Atto di chiamata in causa dell'ente impositoreInquadramentoL'art. 10 d.lgs. n. 546/1992 sancisce che sono parti nel processo dinanzi le Corti tributarie, oltre al ricorrente, l'ufficio dell'Agenzia delle Entrate, delle Dogane gli altri enti impositori, l'agente della riscossione e i soggetti iscritti nell'albo di cui all'art. 53 del d.lgs. n. 446/1997 che hanno emesso l'atto impugnato o non hanno emesso l'atto richiesto. L'art. 14 al comma 3 dispone che possono intervenire volontariamente o essere chiamati nel giudizio i soggetti che insieme al ricorrente sono destinatari dell'atto impugnato o parti del rapporto tributario controverso, in conformità a quanto previsto dall'art. 106 c.p.c. che consente a ciascuna delle parti di chiamare un terzo nel processo. L'art. 39 del d.lgs. n. 112/1999 dispone che il concessionario, nelle liti promosse contro di lui che non riguardano esclusivamente la regolarità o la validità degli atti esecutivi, deve chiamare in causa l'ente creditore interessato, in mancanza risponde della lite. FormulaCORTE DI GIUSTIZIA TRIBUTARIA DI PRIMO GRADO DI .... SEZIONE N. .... R.G.R. n. .... ATTO DI CHIAMATA IN CAUSA DELL'AGENZIA DELLE ENTRATE (O ALTRO ENTE IMPOSITORE) AI SENSI DELL'ART. 14, D.LGS. N. 546/1992 Nell'interesse di .... nato a .... il .... C.F. .... residente in .... alla via .... n. ...., CAP .... (oppure: della società .... con sede in ...., via ...., P.I. o C.F. .... in persona del legale rappresentante pro-tempore), rappresentat .... e difes ...., in virtù di procura a margine /in calce e su foglio separato al presente atto, dall'Avv./Dott. Comm./altro ...., C.F. ...., con il quale elettivamente domicilia presso il suo studio in .... alla Via .... n. Ovvero: l'Agenzia Entrate Riscossione/ o altro Ente di riscossione .... in persona di ...., con sede in .... PREMESSO CHE il contribuente .... ha proposto ricorso alla Corte di Giustizia Tributaria di Primo Grado di ...., iscritto al n. .... RGR avverso l'atto .... n. emesso da .... e notificatogli in data .... Si riporta di seguito il ricorso suddetto “ .... ” Si è costituto l'Agente della Riscossione, il quale ha dedotto ed eccepito che le contestazioni mosse con il ricorso non riguardano soltanto la cartella esattoriale (o altro atto dell'Agente della riscossione, quali il fermo su beni mobili registrati, l'iscrizione d'ipoteca su beni immobili, l'avviso ex art. 50 d.P.R. n. 602/1973) bensì l'atto impositivo costituito da .... (ovvero anche un atto del processo di esecuzione, che viene impugnato per contestare la pretesa tributaria .... Il contribuente con le memorie ha replicato che .... Alla luce di tali circostanze con il presente atto l'istante .... (ricorrente/resistente) intende chiamare in giudizio l'Agenzia delle Entrate di ...., alla quale notifica il presente ricorso e gli altri atti di causa. Invero, l'art. 39 del d.lgs. n. 112/1999 dispone che il concessionario (ora agente della Riscossione), nelle liti promosse contro di lui che non riguardano esclusivamente la regolarità o la validità degli atti esecutivi, deve chiamare in causa l'ente creditore interessato; in mancanza risponde della lite. L'istante si riporta a tutte le domande, eccezioni e deduzioni già formulate in precedenza ed insiste per il loro accoglimento. Luogo e data .... Il Difensore .... Firma .... CommentoIl terzo comma dell'art. 14 del d.lgs. n. 546/1992, così come l'art. 106 c.p.c., consente che possono essere chiamati in giudizio da ciascuna parte i soggetti sono destinatari dell'atto impugnato o parti del rapporto tributario controverso. Giova precisare che tale facoltà sussiste in tutte le ipotesi residuali per le quali non sia previsto il litisconsorzio necessario fra più soggetti. Il contribuente che impugni una cartella esattoriale emessa dal concessionario della riscossione per motivi che attengono alla mancata notificazione, ovvero anche alla invalidità degli atti impositivi presupposti, può agire indifferentemente nei confronti tanto dell'ente impositore quanto del concessionario (Cass. n. 8295/2018). È prevalente la tesi in giurisprudenza secondo la quale il contribuente che impugni una cartella esattoriale emessa dal concessionario della riscossione per motivi che attengono alla mancata notificazione, ovvero anche alla invalidità degli atti impositivi presupposti, può agire indifferentemente nei confronti tanto dell'ente impositore quanto del concessionario, senza che sia tra i due soggetti configurabile alcun litisconsorzio necessario. Resta peraltro fermo, in presenza di contestazioni involgenti il merito della pretesa impositiva, l'onere per l'agente della riscossione di chiamare in giudizio l'ente impositore, ex art. 39 d.lgs. n. 112/1999, al fine da andare indenne dalle eventuali conseguenze negative della lite (Cass., S.U., n. 16412/2007). In tema di contenzioso tributario, il contribuente, qualora impugni una cartella esattoriale emessa dall'agente della riscossione deducendo la mancata notifica dei prodromici atti impositivi, può agire indifferentemente nei confronti dell'ente impositore o dell'agente della riscossione, senza che sia configurabile alcun litisconsorzio necessario, costituendo l'omessa notifica dell'atto presupposto vizio procedurale che comporta la nullità dell'atto successivo ed essendo rimessa all'agente della riscossione la facoltà di chiamare in giudizio l'ente impositore”. È stato altresì affermato che in tema di disciplina della riscossione delle imposte mediante iscrizione nei ruoli, nell'ipotesi di giudizio relativo a vizi dell'atto afferenti il procedimento di notifica della cartella, non sussiste litisconsorzio necessario tra l'Amministrazione Finanziaria ed il Concessionario alla riscossione, né dal lato passivo, spettando la relativa legittimazione all'ente titolare del credito tributario con onere del concessionario, ove destinatario dell'impugnazione, di chiamare in giudizio il primo se non voglia rispondere delle conseguenze della lite, né da quello attivo, dovendosi, peraltro, riconoscere ad entrambi il diritto all'impugnazione nei diversi gradi del processo tributario (Cass. ord. n. 10528/2017; Cass. n. 9762/2014). La tardività della notificazione della cartella non costituisce vizio proprio di questa, tale da legittimare in via esclusiva il concessionario a contraddire nel relativo giudizio; in tal caso la legittimazione passiva spetta pertanto all'ente titolare del credito tributario e non già al concessionario, al quale, se è fatto destinatario dell'impugnazione, incombe l'onere di chiamare in giudizio l'ente predetto, se non vuole rispondere dell'esito della lite, non essendo il giudice tenuto a disporre d'ufficio l'integrazione del contraddittorio, in quanto non è configurabile nella specie un litisconsorzio necessario (Cass. V, ord. n. 15736/2012). |