Notificazione a mezzo del servizio postaleInquadramentoLa notifica o notificazione è un atto giuridico per mezzo del quale si porta a conoscenza di un soggetto un determinato documento. La notificazione validamente eseguita conferisce conoscenza legale dell'atto e produce gli effetti giuridici previsti dall'ordinamento; in ambito tributario non ammette equipollenti. Dal 1° luglio 2019 la notifica degli atti del processo tributario può avvenire esclusivamente in forma telematica. Nei casi residui tassativamente indicati dalla legge, la notificazione è ancora eseguita per mezzo dell'Ufficiale Giudiziario (il quale può eseguirla personalmente o avvalendosi del servizio postale) oppure direttamente dalla parte a mezzo del servizio postale. FormulaMODELLO DI RELAZIONE DI NOTIFICAZIONE A MEZZO UFFICIALE GIUDIZIARIO CHE SI AVVALE DEL SERVIZIO POSTALE Su richiesta di ... e del suo difensore avv./dott.comm./altro ... come in atti individuati, io sottoscritto Ufficiale Giudiziario addetto all'Ufficio Unico Notifiche presso la Corte d'appello di ... , ho notificato il su esteso atto a ... ... , residente / domiciliato /con sede in ... mediante spedizione di copia dell'atto al destinatario in piego raccomandato con avviso di ricevimento dell'ufficio postale, che viene da me allegato all'originale Luogo e data ... Firma ... CommentoIl processo tributario telematico è diventato obbligatorio; dal 1° luglio 2019 le parti notificano e depositano gli atti processuali e i documenti esclusivamente con modalità telematiche secondo le regole indicate nel d.m. n. 163/2013, e nel d.d. 4 agosto 2015; l'art. 16, comma 5, del d.l. n. 119/2018, dispone che l'obbligo si applica “ai giudizi instaurati in primo e secondo grado, con ricorso notificato a decorrere dal 1° luglio 2019”. La notifica a mezzo P.E.C. deve avvenire secondo le disposizioni contenute nel regolamento sul processo tributario telematico (d.m. n. 163/2013). L'indicazione dell'indirizzo P.E.C. ha valore di elezione di domicilio a tutti gli effetti (art. 16-bis, comma 4, d.lgs. n. 546/1992). Dal 1° luglio 2019 - a seguito delle modifiche dell'articolo 16-bis del d.lgs. n. 546/1992 apportate con il d.l. n. 119/2018, convertito nella l. n. 136/2018 - la notifica a pezzo P.E.C. è diventata obbligatoria. Tuttavia secondo la nuova formulazione del comma 2 dell'art. 16-bis, nei casi di mancata indicazione dell'indirizzo di posta elettronica certificata del difensore o della parte e qualora l'indirizzo P.E.C. non sia rinvenibile nei pubblichi elenchi, le notificazioni devono essere eseguite ai sensi dell'art. 16 del d.lgs. n. 546/1992. L'obbligo della notifica del ricorso a mezzo P.E.C. non si applica per quei soggetti che non si avvalgono della difesa tecnica nelle cause di valore inferiore ai tremila euro. Dispone l'art.16 d.lgs. n. 546/1992 che le notificazioni sono fatte secondo le norme degli artt. 137 ss. c.p.c., e quindi la notifica degli atti processuali avviene generalmente a mezzo dell'ufficiale giudiziario. L'art. 16 del d.lgs. n. 546/1992 al comma 3 prevede che le notificazioni possono essere fatte anche direttamente a mezzo del servizio postale mediante spedizione dell'atto in plico senza busta raccomandato con avviso di ricevimento, sul quale non sono apposti segni o indicazioni dai quali possa desumersi il contenuto dell'atto, ovvero all'ufficio del Ministero delle finanze ed all'ente locale mediante consegna dell'atto all'impiegato addetto che ne rilascia ricevuta sulla copia. Infine, il quarto comma prevede che gli enti impositori, gli agenti della riscossione e i soggetti iscritti nell'albo di cui all'art. 53 del d.lgs. n. 446/1997, provvedono alle notificazioni anche a mezzo del messo comunale o di messo autorizzato dall'amministrazione finanziaria, con l'osservanza delle disposizioni di cui al comma 2l'ufficiale giudiziario scrive la relazione di notificazione sull'originale e sulla copia dell'atto, facendovi menzione dell'ufficio postale per mezzo del quale spedisce la copia al destinatario in piego raccomandato con avviso di ricevimento. Quest'ultimo è allegato all'originale. La notifica si perfeziona, per il soggetto notificante, al momento della consegna del plico all'ufficiale giudiziario e, per il destinatario, dal momento in cui lo stesso ha la legale conoscenza dell'atto. Quando la notifica dell'atto processuale deve essere eseguita nell'ambito del comune in cui ha sede l'ufficio notifiche, l'ufficiale giudiziario può avvalersi del servizio postale, eccetto il caso in cui la legge, il giudice o la parte dispongano o richiedano che la notifica sia effettuata personalmente. Se invece la notifica deve essere eseguita fuori dal Comune, l'ufficiale giudiziario deve avvalersi del servizio postale a meno che la parte richieda che la notifica sia effettuata di persona (Cass. n. 6242/2017). La notificazione a mezzo posta di un atto d'imposizione tributaria, qualora l'agente postale non possa recapitare l'atto, si perfeziona, per il destinatario, trascorsi dieci giorni dalla data di spedizione della lettera raccomandata contenente l'avviso della tentata notifica e la comunicazione di avvenuto deposito del piego presso l'ufficio postale; ai fini della validità della notifica, è richiesta, ex art. 8 della l. n. 890/1982, la sola prova della spedizione della detta raccomandata (cd. C.A.D.) e non anche della sua avvenuta ricezione (Cass. VI, ord. n. 6242/2017). In tema di notificazioni a mezzo posta, il notificante deve provare il perfezionamento della notifica nei confronti del destinatario mediante la produzione dell'avviso di ricevimento della raccomandata, unico documento idoneo ad attestare la consegna del plico e la data di questa, mentre, ove sia il destinatario a dover provare la data della notificazione, è sufficiente la produzione della busta che contiene il plico, in sé idonea ad attestare che prima della data risultante dal timbro postale apposto non poteva essere avvenuta la consegna (Cass. VI-2, n. 4891/2015). Con ordinanza n. 5077 del 21 febbraio 2019, la Suprema corte ha stabilito che «In tema di notificazione a mezzo posta, la prova del perfezionamento del procedimento notificatorio nel caso di irreperibilità relativa del destinatario deve avvenire – in base ad un'interpretazione costituzionalmente orientata dell'art. 8 della l. n. 890 del 1982 – attraverso l'esibizione in giudizio dell'avviso di ricevimento della raccomandata contenente la comunicazione di avvenuto deposito (cd. C.A.D.), in quanto solo l'esame di detto avviso consente di verificare che il destinatario abbia avuto effettiva conoscenza del deposito dell'atto presso l'ufficio postale e che ne sia stato pertanto tutelato il diritto di difesa». La pronuncia attiene alla notifica a mezzo posta dell'avviso di accertamento ai sensi degli artt. 8 e 14 della legge n. 890 del 1982 e affronta la questione relativa alla prova della sua regolarità nel caso di mancato recapito del piego per temporanea assenza del destinatario. Per tale ipotesi (cui sono equiparate quella del rifiuto di ricevere o firmare il registro di consegna, e la mancanza o inidoneità di persone abilitate alla ricezione), l'art. 8 cit. prevede l'obbligo per l'ufficiale postale di dare notizia al destinatario del compimento delle relative formalità e del deposito del piego attraverso l'invio di una raccomandata con ricevuta di ritorno. Nella pronuncia richiamata, la Sez. T ributaria ritiene che in tali ipotesi, ai fini della prova del perfezionamento del procedimento notificatorio, non sia sufficiente la prova dell'avvenuta spedizione di tale seconda raccomandata, ma sia necessaria la produzione in giudizio dell'avviso di ricevimento della medesima, al fine di verificare l'effettività e regolarità del l'invio e dunque che il notificatario abbia una effettiva possibilità di conoscenza dell'avvenuto deposito dell'atto. A tale conclusione giunge attraverso un'articolata analisi della giurisprudenza costituzionale relativa all'art. 8 della legge n. 890 del 1982 (sono richiamate le sentenze n. 346 del 1988 e n. 258 del 2012), la quale ha rilevato come nella disciplina della notificazione la discrezionalità del legislatore trovi un limite inderogabile nel diritto di difesa del notificatario. Pertanto, afferma la S.C., un'interpretazione costituzionalmente orientata, volta a tutelare tale diritto, impone di verificare, attraverso l'esame dell'avviso di ricevimento della raccomandata contenente la comunicazione di avvenuto deposito (C.A.D.), che essa sia realmente pervenuta nella sfera di conoscibilità del destinatario. Ne consegue, pertanto, la necessità della produzione in giudizio dell'avviso di ricevimento della seconda raccomandata (C.A.D.) la cui mancanza determina la nullità della notificazione, sanabile ai sensi dell'art. 156 c.p.c. Tale pronuncia si pone in consapevole contrasto con altro indirizzo espresso da Cass, sez.trib., ord. n. 6242/2017 così massimata: «La notificazione a mezzo posta (nella specie di un accertamento tributario), qualora l'agente postale non possa recapitare l'atto, si perfeziona, per il destinatario, trascorsi dieci giorni dalla data di spedizione della lettera raccomandata contenente l'avviso della tentata notifica e la comunicazione di avvenuto deposito del piego presso l'ufficio postale, sicché, ai fini della sua ritualità, è richiesta, ex art. 8 della l. n. 890 del 1982, la sola prova della spedizione della detta raccomandata (cd. C.A.D.) e non anche della sua avvenuta ricezione». Nello stesso senso si è pronunciata anche Cass. sez. trib., n. 4043/2017, non massimata, nella cui motivazione si legge: «ai sensi dell'invocato art. 8 legge n. 890/1982, per la ritualità della notificazione è richiesta solo la prova della spedizione della raccomandata contenente la cosiddetta CAD (comunicazione avvenuto deposito) nella specie, risultante, per come incontestato dagli avvisi di ricevimento prodotti in giudizio». Conforme è, altresì, Cass. sez. trib., n. 2638/2019 . Il contrasto è correlato, dunque, alla prova della regolarità della notifica effettuata a mezzo posta e alla necessità o meno, a tal fine, della produzione in giudizio anche dell'avviso di ricevimento della raccomandata contenente la comunicazione di avvenuto deposito (CAD) per verificarne l'effettività e regolarità dell'invio. Per questo Cass. n. 21714/ 20 20 ha rimesso alle Sezioni Unite la risoluzione della question e della questione riguardante la prova giudiziale della regolarità del procedimento notificatorio compiuto a mezzo posta nell'ipotesi della c.d. irreperibilità relativa del destinatario, situazione nella quale la l. n. 890 del 1982, art. 8, comma 4, fa obbligo all'operatore postale di dare notizia al destinatario del compimento delle relative formalità e del deposito del piego presso l'ufficio postale “mediante avviso in busta chiusa a mezzo lettera raccomandata con avviso di ricevimento” (cd. C.A.D.) ”. Al riguardo la questione di massima importanza è stata recentemente risolta da Cass. SU 10012 del 2021 nel senso che «In tema di notifica di un atto impositivo ovvero processuale tramite il servizio postale secondo le previsioni della legge 890/1982, qualora l'atto notificando non venga consegnato al destinatario per rifiuto a riceverlo ovvero per temporanea assenza del destinatario stesso ovvero per assenza/inidoneità di altre persone a riceverlo, la prova del perfezionamento della procedura notifica toria può essere data dal notificante esclusivamente mediante la produzione giudiziale dell'avviso di ricevimento della raccomandata che comunica l' avvenuto deposito dell'atto notificando presso l'ufficio postale (c.d. CAD), non essendo a tal fine sufficiente la prova dell'avvenuta spedizione della raccomandata medesima» |