Il credito del subappaltatore di opere pubbliche è sempre prededucibile?
05 Marzo 2020
Il decisum in rassegna pone al centro dell'attenzione il tema del fallimento dell'appaltatore. Nello specifico si tratta di stabilire se il credito, sorto in periodo anteriore al fallimento, relativo al corrispettivo di un subappalto di lavori pubblici concluso con una società fallita, cui le opere erano state commissionate da un consorzio, debba, o meno, essere ammesso in prededuzione.
A dirimere tale quaestio, oggetto di un lungo contrasto giurisprudenziale, sono intervenute le Sezioni Unite della Suprema Corte, che, con la sentenza n. 5685/2020, depositata il 2 marzo 2020, evidenziano come in caso di fallimento dell'appaltatore di opere pubbliche, il meccanismo delineato dall'art. 118, comma 3, del D.lgs. n. 163/2006 – che consente alla stazione appaltante di sospendere i pagamenti in favore dell'appaltatore, in attesa delle fatture dei pagamenti effettuati da quest'ultimo al subappaltatore – deve ritenersi riferito all'ipotesi in cui il rapporto di appalto sia in corso con un'impresa in bonis e, dunque, non è applicabile nel caso in cui, con la dichiarazione di fallimento, il contratto di appalto si scioglie; ne consegue che al curatore è dovuto dalla stazione appaltante il corrispettivo delle prestazioni eseguite fino all'intervenuto scioglimento del contratto e che il subappaltatore deve essere considerato un creditore concorsuale dell'appaltatore come gli altri, da soddisfare nel rispetto della par condicio creditorum e dell'ordine delle cause di prelazione.
Il fatto. Il giudice delegato al Fallimento Beta s.r.l., ammettendo al passivo della procedura i crediti vantati dalla Gamma s.r.l., in via chirografaria, respingeva la richiesta di collocazione in prededuzione avanzata da quest'ultima, quale subappaltatrice di lavori pubblici commissionati alla Beta dal consorzio Alfa. L'opponente Gamma deduceva che la mancata trasmissione delle fatture quietanziate alla stazione appaltante determinava la sospensione del pagamento a favore dell'appaltatrice Beta, a norma dell'art. 118 del D.Lgs. 12 aprile 2006, n. 163, codice degli appalti, e giustificava l'ammissione del proprio credito in prededuzione, in quanto funzionale agli interessi della massa fallimentare. Il Tribunale di Bergamo, con decreto del 4 luglio 2014, rigettava l'opposizione. Ad avviso del giudice orobico, difatti, il fallimento dell'appaltatore provoca l'automatico venir meno del vincolo negoziale e, di conseguenza, l'inapplicabilità dell'art. 118 citato, anche alla luce delle modifiche normative introdotte dal d.l. 23 dicembre 2013, n. 145, convertito in legge 21 febbraio 2014, n. 9, dalle quali si desume che presupposto dell'art. 118, codice appalti, è la vigenza del contratto di appalto tra la stazione appaltante e l'appaltatore. Ed anche a ragionare in termini di funzionalità del credito rispetto allo scopo di incrementare la massa nell'interesse del ceto creditorio, l'ammissione del credito in prededuzione non comporta il pagamento immediato da parte della stazione appaltante, potendo esso avvenire solo a seguito del riparto, a norma dell'art. 111-bis, l.fall. Avverso quest'ultimo decreto la Gamma ha proposto ricorso per cassazione, cui ha resistito il Fallimento Beta. In particolare, con due motivi di gravame, tra loro connessi, la società Gamma ha denunciato violazione e falsa applicazione degli artt. 111, l.fall. e 118, terzo comma, d. lgs. n. 163 del 2006 e omesso esame di un fatto decisivo. Il Collegio della Prima sezione civile, con ordinanza interlocutoria del 12 luglio 2019, ha rimesso all'esame delle Sezioni Unite la questione, sulla quale ha registrato un contrasto di giurisprudenza all'interno della sezione, riguardante le modalità di soddisfacimento del credito del subappaltatore di opere pubbliche nei confronti dell'appaltatore in caso di fallimento di quest'ultimo e, in particolare, se ove residui un credito dell'appaltatore verso l'amministrazione appaltante e l'amministrazione abbia in base al contratto opposto la condizione di esigibilità di cui all'art. 118 del codice del 2006, il curatore, che voglia incrementare l'attivo, debba subire, o meno, sul piano della concreta funzionalità rispetto agli interessi della massa, la prededuzione del subappaltatore.
Orientamenti. Secondo un orientamento (v., Cass. 3402/2012), nel caso in cui la stazione appaltante abbia disposto la sospensione del pagamento a favore dell'appaltatore, si è ritenuto che l'unico modo per sbloccare detta sospensione sia quello di riconoscere al credito del subappaltatore il beneficio della prededuzione,al fine di favorire il pagamento da parte della stazione appaltante e, di conseguenza, di incrementare l'attivo della massa fallimentare, nell'interesse dell'intero ceto creditorio. Secondo questo orientamento, il meccanismo configurato dall'art. 118, comma 3, codice del 2006, determina una «condizione di esigibilità» del pagamento da parte della stazione appaltante anche in caso di sopravvenuto fallimento dell'appaltatore, con la conseguenza che il soddisfacimento del subappaltatore si pone quale momento imprescindibile, in quanto consente all'appaltatore (subappaltante) fallito di ottenere dalla stazione appaltante il pagamento del proprio credito. In questa prospettiva, la prededuzione è lo strumento che consente il soddisfacimento del credito del subappaltatore nei confronti dell'appaltatore fallito – senza dover attendere le operazioni di riparto in senso tecnico – in correlazione con l'interesse della massa a quel pagamento, utile e necessario per il conseguimento dello scopo della procedura. Pertanto, ai fini della prededucibilità dei crediti nel fallimento, il necessario collegamento occasionale o funzionale con la procedura concorsuale, ora menzionato dall'art. 111 l.fall., va inteso non soltanto con riferimento al nesso tra l'insorgere del credito e gli scopi della procedura, ma anche con riguardo alla circostanza che il pagamento del credito, ancorché avente natura concorsuale, rientri negli interessi della massa e dunque risponda agli scopi della massa e risponda agli scopi della procedura stessa, in quanto utile alla gestione fallimentare. Invero, la prededuzione attua un meccanismo satisfattorio destinato a regolare non solo le obbligazioni della massa sorte al suo interno, ma anche tutte quelle che interferiscono con l'amministrazione fallimentare ed influiscono sugli interessi dell'intero ceto creditorio.
Contra. Il riconoscimento di una particolare tutela alle imprese subappaltatrici in appalti pubblici è indiscusso, ma attiene al loro rapporto con le imprese appaltatrici e non può incidere sugli interessi degli altri creditori concorsuali nel caso di fallimento di tali imprese.Sicché non può riconoscersi la prededuzione a un credito che non ha alcun rapporto né genetico né funzionale con la procedura concorsuale. In caso di fallimento dell'appaltatore di opere pubbliche, il subappaltatore deve essere considerato un creditore concorsuale come tutti gli altri, nel rispetto della par condicio creditorum e dell'ordine delle cause di prelazione, non essendo il suo credito espressamente qualificato prededucibile da una norma di legge, né potendosi considerare sorto in funzione della procedura concorsuale, ai sensi dell'art. 111, comma 2, l.fall.; invero, il meccanismo, ex art. 118, comma 3, del d.lgs. n. 163 del 2006 - riguardante la sospensione dei pagamenti della stazione appaltante in favore dell'appaltatore, in attesa delle fatture dei pagamenti di quest'ultimo al subappaltatore - deve ritenersi, alla luce della successiva evoluzione della normativa di settore, calibrato sull'ipotesi di un rapporto di appalto in corso con un'impresa in bonis, in funzione dell'interesse pubblico primario al regolare e tempestivo completamento dell'opera, nonché al controllo della sua corretta esecuzione, e solo indirettamente a tutela anche del subappaltatore, quale contraente “debole”, sicché detto meccanismo non ha ragion d'essere nel momento in cui, con la dichiarazione di fallimento, il contratto di appalto di opere pubbliche si scioglie (v., Cass., 33350/2018).
Le ragioni poste a base del predetto orientamento che nega la prededucibilità del credito del subappaltatore si possono sintetizzare. In primo luogo, l'interesse sinallagmatico della stazione appaltante alla tempestiva e regolare esecuzione dell'opera da parte dell'appaltatore-affidatario (fallito) viene meno con lo scioglimento del vincolo contrattuale dell'appalto e, di riflesso del subappalto; di conseguenza viene meno anche la “condizione di esigibilità” del credito dell'appaltatore nei confronti della stazione appaltante, dissolvendosi la ragione giustificativa del meccanismo della sospensione del pagamento che per garantire alla stazione appaltante la regolare esecuzione delle opere appaltate, nei tempi stabiliti e nella correttezza del risultato, tuttavia non è più realizzabile per effetto dello scioglimento;
In conclusione. Le Sezioni Unite, con la decisione in commento, ritengono di dare continuità all'orientamento che nega la prededucibilità del credito del subappaltatore. Le ragioni di tutela dei crediti dei subappaltatori non possono di per sé giustificare deroghe, in via giurisprudenziale, al principio della par condicio creditorum, restando il subappaltatore che abbia adempiuto le sue prestazioni in favore del debitore in bonis pur sempre un creditore concorsuale come gli altri, salve le cause legittime di prelazione che spetta al legislatore introdurre e disciplinare secondo l'ordine previsto dagli artt. 2777 s.s., c.c., se non si vuole introdurre disparità di trattamento tra i subappaltatori di opere pubbliche e quelli di opere private, pur essi costituiti da piccole e medie imprese. Peraltro, l'argomento, evidenziato anche da un parere del Precontenzioso dell'Autorità Nazionale Anticorruzione, secondo cui l'istituto della prededuzione appare l'unico rimedio per soddisfare il credito degli operatori economici, che hanno materialmente realizzato l'opera pubblica, non è decisivo per riconoscere una particolare preferenza al credito del subappaltatore, sino al punto da assicurargli un privilegio innominato.
Fonte: www.dirittoegiustizia.it |