Revoca dell’aggiudicazione provvisoria
12 Marzo 2020
Il provvedimento di revoca può avere ad oggetto un atto endo-procedimentale, quale l'aggiudicazione provvisoria della gara, che -vigenti le previsioni del d.lgs. n. 163 del 2006, applicabili ratione temporis alla procedura in oggetto- non è l'atto conclusivo del procedimento (cfr., tra le altre, Cons. Stato, V, 20 agosto 2013, n. 4183), rientrando nel potere discrezionale dell'amministrazione, il cui esercizio prescinde dall'applicazione dell'art. 21 quinquies della legge n. 241 del 1990, pur richiedendosi la sussistenza di concreti motivi di interesse pubblico tali da rendere inopportuna la prosecuzione delle operazioni di gara (cfr., anche per la citazione dei precedenti, Cons. Stato, V, 9 novembre 2018, n. 6323);
Considerata la detta natura giuridica di atto provvisorio ad effetti non stabilizzati, e perciò inidoneo a determinare un affidamento qualificato in capo all'aggiudicatario provvisorio, è consolidata la giurisprudenza per la quale la revoca dell'aggiudicazione provvisoria è legittima pur se non preceduta dalla comunicazione di avvio del procedimento (ex plurimis, Cons. Stato, V, 18 luglio 2012, n. 4189, da ultimo richiamata da Cons. Stato, V, n. 6323/18 cit.); pertanto è da escludere che, ove tale comunicazione vi sia stata essa abbia fatto insorgere in capo all'amministrazione un auto-vincolo al rispetto di ulteriori o più intense garanzie partecipative, cui si può ascrivere la pretesa delle appellanti dell'analitica confutazione delle proprie controdeduzioni.
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