Ricorso con istanza di trattazione in pubblica udienzaInquadramentoAi sensi dell'art. 33 d.lgs. n. 546/1992 la controversia è trattata in camera di consiglio, salvo che almeno una delle parti non abbia chiesto la discussione in pubblica udienza. Tale istanza, ove non contestuale al ricorso notificato, va depositata nella segreteria e notificata alle altre parti costituite fino a dieci giorni liberi prima della data di trattazione ai sensi dell'art. 32, d.lgs. n. 546/1992, osservato l'art. 24, comma 1, d.lgs. n. 546/1992 nonché; la data di trattazione dell'udienza – al pari della comunicazione in caso di rinvio da parte del presidente per giustificato impedimento del relatore, che non possa essere sostituito, o di alcuna delle parti o per esigenze di servizio – è comunicata dalla segreteria della Corte di giustizia tributaria di primo e secondo grado alle parti costituite almeno 30 giorni liberi prima (art. 16, d.lgs. n. 546/1992) mediante avviso della segreteria della Corte di giustizia tributaria di primo e secondo grado, consegnato a mano; spedizione postale in plico senza busta raccomandato con avviso di ricevimento; posta elettronica certificata ai sensi dell'art. 16-bis d.lgs. n. 546/1992 e del d.m. economia e delle finanze 26 aprile 2012, secondo cui peraltro, nel testo modificato dall'art. 16 d.l. n. 119/2018, in presenza di un collegio difensivo della parte, tale comunicazione si intende perfezionata con la ricezione avvenuta nei confronti di almeno uno dei difensori della parte. Si rammenta, fino alla cessazione degli effetti della dichiarazione dello stato di emergenza nazionale da Covid-19, ove sussistano divieti, limiti, impossibilità di circolazione su tutto o parte del territorio nazionale conseguenti al predetto stato di emergenza ovvero altre situazioni di pericolo per l’incolumità pubblica o dei soggetti a vario titolo interessati nel processo tributario, opera il disposto di cui al comma 1 dell’art. 27, rubricato “Misure urgenti relative allo svolgimento del processo tributario”, del d.l. 28 ottobre 2020, n. 137 " Ulteriori misure urgenti in materia di tutela della salute, sostegno ai lavoratori e alle imprese, giustizia e sicurezza, connesse all'emergenza epidemiologica da Covid-19. ". In base a tale previsione emergenziale e temporanea, di immediata applicazione in quanto norma processuale (G.U. 28.10.2020), da un lato, lo svolgimento delle udienze pubbliche e camerali e delle camere di consiglio con collegamento da remoto è autorizzato, secondo la rispettiva competenza, con decreto motivato del presidente della Corte di giustizia tributaria di primo e secondo grado da comunicarsi almeno cinque giorni prima della data fissata per un'udienza pubblica o una camera di consiglio, potendo tali decreti disporre che le udienze e le camere di consiglio si svolgano anche solo parzialmente da remoto, ove le dotazioni informatiche della giustizia tributaria lo consentano e nei limiti delle risorse tecniche e finanziarie disponibili. In tutti i casi in cui sia disposta la discussione da remoto, la segreteria comunica alle parti, di regola, almeno tre giorni prima della trattazione, l'avviso dell'ora e delle modalità di collegamento. Dall’altro lato, si deve dare atto a verbale delle modalità con cui si accerta l’identità dei soggetti partecipanti e la libera volontà delle parti, anche ai fini della disciplina sulla protezione dei dati personali, con l’ulteriore ed utile precisazione per cui i verbali redatti in occasione di un collegamento da remoto e i provvedimenti adottati in esito a un collegamento da remoto si intendono assunti presso la sede dell'ufficio giudiziario. Successivamente risulta, peraltro, entrato in vigore il decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze 11 novembre 2020, avente ad oggetto la “individuazione delle regole tecnico-operative per lo svolgimento e la partecipazione all'udienza a distanza”. FormulaALLA CORTE DI GIUSTIZIA TRIBUTARIA DI PRIMO GRADO DI .... RICORSO EX ART. 18 DEL D.LGS. N. 546/1992 Il Sig./La Sig. .... nato a .... il .... C.F. .... residente in .... alla via .... n. ...., CAP .... (oppure: della società .... con sede in ...., via ...., P.IVA o C.F. .... in persona del legale rappresentante pro-tempore), rappresentat. .... e difes. ...., in virtù di procura a margine /in calce e su foglio separato al presente atto, dall'Avv./Dott.Comm./ ...., C.F. ...., con il quale elettivamente domicilia presso il suo studio in .... alla via .... n. .... ai sensi degli artt. 170 e 176 c.p.c., si dichiara di voler ricevere comunicazioni e/o atti difensivi e/o provvedimenti relativi al presente procedimento al seguente indirizzo P.E.C. .... o n. fax ..... PROPONE RICORSO 1 – contro ....; – avverso il seguente provvedimento prot. n. .... emesso il .... e notificato il ..... PER I SEGUENTI MOTIVI – violazione e falsa applicazione di legge (sia sostanziale che procedimentale): individuare le norme giuridiche erroneamente applicate o non correttamente interpretate dall'ufficio; evidenziare come l'atto impugnato, per i fatti ed i presupposti su cui si basa (alla luce della motivazione che lo sorregge o proprio per l'insufficienza o la contraddittorietà della motivazione), dimostri tale violazione o falsa applicazione. Alla luce delle svolte considerazioni si rendono le seguenti CONCLUSIONI Voglia la Corte di giustizia tributaria di primo e secondo grado così provvedere: – in via principale, annullare l'atto impugnato (previa sospensione cautelare ex art. 47 del d.lgs. n. 546/1992); – con vittoria delle spese di giudizio (con distrazione delle spese processuali al procuratore costituito). Ai sensi e per gli effetti dell'articolo 33, comma 1 del d.lgs. n. 546/1992 espressamente si richiede che l'adita Corte di giustizia tributaria di primo grado voglia disporre la discussione in pubblica udienza del presente ricorso. Si depositano i seguenti atti: ..... Ai sensi dell'art. 22, comma 3 del d.lgs. n. 546/1992, si attesta la conformità del presente atto all'originale consegnato (o spedito) all'ente convenuto. Luogo e data .... Firma .... PROCURA 2 (generalità del ricorrente) .... nomina proprio procuratore alle liti (titolo) .... e, per l'effetto, lo autorizza a rappresentarlo e difenderlo nel giudizio, conferendo allo stesso ogni più ampia facoltà di legge, ed eleggendo domicilio presso lo studio del predetto legale in ...., via .... Luogo e data .... Firma .... Autentica della Firma .... [1] [1]Il ricorso deve altresì indicare il valore della lite e contenere la procura a un difensore o a un soggetto abilitato all'assistenza tecnica (obbligatoria quando il valore della controversia supera 3.000,00 € a partire dal 1° gennaio 2016, con l'obbligo anche di indicare la categoria di appartenenza del difensore ai sensi dell'art. 12 d.lgs. n. 546/1992, che consenta al giudice la liquidazione delle spese di lite secondo la tariffa professionale). Il difensore, o il ricorrente in caso di valore della controversia inferiore a 3.000,00 €, deve sottoscrivere sia l'originale sia le copie destinate alle controparti. L'art. 47 d.lgs. n. 546/1992 riconosce, inoltre, al ricorrente la possibilità di chiedere alla Corte di giustizia tributaria di primo grado competente la sospensione dell'esecuzione dell'atto impugnato, con istanza inserita nel ricorso o formulata con atto separato, debitamente notificato alle altre parti e depositato in segreteria. La sospensione può essere anche parziale e subordinata alla prestazione della garanzia di cui all'art. 69, comma 2 d.lgs. n. 546/1992. [2] [2]L'incarico deve essere conferito: con atto pubblico o scrittura privata autenticata; in calce o a margine di un atto nel processo, con certificazione dello stesso incaricato dell'autografia della sottoscrizione; oralmente in udienza pubblica, dandone atto nel verbale. CommentoIn tema di contenzioso tributario, la trattazione del ricorso in camera di consiglio invece che alla pubblica udienza, in presenza di un'istanza di una delle parti ai sensi dell'art. 33 d.lgs. n. 546/1992, integra una nullità processuale che, pur travolgendo la successiva sentenza per violazione del diritto di difesa, non determina, una volta dedotta e rilevata in appello, la “retrocessione” del giudizio in primo grado, poiché tale ipotesi non rientra tra quelle tassativamente previste dall'art. 59 d.lgs. n. 546/1992; l'appello costituisce, anche nel processo tributario, un gravame generale a carattere sostitutivo che impone al giudice dell'impugnazione di pronunciarsi e decidere sul merito della controversia (Cass. V, n. 19578/2018). Nel processo tributario, la trattazione dell'appello in pubblica udienza, senza preventivo avviso alla parte, costituisce una nullità processuale che travolge, per violazione del diritto di difesa, la sentenza successiva, ma non determina la retrocessione del processo alla Corte di giustizia tributaria di secondo grado, ove non siano necessari accertamenti di fatto nel merito e debba essere decisa una questione di mero diritto, atteso che il principio costituzionale della ragionevole durata del processo impedisce di adottare decisioni che, senza utilità per il diritto di difesa o per il rispetto del contraddittorio, comportino l'allungamento dei tempi del giudizio (Cass. V, n. 27496/2014). In tema di contenzioso tributario, la richiesta di trattazione in pubblica udienza può essere formulata dalle parti non solo con atto separato, specificamente destinato a tale scopo, ma anche mediante un'esplicita richiesta contenuta nel ricorso introduttivo del processo, nel ricorso in appello o in altri atti processuali a condizione che essi risultino notificati alle altre parti costituite e siano depositati presso la segreteria della Corte di giustizia tributaria nel termine stabilito dall' art. 33, comma 1 d.lgs. n. 546/1992. Pertanto, il rifiuto della Corte di giustizia tributaria di primo e secondo grado di trattare la causa in pubblica udienza, qualora la relativa richiesta sia stata formulata con l'atto d'appello, violando il principio del contraddittorio, è illegittimo e rende nullo il procedimento e la sentenza eventualmente pronunciata (Cass. V, n. 22892/2010). In sede di decreti presidenziali volti a gestire le udienze nel periodo della pandemia ex art. 27 d.l. n. 137/2020, talora è stato evidenziato che non sussisterebbero le condizioni normative secondarie e le dotazioni tecnologiche necessarie per la regolamentazione delle udienze pubbliche con collegamento da remoto; e che, sulla scorta di tale assunto, non è stata prevista la possibilità di svolgere le discussioni nelle udienze pubbliche e camerali mediante collegamento da remoto. Il giudice amministrativo (Tar Puglia, decreto. n. 742 del 27.11.2020) - adito da un ricorrente che ha al riguardo dedotto la violazione dell’art. 27 del DL 137/2020 e degli artt. 24 e 97 della Costituzione, nonché l’eccesso di potere per difetto dei presupposti, travisamento dei fatti, contraddittorietà, difetto d’istruttoria e di motivazione ed ingiustizia manifesta – da un lato, ha ritenuto che nella motivazione dell’atto impugnato non si è fatto cenno alle valutazioni istruttorie che hanno condotto all’impossibilità di autorizzare lo svolgimento delle udienze con collegamento da remoto, né l’Amministrazione resistente ha allegato in giudizio la prova dell’esistenza di ragioni tecniche o di interesse pubblico che avrebbero reso non praticabile o amministrativamente inopportuno il collegamento da remoto per i difensori delle parti del processo tributario; dall’altro ha ritenuto che sussistano i presupposti di fondatezza e di pregiudizio grave e irreparabile, propedeutici alla sospensione dell’efficacia dell’impugnato decreto e che, di conseguenza, si debba disporre un riesame del procedimento finalizzato ad elaborare una nuova disciplina della discussione nelle udienze pubbliche e camerali. |