Memoria di replica all'eccezione dell'agenzia della riscossione di difetto di legittimazione passivaInquadramentoL'art. 32 del d.lgs. n. 546/1992 al secondo comma dispone che fino a dieci giorni liberi prima della data dell'udienza di trattazione ciascuna delle parti può depositare memorie illustrative con le copie per le altre parti. Il comma 3 precisa che nel solo caso di trattazione della controversia in camera di consiglio sono consentite brevi repliche scritte fino a cinque giorni liberi prima della data della camera di consiglio. Con le memorie le parti possono replicare alle deduzioni avversarie e meglio precisare il contenuto delle proprie domande, eccezioni ed istanze L'art. 10 del d.lgs. n. 546/1992 sancisce che sono parti nel processo dinanzi le Corte di Giustizia Tributaria di Primo Grado e di Secondo Grado, oltre al ricorrente, l'ufficio dell'Agenzia delle Entrate, delle Dogane e gli altri enti impositori, l'agente della riscossione e i soggetti iscritti nell'albo di cui all'art. 53 del d.lgs. n. 446/1997 che hanno emesso l'atto impugnato o non hanno emesso l'atto richiesto. L'art. 39 del d.lgs. n. 112/1999 dispone che il concessionario, nelle liti promosse contro di lui che non riguardano esclusivamente la regolarità o la validità degli atti esecutivi, deve chiamare in causa l'ente creditore interessato; in mancanza risponde della lite. FormulaCORTE DI GIUSTIZIA TRIBUTARIA DI PRIMO GRADO DI ... Sezione n ... R.G.R. n ... MEMORIA EX ART. 32 Nell'interesse di ... nato a ... il ... C.F. ... residente in ... alla via ... n. ... , cap ... (oppure: della società ... con sede in ... , via ... , P.IVA o C.F. ... in persona del legale rappresentante protempore), rappresentat. e difes., in virtù di procura a margine /in calce e su foglio separato al presente atto, dall'Avv./Dott.Comm./altro ... , C.F. ... , con il quale elettivamente domicilia presso il suo studio in ... alla Via ... n. PREMESSO che il suddetto contribuente ha proposto ricorso a codesta CTP, iscritto al n. ... RGR. avverso l'atto ... n. ... emesso da ... e notificatogli in data ... Con atto notificato in data ... è stata chiamata in causa l'Agenzia Entrate Riscossione, che si è costituita in giudizio e preliminarmente ha eccepito il proprio difetto di legittimazione passiva, deducendo che l'atto impugnato è stato emesso da ... e che ... Con la presente memoria il ricorrente intende replicare ed evidenzia l'infondatezza della suddetta eccezione, per i seguenti motivi: 1) ... 2) ... 3) che il principio espresso da Cass., S.U., n. 7514/2022, secondo cui la legittimazione passiva spetta esclusivamente all'ente impositore relativamente al caso in cui il contribuente, venuto a conoscenza dell'iscrizione a ruolo di un suo debito per contributi previdenziali, chiami in giudizio il concessionario alla riscossione, chiedendo l'accertamento dell'infondatezza della pretesa creditoria, in mancanza di notifica della cartella di pagamento, e la prescrizione del credito, è circoscritto all'ipotesi della riscossione dei crediti previdenziali; È evidente dunque che l'ente resistente chiamato in causa ha la legittimazione passiva in relazione all'oggetto del giudizio e nei suoi confronti deve essere emessa la decisione. Nel merito il difensore si riporta ai motivi già indicati nel ricorso ed insiste per l'accoglimento della domanda. Luogo e data ... Firma Difensore ... CommentoL'art. 32 del d.lgs. n. 546/1992 al secondo comma dispone che fino a dieci giorni liberi prima della data dell'udienza di trattazione ciascuna delle parti può depositare memorie illustrative con le copie per le altre parti. Il terzo comma precisa che nel solo caso di trattazione della controversia in camera di consiglio sono consentite brevi repliche scritte fino a cinque giorni liberi prima della data della camera di consiglio. Con le memorie le parti possono replicare alle deduzioni avversarie e meglio precisare il contenuto delle proprie domande, eccezioni ed istanze. Il contribuente che impugni una cartella esattoriale emessa dal concessionario della riscossione per motivi che attengono alla mancata notificazione, ovvero anche alla invalidità degli atti impositivi presupposti, può agire indifferentemente nei confronti tanto dell'ente impositore quanto del concessionario (Cass. n. 8295/2018). È prevalente la tesi in giurisprudenza secondo la quale il contribuente che impugni una cartella esattoriale emessa dal concessionario della riscossione per motivi che attengono alla mancata notificazione, ovvero anche alla invalidità degli atti impositivi presupposti, può agire indifferentemente nei confronti tanto dell'ente impositore quanto del concessionario, senza che sia tra i due soggetti configurabile alcun litisconsorzio necessario. Resta peraltro fermo, in presenza di contestazioni involgenti il merito della pretesa impositiva, l'onere per l'agente della riscossione di chiamare in giudizio l'ente impositore, ex art. 39 d.lgs. n. 112/1999, al fine da andare indenne dalle eventuali conseguenze negative della lite. (Cass., S.U., n. 16412/2007). In tema di contenzioso tributario, il contribuente, qualora impugni una cartella esattoriale emessa dall'agente della riscossione deducendo la mancata notifica dei prodromici atti impositivi, può agire indifferentemente nei confronti dell'ente impositore o dell'agente della riscossione, senza che sia configurabile alcun litisconsorzio necessario, costituendo l'omessa notifica dell'atto presupposto vizio procedurale che comporta la nullità dell'atto successivo ed essendo rimessa all'agente della riscossione la facoltà di chiamare in giudizio l'ente impositore. È stato altresì affermato che in tema di disciplina della riscossione delle imposte mediante iscrizione nei ruoli, nell'ipotesi di giudizio relativo a vizi dell'atto afferenti il procedimento di notifica della cartella, non sussiste litisconsorzio necessario tra l'Amministrazione Finanziaria ed il Concessionario alla riscossione, né dal lato passivo, spettando la relativa legittimazione all'ente titolare del credito tributario con onere del concessionario, ove destinatario dell'impugnazione, di chiamare in giudizio il primo se non voglia rispondere delle conseguenze della lite, né da quello attivo, dovendosi, peraltro, riconoscere ad entrambi il diritto all'impugnazione nei diversi gradi del processo tributario (Cass., ord. n. 10528/2017; Cass. n. 9762/2014). La tardività della notificazione della cartella non costituisce vizio proprio di questa, tale da legittimare in via esclusiva il concessionario a contraddire nel relativo giudizio; in tal caso la legittimazione passiva spetta pertanto all'ente titolare del credito tributario e non già al concessionario, al quale, se è fatto destinatario dell'impugnazione, incombe l'onere di chiamare in giudizio l'ente predetto, se non vuole rispondere dell'esito della lite, non essendo il giudice tenuto a disporre d'ufficio l'integrazione del contraddittorio, in quanto non è configurabile nella specie un litisconsorzio necessario (Cass. V, ord. n. 15736/2012). |