Il giudice territorialmente competente per la dichiarazione di fallimento

La Redazione
05 Febbraio 2020

Ai sensi dell'art. 9 l.fall., la competenza territoriale per la dichiarazione di fallimento di una società spetta al Tribunale del luogo in cui si trova la sede principale dell'impresa, cioè dove svolge effettivamente la sua attività direttiva ed amministrativa, che, in virtù di una presunzione iuris tantum, coincide con la sede legale, salvo prova contraria, ossia che la sede effettiva sia altrove. Tuttavia, tale presunzione non opera in alcune ipotesi.

La vicenda. Il Tribunale, su ricorso del PM, dichiarava il fallimento di una s.r.l. in liquidazione, dando atto del trasferimento della sede legale della società in un'altra città (da Novara a Milano), escludendone però la rilevanza per l'individuazione del giudice territorialmente competente, poiché avvenuto nell'anno antecedente alla presentazione dell'istanza di fallimento. Contro tale decisione, la società stessa propone istanza di regolamento di competenza, sostenendo che lo spostamento non ha avuto luogo con l'intenzione dell'imprenditore di ingannare i creditori o di sottrarre la procedura al giudice naturale precostituito per legge; ma questo per i Giudici di legittimità non viene in considerazione ai fini dell'individuazione del giudice competente poiché ciò che rileva è il dato obiettivo della prossimità della data del trasferimento a quella di presentazione dell'istanza di fallimento.


Così il Supremo Collegio con ordinanza n. 2336/20, depositata il 3 febbraio.

L'individuazione del giudice territorialmente competente. Ai sensi dell'art. 9 l.fall., la competenza territoriale per la dichiarazione di fallimento di una società spetta al Tribunale del luogo in cui si trova la sede principale dell'impresa, cioè dove svolge effettivamente la sua attività direttiva ed amministrativa, che, in virtù di una presunzione iuris tantum, coincide con la sede legale, salvo prova contraria, ossia che la sede effettiva sia altrove.


Tuttavia, tale presunzione non opera nel caso in cui la sede legale sia stata trasferita in un luogo diverso nell'anno anteriore all'esercizio dell'iniziativa per la dichiarazione di fallimento; in tale ipotesi, infatti, trova applicazione il secondo comma del succitato art. 9, il quale dispone che il suddetto trasferimento non rileva ai fini della competenza, che resta in capo al Tribunale nel cui circondario è situata la sede legale originaria, indipendentemente dall'accertamento dell'effettiva nuova sede.


Ebbene, nel caso in esame correttamente il giudice del merito ha ritenuto territorialmente competente, per la dichiarazione di fallimento, il Tribunale di Novara, quale giudice del luogo in cui era situata la sede legale della società prima del trasferimento della stessa a Milano, posto che tale trasferimento era avvenuto nell'anno anteriore alla presentazione dell'istanza di fallimento. A ciò consegue il rigetto del ricorso.

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