Riforma del processo penale: il Governo approva il disegno di legge delega

Redazione Scientifica
14 Febbraio 2020

È stato approvato dal Consiglio dei Ministri n. 29 del 13 febbraio 2020 il disegno di legge proposto dal Ministro della Giustizia per la riforma del processo penale. Il testo prevede deleghe al Governo per l'efficienza del processo penale e disposizioni per la celere definizione dei procedimenti giudiziari pendenti presso le Corti d'appello.

È stato approvato dal Consiglio dei Ministri n. 29 del 13 febbraio 2020 il disegno di legge proposto dal Ministro della Giustizia per la riforma del processo penale. Il testo prevede deleghe al Governo per l'efficienza del processo penale e disposizioni per la celere definizione dei procedimenti giudiziari pendenti presso le Corti d'appello.

Il Governo ha approvato il disegno di legge delega proposto dal Ministro della Giustizia e recante deleghe al Governo per l'efficienza del processo penale e disposizioni per la celere definizione dei procedimenti giudiziari pendenti presso le Corti d'appello.

Gli specifici interventi di modifica del codice di procedura penale dovranno attuarsi entro un anno dall'entrata in vigore della legge di delega.

Il comunicato diffuso dal Governo indica tra gli elementi più significativi:

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in tema di notifiche: si prevede che tutte le notifiche successive alla prima, che comunque deve essere effettuata personalmente all'imputato, siano effettuate al difensore anche per via telematica;

- in tema di indagini preliminari: viene ridefinita la durata. Sono individuati tre termini di durati legati alla gravità del reato e cioè 6 mesi per i reati meno gravi, un anno per quelli ordinari e di 18 mesi per i reati di maggiore allarme sociale e per quelli associativi di stampo mafioso o di natura terroristica o definibili di particolare complessità per il numero di imputati o di capi di imputazione. La durata sarà prorogabile una sola volta, di 6 mesi, su istanza del p.m., con provvedimento del giudice per le indagini preliminari. Scaduto il termine massimo di durata delle indagini preliminari, il PM è tenuto, entro un ulteriore lasso di tempo di 3, 6 o 12 mesi a seconda della tipologia di reato, a richiedere l'archiviazione o esercitare l'azione penale. Decorso tale termine, il PM sarà tenuto a notificare all'indagato la fine delle indagini e a svelare il contenuto degli atti relativi. Sarà quindi facoltà delle parti richiedere il rinvio a giudizio o l'archiviazione;

- sono previste norme che riducono il numero di processi che giungono alla fase dibattimentale, attraverso criteri più stringenti in relazione alla regola di giudizio a cui il PM e il GUP devono attenersi per l'esercizio dell'azione penale o l'accoglimento della richiesta di rinvio a giudizio;

- nello stabilire il programma organizzativo della Procura della Repubblica, il Procuratore dovrà indicare criteri di priorità nell'esercizio dell'azione penale da concordare con il Procuratore Generale e il Presidente del Tribunale sulla base della specifica realtà criminale e territoriale e delle risorse umane, finanziarie e tecnologiche a disposizione dell'ufficio;

- è prevista l'introduzione della valutazione del giudice in merito all'eventuale retrodatazione dell'iscrizione dell'indagato nell'apposito registro e la conseguente sanzione di inutilizzabilità degli atti di indagine effettuati a termini già scaduti;

- viene estesa la possibilità del patteggiamento a tutte le ipotesi di reato alle quali sia applicabile complessivamente una pena inferiore agli 8 anni, rispetto agli attuali 5, riequilibrata da un ampliamento dell'elenco dei reati che escludono a priori il patteggiamento;

- norme per l'incentivazione del ricorso al giudizio abbreviato condizionato, sul calendario delle udienze e sui termini di deposito delle perizie;

- sono inoltre previste norme dirette alla velocizzazione dei processi con la possibilità di impiegare giudici onorari ausiliari anche nel settore penale, il cui organico verrà aumentato di 500 unità. Sono invece 1000 le unità aggiuntive previste per il personale amministrativo;

- in materia di prescrizione, «si modifica il codice penale in modo da prevedere che il corso della prescrizione rimanga sospeso dalla pronunzia della sentenza di condanna di primo grado fino alla data di esecutività della sentenza, e che la stessa riprenda il suo corso e i periodi di sospensione siano computati, quando la sentenza di appello proscioglie l'imputato o annulla la sentenza di condanna nella parte relativa all'accertamento della responsabilità o ne dichiara la nullità ai sensi dell'articolo 604, commi 1, 4 e 5-bis del codice di procedura penale».

v. anche A. MARANDOLA, Prime considerazioni sulla bozza di legge delega per la “riforma” del processo penale

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