Regolare la notifica via PEC eseguita nei confronti della società cancellata dal registro

Redazione scientifica
19 Febbraio 2020

Ove la società sia stata cancellata dal registro delle imprese, il ricorso per la dichiarazione di fallimento può esserle validamente notificato all'indirizzo di posta elettronica certificata dalla stessa in precedenza comunicato al registro delle imprese, se questo risulta ancora attivo.

Così si è pronunciata la Cassazione con l'ordinanza n. 3443/20, depositata il 12 febbraio.

Il caso. Ad una società, dichiara fallita dal Tribunale e cancellata dal registro delle imprese da meno di un anno, venivano notificati via PEC (all'indirizzo risultante dal registro delle imprese) sia l'istanza di fallimento che il decreto di convocazione. La società presentava reclamo innanzi alla Corte d'Appello contestando che la notifica non fosse rituale poiché effettuata alla casella PEC pur dopo la cancellazione della compagine dal registro delle imprese. La Corte tuttavia riteneva perfezionata la notificazione, ritenendo che l'indirizzo PEC riferibile all'impresa fosse ancora reperibile ed utilizzabile.
Avverso la decisone propone ricorso in Cassazione la società, lamentando che la casella di posta elettronica a cui era stata indirizzata la notificazione non fosse più valida, non essendo la stessa più riferibili in termine oggettivi alla compagine ormai estinta.

Indirizzo PEC riferibile alla società. La Cassazione, dopo aver richiamato l'art. 15, comma 3, della l. fall., ritiene che debba ritenersi valida la notifica regolarmente eseguita all'indirizzo PEC della società rimasto attivo dopo la cancellazione. Infatti, la ricevuta di avvenuta consegna rilasciata dal gestore della posta elettronica certificata del destinatario dimostra, fino a prova contraria, che il messaggio è pervenuto all'indirizzo dichiarato o per lo meno esso è conoscibile, potendosi dedurre che quando il messaggio viene ricevuto il destinatario viene messo nella condizione di conoscere l'esistenza del procedimento prefallimentare, a prescindere che poi ciò accada o meno.
Chiarito questo, la Suprema Corte ribadisce il principio già enunciato dalla precedente giurisprudenza (Cass. 602/2017, Cass. 23728/2017, Cass. 17946/2016) secondo cui «in caso di società già cancellata dal registro delle imprese, il ricorso per la dichiarazione di fallimento può esserle notificato, ai sensi della l. fall., art. 15, c. 3, nel testo successivo alle modifiche apportate dal d.l. n. 179/2012, art. 17 conv., con modif., dalla l. n. 221 del 2012, all'indirizzo di posta elettronica certificata dalla stessa in precedenza comunicato al registro delle imprese».
Alla luce di ciò, il ricorso viene rigettato.

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