Concorso esterno in associazione mafiosa: limiti di applicabilità della sentenza della Corte EDU sul caso Contrada

Redazione Scientifica
09 Marzo 2020

I principi affermati dalla sentenza della Corte EDU sul caso Contrada c. Italia, non si estendono nei confronti di coloro che, estranei a quel giudizio, si trovino nella stessa posizione quanto alla prevedibilità della condanna per il reato di concorso esterno in associazione a delinquere di tipo mafioso, poiché tale sentenza non è una sentenza pilota e non può considerarsi espressione di una giurisprudenza europea consolidata.

I principi affermati dalla sentenza della Corte EDU sul caso Contrada c. Italia, non si estendono nei confronti di coloro che, estranei a quel giudizio, si trovino nella stessa posizione quanto alla prevedibilità della condanna per il reato di concorso esterno in associazione a delinquere di tipo mafioso, poiché tale sentenza non è una sentenza pilota e non può considerarsi espressione di una giurisprudenza europea consolidata.

Lo afferma la Corte di Cassazione con sentenza a Sezioni Unite, n. 8544/20, depositata il 3 marzo.

La vicenda. La Corte d'Appello respingeva, in quanto infondata, la richiesta avanzata nell'interesse dell'imputato di revisione della sentenza emessa dalla Corte d'Assise d'Appello, resa irrevocabile, che lo aveva condannato alla pena di giustizia perché ritenuto responsabile del reato di concorso esterno in associazione mafiosa in riferimento all'apporto dato all'organizzazione criminosa, denominato “Cosa Nostra”.
A fondamento della decisione della Corte territoriale vi è il fatto che lo strumento esperibile per denunciare la violazione dei precetti della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo, verificatasi in processi già definiti con decisione irrevocabile e incidenti sul giudizio di responsabilità penale, nel caso specifico non era ravvisabile la trasgressione dell'art. 7 di tale Convenzione. E ritenevano i Giudici che a tal caso non potessero essere applicati i principi affermati dalla sentenza della Corte EDU nel caso Contrada c. Italia, che aveva condannato lo Stato italiano a risarcire il danno patito dal ricorrente per essere stato destinatario di sentenza irrevocabile di condanna per il delitto di concorso esterno in associazione di stampo mafioso, commesso tra il 1979 e il 1988, in violazione dell'art. 7 della Convenzione EDU.

L'applicabilità limitata della sentenza della Corte EDU sul caso Contrada. Le Sezioni Unite, pertanto, sono chiamate a risolvere la questione di diritto: se la sentenza della Corte EDU del 14 aprile 2015 sul caso Contrada c. Italia abbia una portata generale, da estendere a coloro che, estranei a quel giudizio, si trovino nella medesima posizione, quanto alla prevedibilità della condanna, qualora sia necessario conformarsi a tale sentenza nei confronti di questi ultimi, quale sia il rimedio applicabile.
Con riferimento al caso in esame e alla questione di diritto posta l'attenzione dei Supremi Giudici, questi affermano che i principi affermati dalla sentenza della Corte EDU del 14 aprile 2015 sul caso Contrada, non si estendono nei confronti di coloro che, estranei a quel giudizio, si trovino nella stessa posizione quanto alla prevedibilità della condanna per il reato di concorso esterno in associazione a delinquere di tipo mafioso, poiché tale sentenza non è una sentenza pilota e non può considerarsi espressione di una giurisprudenza europea consolidata.

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