Codice Civile art. 1589 - Incendio di cosa assicurata.Incendio di cosa assicurata. [I]. Se la cosa distrutta o deteriorata per incendio era stata assicurata dal locatore o per conto di questo [1891], la responsabilità del conduttore verso il locatore è limitata alla differenza tra l'indennizzo corrisposto dall'assicuratore e il danno effettivo [1223]. [II]. Quando si tratta di cosa mobile stimata e l'assicurazione è stata fatta per valore uguale alla stima, cessa ogni responsabilità del conduttore in confronto del locatore, se questi è indennizzato dall'assicuratore. [III]. Sono salve in ogni caso le norme concernenti il diritto di surrogazione dell'assicuratore [1916]. InquadramentoAI sensi dell'art. 1587 c.c., il conduttore – come noto – deve (1) prendere in consegna la cosa e osservare la diligenza del buon padre di famiglia nel servirsene per l'uso determinato nel contratto o per l'uso che può altrimenti presumersi dalle circostanze e (2) dare il corrispettivo nei termini convenuti. A queste obbligazioni “principali”, si accompagna, poi, quella, espressa dal successivo art. 1590 c.c., di restituire la cosa locata nello stato medesimo in cui il conduttore l'ha ricevuta, in conformità della descrizione che ne sia stata fatta dalle parti, salvo il deterioramento o il consumo risultante dall'uso della cosa in conformità del contratto. Anche la dottrina più autorevole (Lazzaro, Di Marzio, 1081) ascrive tale obbligazione nell'orbita applicativa della sopramenzionata disposizione codicistica, connotandosi l'obbligo di restituzione della cosa locata gravante sulla parte conduttrice quale effetto essenziale del contratto di locazione, per essere quest'ultimo sempre stipulato per un tempo predeterminato a monte dalle parti. In sostanza, “le predette obbligazioni [di consegna e restituzione, cioè] non sono, in effetti, riferibili ad obblighi autonomi (ovvero l'uno sganciato dall'altro) ma si risolvono in un'unica complessiva obbligazione che trova fondamento nell'obbligo di far godere la cosa come previsto dall'art. 1571 c.c. (che contiene la nozione stessa del contratto di locazione), da cui discendono, secondo un meccanismo di concatenazione logica e sistematica, gli obblighi di consegna, di manutenzione funzionale all'uso pattuito e quello diretto ad evitare le turbative ad opera di terzi nel godimento della cosa locata”. A tal proposito, si è, perciò, affermato che “l'obbligazione globale (e fondamentalmente unitaria) incombente sul locatore riveste un contenuto essenzialmente positivo ed implica l'insorgenza a suo carico di obblighi che si sviluppano per tutta la durata del contratto e che svolgono, in sostanza, una funzione strumentale e rafforzativa rispetto a quello della consegna iniziale. Per contro, i suddetti obblighi contrattuali facenti capo al locatore cessano di trovare applicazione allorquando sia decorso il termine del rapporto, ossia nei casi in cui lo stesso venga dichiarato risolto, anche se il conduttore permanga illegittimamente nella disponibilità dell'immobile” (così Carrato, 2014, 818). In giurisprudenza, è stato chiarito che l'obbligo in commento a) sorge nel momento stesso in cui il conduttore accetta la consegna della cosa (Cass. III, n. 2008/1972), b) va adempiuto nel luogo dove la consegna originaria è avvenuta (Cass. III, n. 265/1977), c) configura un'ipotesi di responsabilità contrattuale (Cass. III, n. 1189/2007; Cass. III, n. 2458/1977), avente ad oggetto un facere atipico (consistente, per l'appunto, nella restituzione della res locata) anche se non di carattere sinallagmatico (Cass. III, n. 1189/2007, cit.), conseguendo alla natura propria della locazione, quale contratto a termine e che d) va eseguito nei confronti del locatore, indipendentemente dalla circostanza che ne sia o meno il proprietario (Cass. III, n. 539/1997). La norma, completando la disciplina del precedente art. 1588 c.c., si occupa, dunque, di chiarire i rapporti tra locatore e conduttore nel caso di incendio della cosa locata che fosse, però, assicurata dal locatore o per conto di questo, esprimendo i seguenti principi: a) la responsabilità del conduttore verso il locatore è limitata alla differenza tra l'indennizzo corrisposto dall'assicuratore e il danno effettivo; b) quando si tratta di cosa mobile stimata e l'assicurazione è stata fatta per valore uguale alla stima, cessa ogni responsabilità del conduttore in confronto del locatore, se questi è indennizzato dall'assicuratore. Sono, in ogni caso, fatte salve in ogni caso le norme concernenti il diritto di surrogazione dell'assicuratore. Il locatore ha diritto di chiedere al conduttore il risarcimento dei danni conseguenti ad un incendio verificatosi nell'immobile, non per caso fortuito, anche nel caso in cui l'immobile sia stato sublocato, giacché la sublocazione non determinerebbe la sostituzione del subconduttore al conduttore-sublocatore, che resta pertanto tenuto all'adempimento delle obbligazioni nascenti dal rapporto principale di locazione (Cass. III, n. 1824/1992). La ratio della norma – la cui previsione ha posto fine all'annoso dibattito, sviluppatosi sotto la vigenza del codice del 1885, avente ad oggetto la responsabilità del conduttore nel caso in cui un incendio distrugga o deteriori il bene locato, previamente assicurato contro tale evento – va chiaramente rinvenuta nella volontà del legislatore di evitare che si produca, in capo al locatore, un ingiustificato arricchimento mercé il conseguimento di un risarcimento, dal conduttore, che duplichi l'indennizzo assicurativo, secondo il meccanismo operativo proprio della cd. compensatio lucri cum damno. In tal senso – sia pure non con riferimento all'art. 1589 c.c. – Cass., S.U., n. 12565/2018, per la quale, in tema di compensatio lucri cum damno, la detrazione dell'attribuzione patrimoniale occasionata dall'illecito (o dall'inadempimento) dall'ammontare del risarcimento del danno ad esso conseguente presuppone, sul piano funzionale, che il beneficio sia causalmente giustificato in funzione di rimozione dell'effetto dannoso dell'illecito e, sul piano strutturale, che ad esso si accompagni un meccanismo di surroga o di rivalsa, capace di evitare che quanto erogato dal terzo al danneggiato si traduca in un vantaggio inaspettato per il responsabile: deve, pertanto, detrarsi dall'ammontare del danno risarcibile l'importo dell'indennità derivante dall'assicurazione contro i danni riscossa dal danneggiato-assicurato in conseguenza dell'illecito, in quanto il credito indennitario, pur avendo titolo diverso, ha il medesimo fine del credito risarcitorio, tendendo alla riparazione del pregiudizio subito dall'assicurato in conseguenza del verificarsi dell'evento dannoso; e in quanto il pagamento dell'indennizzo da parte dell'assicuratore comporta l'automatica surrogazione dello stesso del diritto del danneggiato verso il responsabile dell'illecito. Ambito applicativo della normaL'art. 1589 c.c. sostanzialmente riproduce, in ambito locatizio, la disciplina generale dettata, in materia di assicurazione per la responsabilità civile, dagli artt. 1097 e 1916 c.c., così limitando il diritto del locatore nei confronti del conduttore alla sola azione per la differenza tra l'indennizzo corrisposto all'assicuratore ed il danno effettivo, impedendo così al conduttore di dover comunque indennizzare per intero il locatore, salva la possibilità di opporre all'assicuratore che agisse in surroga l'exceptio soluti. In particolare, attenta dottrina (Tabet, 1982, 1025) ha osservato che la stipula di un contratto assicurativo non determina, certamente, il venir meno della responsabilità del conduttore, ma incide unicamente sulla legittimazione sostanziale del locatore, consentendogli di esigere da quello unicamente la differenza tra il danno e l'indennizzo. Così in giurisprudenza si afferma che anche nell'ipotesi in cui il locatore abbia assicurato la cosa distrutta o deteriorata dall'incendio, il conduttore è pur sempre tenuto a pagare l'importo dell'intero danno poiché, a) oltre a rimborsare all'assicuratore, che agisca nei di lui confronti in surrogazione, quanto da costui versato, a titolo di indennizzo al locatore, b) dovrà a questi corrispondere la differenza tra l'indennizzo medesimo e il danno effettivo (Cass. III, n. 4405/1979). In sostanza, al di fuori dell'ipotesi di incendio dovuto a causa a lui non imputabile, il conduttore è comunque tenuto a rispondere dei danni subiti dalla cosa: a) nei soli confronti del locatore, se questa non è assicurata; b) nei confronti dell'assicuratore fino alla concorrenza dell'indennizzo e nei confronti del locatore per l'eventuale differenza, se la cosa è assicurata (Cass. III, n. 5776/1982); con conseguente sostanziale irrilevanza dell'esistenza o meno di un rapporto assicurativo stipulato dal locatore, giacché esso incide solo sull'identificazione dei soggetti verso cui il conduttore medesimo è obbligato e non sull'esistenza e sul contenuto della sua responsabilità che, salvo la prova liberatoria di cui al comma 1, dell'art. 1588 c.c., è pressoché totale. In tale ottica, dunque, Trib. Udine 17 marzo 1988 ammette che la polizza assicurativa può esser stipulata anche dallo stesso conduttore, essendo ravvisabile in capo a costui un vero e proprio interesse, derivante dalla circostanza di avere il godimento delle cose assicurate e della responsabilità su di lui ricadente ai sensi del combinato disposto degli artt. 1588 e 1589 c.c. Affinché, però, operi la limitazione in esame, occorre che il locatore sia stato effettivamente già indennizzato dall'assicuratore (Tabet, 1982, 1025); peraltro si è osservato che l'obbligazione risarcitoria del conduttore non viene meno neppure se – per fatto imputabile al locatore assicurato – la compagnia assicuratrice cessi di essere obbligata nei suoi confronti (Tabet, 1972, 569). A ciò aggiungasi che, al fine di limitare entro i suesposti limiti la propria responsabilità verso il locatore, il conduttore dovrà dimostrare, in base ai normali principi sull'onere della prova, di avere effettuato il pagamento all'assicuratore mentre, ove provveda all'intero risarcimento del locatore, resta liberato da ogni obbligo verso l'assicuratore (Cass. III, n. 4405/1979, cit.). La dottrina unanime ritiene, poi, che la previsione contenuta nella norma in esame possa essere analogicamente applicata anche alle altre ipotesi di rischi assicurati (Guarino, 55; Tabet, 1972, 570). La Cass. III, n. 10546/2002 chiarisce, infine, che anche in caso di intervenuta transazione tra locatore ed assicuratore, ricade ugualmente sul conduttore l'onere risarcitorio per la parte eccedente l'indennizzo assicurativo: ed infatti, la transazione produce i suoi effetti estintivi della obbligazione solidale nei limiti della obbligazione stessa e nei confronti di tutti i debitori solidali che dichiarano di volerne profittare, ma non si estende a quella parte della obbligazione non solidale perché dovuta esclusivamente da uno dei debitori per un diverso titolo. Sicché, la responsabilità del conduttore ex art. 1589 c.c. per la perdita o il deterioramento della cosa locata derivante da incendio non resta in alcuna misura limitata nel caso in cui la cosa sia stata assicurata, in quanto l'assicurazione incide solo sulla posizione soggettiva del locatore indennizzato, nel senso che questi, una volta ricevuto il pagamento dell'indennizzo, può pretendere dal conduttore unicamente la differenza tra indennizzo corrisposto dall'assicuratore ed il danno effettivo sofferto (v. anche Cass. III, n. 3761/1979). Stima ed indennizzoSi ritiene che il valore di stima del bene è quello indicato nel contratto di locazione e non in quello di assicurazione (Mirabelli, 522); inoltre, se v'è accordo tra le parti circa detto valore, la responsabilità del conduttore va ad esso ricondotta (anche se il bene è stato assicurato per un valore inferiore), desumendosi da tale accordo la volontà di limitare a tale ammontare il risarcimento del danno (Trifone, 495). Sempre in dottrina, si è ritenuto di estendere la previsione contenuta nell'art. 1589, comma 2, c.c., anche in relazione alla stima dei beni immobili. BibliografiaAlpa, Mariconda, Codice civile commentato telematico, Milano, 2007; Azzaro, Subcontratto, in Dig. disc. priv., agg., I, Torino, 2000; Balena, Contributo allo studio delle azioni dirette, Bari, 1990; Ballerini, Riduzione del canone per vizi della cosa locata, ripartizione delle spese di registrazione e clausola di indicizzazione, in Nuova giur. civ. comm., 2009, 1122; Barbero, Sistema del diritto privato italiano, II, Torino, 1962; Benatti, Appunti in tema d'azione diretta, in Riv. trim. dir. proc. civ., 1964, 647; Bernardi, Coen, Del Grosso, Art. 4, in AA.VV., Commento alla legge 27 luglio 1978, n. 392, Padova, 1980; Bessone, Le clausole di esonero e di limitazioni della responsabilità. Controllo legislativo e orientamenti della giurisprudenza, in Riv. dir. comm., 1974, I, 340; Bivona, Affitto di fondi rustici, in Comm. 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