 d.lgs. n. 112/1999, al fine da andare indenne dalle eventuali conseguenze negative della lite (Cass., S.U., n. 16412/2007).

In tema di contenzioso tributario, il contribuente, qualora impugni una cartella esattoriale emessa dall'agente della riscossione deducendo la mancata notifica dei prodromici atti impositivi, può agire indifferentemente nei confronti dell'ente impositore o dell'agente della riscossione, senza che sia configurabile alcun litisconsorzio necessario, costituendo l'omessa notifica dell'atto presupposto vizio procedurale che comporta la nullità dell'atto successivo ed essendo rimessa all'agente della riscossione la facoltà di chiamare in giudizio l'ente impositore”.

È stato altresì affermato che in tema di disciplina della riscossione delle imposte mediante iscrizione nei ruoli, nell'ipotesi di giudizio relativo a vizi dell'atto afferenti il procedimento di notifica della cartella, non sussiste litisconsorzio necessario tra l'Amministrazione Finanziaria ed il Concessionario alla riscossione, né dal lato passivo, spettando la relativa legittimazione all'ente titolare del credito tributario con onere del concessionario, ove destinatario dell'impugnazione, di chiamare in giudizio il primo se non voglia rispondere delle conseguenze della lite, né da quello attivo, dovendosi, peraltro, riconoscere ad entrambi il diritto all'impugnazione nei diversi gradi del processo tributario (Cass. ord. n. 10528/2017; Cass. n. 9762/2014).

Il dovere del concessionario del servizio di riscossione, ai sensi dell'art. 39 del d.lgs. n. 112 del 1999, di chiamare in causa l'ente impositore nelle controversie che non riguardano solo la regolarità o la validità degli atti esecutivi, ha natura sostanziale di litis denuntiatio, avente lo scopo di mettere il terzo in condizione di intervenire, con la conseguenza che detta chiamata può essere effettuata con qualunque modalità, purché idonea a portare a conoscenza dell'ente l'esistenza della lite (Cass., Sez. V, n. 9250/2019). Trattandosi di litis denunciatio, non è a tal fine necessaria alcuna autorizzazione da parte dell'autorità giudiziaria (Cass., Sez. VI, n. 16685/2019).

La tardività della notificazione della cartella non costituisce vizio proprio di questa, tale da legittimare in via esclusiva il concessionario a contraddire nel relativo giudizio; in tal caso la legittimazione passiva spetta pertanto all'ente titolare del credito tributario e non già al concessionario, al quale, se è fatto destinatario dell'impugnazione, incombe l'onere di chiamare in giudizio l'ente predetto, se non vuole rispondere dell'esito della lite, non essendo il giudice tenuto a disporre d'ufficio l'integrazione del contraddittorio, in quanto non è configurabile nella specie un litisconsorzio necessario (Cass. V, ord. n. 15736/2012).

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