Codice di Procedura Civile art. 607 - Cose pignorate.Cose pignorate. [I]. Se le cose da consegnare sono pignorate [518 1], la consegna non può avere luogo, e la parte istante deve fare valere le sue ragioni mediante opposizione a norma degli articoli 619 e seguenti. InquadramentoAi sensi dell'art. 607 c.p.c. se le cose da consegnare sono pignorate, la consegna non può avere luogo, e la parte istante deve fare valere le sue ragioni mediante la proposizione dell'opposizione a norma dell'art. 619 c.p.c. con ricorso diretto al giudice dell'esecuzione. Il rinvio dell'art. 607 c.p.c. all'art. 619 c.p.c. vale per le forme del procedimento, perché quest'ultima disposizione normativa attribuisce la legittimazione attiva nell'opposizione di terzo unicamente a colui che si affermi essere proprietario o titolare di altro diritto reale minore di godimento sulla res considerato che nell'esecuzione ex art. 605 c.p.c. tale rimedio può essere adoperato anche se il soggetto che agisce risulti essere titolare di un diritto personale di godimento (Castoro, 672; Zanzucchi, Vocino, 332). Pertanto, il terzo che pretende avere la proprietà od altro diritto reale sui beni mobili pignorati può proporre l'opposizione con ricorso al giudice dell'esecuzione, prima che sia disposta la vendita o l'assegnazione degli stessi beni. In dottrina, si è precisato che l'esecuzione per consegna è volta ad acquisire non un diritto ma il possesso della res, in quanto, il primo già compete a favore della parte che agisce ex art. 606 c.p.c., nei confronti di chi la possiede illegittimamente (Montesano 1965, 136), nonché per evitare che, entrato il bene mobile nel possesso dell'istante si perfezioni l'acquisto ex art. 1153 c.c. (Giordano 2019, 1). Il giudice fissa con decreto l'udienza di comparizione delle parti davanti a sé ed il termine perentorio per la notificazione del ricorso e del decreto. All'udienza se le parti raggiungono un accordo, il giudice ne dà atto con ordinanza, adottando ogni altra decisione idonea ad assicurare, se del caso, la prosecuzione del processo esecutivo ovvero ad estinguerlo, statuendo altresì in questo caso anche sulle spese, altrimenti provvede ai sensi dell'art. 616 c.p.c. tenuto conto della competenza per valore. La ratio della normaL'art. 607 c.p.c. tende ad evitare il conflitto tra la responsabilità incombente sul custode nominato nella procedura di espropriazione forzata intrapresa dal creditore procedente del debitore esecutato, e la consegna dei beni disposta sempre in via esecutiva, ma in favore di altra parte creditrice, in quanto, il custode, essendo responsabile della conservazione ed amministrazione dei beni pignorati, non può disporne senza autorizzazione del giudice. Lo scopo dell'art. 607 c.p.c. è dunque ravvisabile nella risoluzione dell'eventuale conflitto che possa insorgere tra il diritto del creditore procedente – e di quelli intervenuti – in una procedura di espropriazione forzata già in atto, ed il contrapposto diritto della parte istante nell'esecuzione per consegna di beni mobili, accordando la precedenza al creditore procedente nell'espropriazione forzata (Castoro, 940). L'ufficiale giudiziario incaricato di eseguire le operazioni di consegna della res, accertato l'esistenza del pignoramento degli stessi beni da consegnare, redige processo verbale nel quale dà atto dell'esistenza del vincolo già apposto sui predetti beni, costituente una causa impeditiva alla prosecuzione delle operazioni di consegna delle stesse cose (Giordano 2014, 45). In tale ipotesi, le spese necessarie per il pignoramento sono dovute al creditore procedente, se causate dall'inadempimento del debitore, e di conseguenza, laddove quest'ultimo provveda al pagamento degli importi intimati con il precetto dopo l'avvenuta consegna all'ufficiale giudiziario dell'atto di pignoramento, da parte del creditore, per la sua notifica al debitore, sarà tenuto a rimborsare anche le predette spese, e dunque, non è precluso al creditore di procedere esecutivamente per quest'ultime, in forza del titolo esecutivo, a meno che non sia accertato che egli ha compiuto tali attività, funzionali all'esercizio della pretesa esecutiva, violando il dovere di lealtà processuale di cui agli artt. 88 e 92 comma 1 c.p.c. (Cass. VI, n. 9877/2021). Quella dell'art. 607 c.p.c. è dunque una sorta di sospensione dell'esecuzione per consegna, per effetto dell'incidente durante le operazioni di materiale apprensione del bene, costituito dalla presa d'atto dell'esistenza di un pignoramento già attuato da altro creditore sullo stesso bene mobile del debitore. La ragione di questa preferenza accordata dal legislatore al creditore procedente in occasione dell'espropriazione forzata, è di evitare il mutamento della situazione di fatto e di diritto già esistente per effetto della procedura espropriativa in corso rispetto al sopravvenire della tutela esecutiva per consegna della res azionata ex art. 606 c.p.c. In dottrina (Denti, 178), si è osservato che qualora la consegna della res è chiesta dallo stesso debitore esecutato nei confronti di chi la detiene, non si verifica alcun pregiudizio in danno del creditore procedente, come nel caso della locazione di un appartamento ammobiliato, i cui beni mobili detenuti dal terzo – conduttore – ed anche custode degli stessi – siano stati oggetto di pignoramento eseguito nei confronti del locatore, poiché, in tale fattispecie, si ritiene che la consegna non possa essere impedita ex art. 607 c.p.c. in quanto, i suddetti beni mobili restano comunque nel patrimonio e nella disponibilità giuridica dello stesso locatore-esecutato. Conseguentemente, l'art. 607 c.p.c. trova applicazione concreta quando la consegna della res è chiesta da un terzo diverso dallo stesso debitore esecutato. La consegna del bene mobile è impedita soltanto se il pignoramento è già stato eseguitoQuid juris invece nel silenzio della norma, qualora si verifichi invece il caso opposto, ovvero quando si intende sottoporre a pignoramento mobiliare la res già interessata dall'esecuzione forzata in corso per addivenire alla sua consegna in favore dell'avente diritto? In tale ipotesi, si è sostenuto che non troverebbe applicazione la regola dell'art. 607 c.p.c. in quanto la res è stata già sottratta al debitore od a colui che per suo conto ne ha la materiale disponibilità, per cui, al creditore procedente con l'espropriazione forzata non resta altro rimedio – sempre se ricorrano nella fattispecie considerata i relativi presupposti normativi – che agire ex art. 404 c.p.c. (Arieta, De Santis, 1451). Infatti, in tale fattispecie – opposta a quella considerata dall'art. 607 c.p.c. – non potrebbe accordarsi una protezione prevalente al creditore intervenuto successivamente con la procedura espropriativa, in considerazione dell'inesistenza di un vinculum juris già apposto in forza di quest'ultima sulla stessa res oggetto del contendere tra le due opposte parti creditrici. La ratio della norma del resto è resa ancora più esplicita dalla stessa rubricazione dell'art. 607 c.p.c. come “cose pignorate”, oltre che dall'inciso contenuto nell'apertura della stessa norma, “se le cose da consegnare sono pignorate”, sulla cui scorta, è allora evidente come per rendere operativa la disposizione in commento, occorre necessariamente che il relativo pignoramento della res si sia già perfezionato, non essendo sufficiente un pignoramento in itinere, atteso che in entrambe le ipotesi qui considerate – esecuzione per consegna od espropriazione forzata – riguardanti lo stesso bene mobile, sul piano della legittimazione, il diritto in forza del quale si agisce deve necessariamente essere costituito da un titolo esecutivo, e, che la prevalenza accordata dall'art. 607 c.p.c. al creditore che procede con l'espropriazione, è fondata unicamente sulla necessità di risolvere a suo vantaggio il conflitto con altro creditore per conseguire lo stesso bene, a condizione però che esista già un pignoramento sullo stesso, in assenza del quale, l'esecuzione per consegna già azionata per prima non potrà che andare avanti per la sua strada. La tutela della parte istante potrà essere spiegata attraverso la proposizione dell'opposizione di terzo all'esecuzione proposta ai sensi dell'art. 619 c.p.c., con la precisazione che in difetto, il medesimo bene mobile sarà trasferito definitivamente all'aggiudicatario della procedura espropriativa (Montesano 1966, 556). Fattispecie particolari: rilascio di beni immobili e sequestroLe disposizioni contenute nell'art. 607 c.p.c. non possono essere estese anche all'ipotesi dell'esecuzione forzata per rilascio di beni immobili, in quanto, ricorrendo tale ultima eventualità, non esiste in radice un conflitto da dirimere, posto che il pignoramento del bene immobile si esegue mediante la trascrizione dei pubblici registri immobiliari, e, dunque, per tale ragione, non sussistendo alcun pericolo di sottrazione del cespite alle ragioni del creditore pignoratizio (Luiso 1989, 7). Nell'ipotesi in cui la stessa res sia oggetto di sequestro e di esecuzione per consegna, la dottrina è divisa circa la risoluzione dell'ipotetico conflitto tra differenti parti ugualmente legittimate ad apprendere il bene mobile. Infatti, a chi ritiene inapplicabile la procedura di esecuzione per consegna in presenza del vincolo apposto con il sequestro per effetto di quanto enunciato nell'art. 607 c.p.c. le cui disposizioni troverebbero ugualmente ingresso anche in presenza di tale fattispecie (Redenti, Vellani, 389), risponde la contraria opinione espressa da coloro che ritengono inapplicabile l'art. 607 c.p.c. in presenza di un provvedimento di carattere temporaneo (Mandrioli, 1998, 631), fino a chi invece, ritiene di limitare l'applicazione analogica dell'art. 607 c.p.c. al ricorrere della sola ipotesi del sequestro conservativo di bene mobile (Montesano, Arieta, 142; Montesano, 1966, 556). Secondo la consolidata giurisprudenza di legittimità, da un lato, l'opposizione alla vendita della cosa data in pegno, ha la sostanziale natura di opposizione all'esecuzione, riconducibile all'art. 615 c.p.c., ed è perciò soggetta alle stesse regole processuali di quest'ultima, e dall'altro, in caso di espropriazione contro il terzo proprietario, il debitore originario o diretto è litisconsorte necessario, essendo il soggetto nei cui confronti l'accertamento della sussistenza e dell'entità dei crediti posti a base dell'azione esecutiva contro il terzo è destinato a produrre effetti immediati e diretti, sicché, ove egli non sia stato evocato in giudizio, la sentenza resa nella controversia distributiva è inutiliter data e la conseguente nullità, se non precedentemente rilevata in sede di merito, deve essere rilevata d'ufficio dal giudice di legittimità con rimessione della causa al giudice di primo grado (Cass. III, n. 3000/2024). 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