Decreto cura Italia e gaming: le misure di contrasto al lock-down per la filiera

Giancarlo Marzo
17 Aprile 2020

Proroghe, dilazioni di pagamento e abbuono di canoni concessori sono soltanto alcune delle misure disposte dal Decreto Legge 17 marzo 2020, n. 18 (cd. Decreto Cura Italia) per tentare di contenere gli effetti devastanti dell'emergenza CoVid-19 su uno dei comparti principali dell'industria italiana: il gioco legale.
Premessa

Proroghe, dilazioni di pagamento e abbuono di canoni concessori sono soltanto alcune delle misure disposte dal Decreto Legge 17 marzo 2020, n. 18 (cd. Decreto Cura Italia) per tentare di contenere gli effetti devastanti dell'emergenza CoVid-19 su uno dei comparti principali dell'industria italiana: il gioco legale.

Già, perché il coronavirus non ha certo risparmiato il mondo del gaming né i suoi operatori che, come tutti i protagonisti del mercato, sono stati da subito destinatari dei provvedimenti “anti-contagio” varati del Governo. Non a caso, le attività di sale giochi, sale scommesse e sale bingo dell'intero territorio nazionale sono state tra le prime a subire il lock-down disposto dal Presidente del Consiglio dei Ministri con il Decreto dell'8 marzo 2020 (poi integrato dal D.P.C.M. 9 marzo 2020), attuato tempestivamente dall'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM) con la Direttiva n. 82295/RU.

E' stata poi la volta della Direttiva a firma deldirettore dell'ADM, Marcello Minenna, inviata lo scorso 12 marzo a “tutti i concessionari del gioco pubblico” e a “tutte le rivendite generi di Monopolio (tabaccai)”. Nonostante, infatti, dalla estensione della sospensione a numerose altre attività commerciali e di ristorazione il D.P.C.M. 11 marzo 2020 avesse escluso i tabaccai, l'Agenzia è intervenuta nuovamente, allo scopo di non vanificare la ratio delle misure contro gli assembramenti. Pertanto, il suddetto provvedimento direttoriale ha chiesto, ai concessionari, il blocco delle Slot machines e, agli esercenti, la disattivazione di monitor e televisori, così da impedire la permanenza degli avventori per motivi di gioco all'interno dei locali stessi.

Inevitabili le ricadute sul piano economico, vista la paralisi di un intero settore a dir poco proficuo per l'intera Nazione.

Il comparto dei giochi: i numeri

Secondo quanto riporta la mappa completa del gioco legale in Italia relativamente all'anno 2017, aggiornata dall'Agenzia Dogane e Monopoli sul proprio sito istituzionale, l'industria del gioco in Italia è ormai tra le prime. I numeri parlano chiaro: 6.600 imprese, oltre 100.000 occupati e un giro d'affari praticamente raddoppiato negli ultimi sette anni, con una spesa complessiva per il gioco fisico e telematico che, solo nel 2017, si è attestata sui 19 miliardi di euro e un corrispondente incasso, per lo Stato, di circa 10 miliardi di euro. In definitiva, lo 0,6% del PIL nazionale nonché il 2% del totale di tutte le entrate tributarie origina dal gioco legale, sia di tipo tradizionale- come il lotto, le lotterie e le scommesse- sia di nuova generazione, come gli AWP e le VLT, più comunemente noti come Slot machines e Videolottery.

Non stupisce, quindi, che nel tempo il Legislatore abbia guardato con sempre maggiore interesse al settore, occupandosi della relativa governance in regime di monopolio ex art. 1 del D. Lgs. n. 496/1948, con l'intento tanto di arginare le mire espansionistiche della criminalità organizzatala sul comparto, quanto di moltiplicare il flusso di entrate.

Per tale via, sfruttando il meccanismo dell'affidamento della concessione in gestione a terzi del gioco lecito, tra Prelievo erariale unico (PREU) e Imposta unica, lo Stato si è assicurato sino ad ora una cospicua fonte di approvvigionamento.

Precisamente, il comparto delle lotterie, che include i giochi numerici a quota fissa e a totalizzatore, le Lotterie e il Bingo, negli anni scorsi ha garantito- a fronte di un volume d'affari pari a poco meno di 19 miliardi di euro- oltre il 38,6% del gettito erariale. Le scommesse, invece, per lo più sportive e in minima parte ippiche, hanno partecipato con un 7% circa al totale della raccolta, e all'1,8% delle entrate statali provenienti dal mercato off-line. Gli apparecchi da intrattenimento (AWP e VLT), invece, hanno assorbito circa il 70% della raccolta complessiva dei giochi e oltre il 55% in termini di spesa dei giocatori, assicurando un gettito superiore al 50% di quello complessivo.

Gli effetti del coronavirus e le misure volte a porvi rimedio

Risulta, così, intuitivo il fatto che la paralisi derivante dalle misure anti-contagio è destinata inevitabilmente a procrastinare gli incassi statali ma, anche e soprattutto, quelli degli operatori della filiera. Senza contare che questi ultimi, nonostante il block-down fino a data da destinarsi, rimangono costretti ad onorare i costi fissi delle rispettive attività, relativamente a eventuali mutui accesi, rapporti di locazione in corso e spese per i dipendenti.

Ben consapevole della impellente necessità di innestare liquidità nella filiera, il Governo, con il cit. Decreto Cura Italia, recante “Misure di potenziamento del Servizio sanitario nazionale e di sostegno economico per le famiglie e imprese connesse all'emergenza epidemiologica da COVID-19”, ha cercato di rimediare, dirottando sul mondo del gaming una serie di interventi, mirati e non.

Gli interventi studiati per il comparto del gioco

L'art. 69 del D.L. viene consacrato, in via esclusiva, al settore del gioco pubblico, con l'obiettivo di fronteggiare il momento drammatico dal punto di vista finanziario e scongiurare inaccettabili ripercussioni sul piano occupazionale per il mondo dei giochi.

Per quanto riguarda gli apparecchi da intrattenimento, e dunque Slot e Videolottery, il primo comma dell'art. 69 dispone la proroga al 29 maggio 2020 della scadenza originariamente fissata al 30 aprile 2020 per il versamento del PREU e del canone concessorio. Il versamento delle somme dovute potrà essere effettuato con rate mensili di pari importo, su cui sono dovuti gli interessi legali calcolati giorno per giorno. La prima rata dovrà essere versata entro il 29 maggio, le successive entro l'ultimo giorno di ciascun mese, mentre la dead-line per l'ultima rata è fissata al 18 dicembre 2020.

Il comma due del medesimo art. 69, con specifico riguardo al Bingo, prevede invece l'abbuono dei canoni concessori in attesa della definitiva ripresa delle attività delle sale da gioco.

Infine, al terzo comma viene posticipato di sei mesi il termine per l'indizione della gara con cui l'ADM dovrà affidare le nuove concessioni per apparecchi da intrattenimento (Slot e VLT), gioco con vincita in denaro a distanza e gioco a distanza. Si tratta del termine di cui all'art. 1, comma 727, della 27 dicembre 2019, n. 160, che dal 31 dicembre 2020 passa al 30 giugno 2021. Stessa proroga riguarda l'indizione della gara per le concessioni in materia di gioco. Precisamente, risulta rimandata la gara relativa alle concessioni di gioco per la raccolta del Bingo ex art. 1, comma 636, della L. n. 147/2013, che dal 30 settembre 2020 passa a marzo 2021, così come quella concernente le concessioni dei diritti in materia di scommesse su eventi sportivi e non sportivi, ivi compresi gli eventi simulati, il cui termine, fissato al 30 giugno 2020 dall'art. 24 del D.L. n. 124/2019, convertito dalla L. n. 157/2019, slitta al 30 dicembre 2020. Del pari procrastinata di un semestre la scadenza stabilita dall'art. 25 del cit. D.L. n. 124/2019 per l'entrata in funzione delle nuove Slot che consentono il gioco da remoto nonché quello per la sostituzione e la dismissione delle vecchie Slot con quelle di nuova generazione. Lo stesso dicasi per la dead-line di cui all'art. 27 del D.L. n. 124/2019, prevista per l'entrata a regime del registro unico, in cui devono obbligatoriamente iscriversi gli operatori della filiera, che slitta al secondo semestre 2020.

Gli interventi estesi al settore dei giochi

Di diverso tenore l'art. 61 del Decreto Cura Italia che, pur non essendo stato concepito appositamente per il gaming, estende agli operatori del settore l'ambito soggettivo di applicazione dell'articolo 8, comma 1 del D.L. 2 marzo 2020, n. 9.

Pertanto, anche i soggetti che gestiscono ricevitorie del lotto, lotterie, scommesse, ivi compresa la gestione di macchine e apparecchi correlati, possono ora beneficiare della sospensione dal 2 marzo al 30 aprile 2020 dei termini per il versamento

  1. delle ritenute alla fonte per i redditi di lavoro dipendente e assimilati, di cui agli articoli 23 e 24 D.P.R. n. 600/1973, operati in qualità di sostituti d'imposta;
  2. dei contributi previdenziali e assistenziali e dei premi per l'assicurazione obbligatoria;
  3. dell'imposta sul valore aggiunto in scadenza nel mese di marzo del 2020.

Sarà possibile procedere alla realizzazione dei versamenti sospesi, senza applicazione di sanzioni e interessi, in un'unica soluzione entro il 31 maggio 2020 o mediante rateizzazione fino a un massimo di 5 rate mensili di pari importo, a decorrere dal mese di maggio 2020. Rimane, però, precluso il rimborso di quanto eventualmente già versato.

A ciò si aggiunga che risultano prorogate al 30 giugno tutte le scadenze relative ad adempimenti fiscali e dichiarativi per il periodo compreso tra l'8 marzo 2020 e il 31 maggio 2020, che dovranno essere effettuati al massimo entro il 30 giugno senza applicazioni di sanzioni.

In conclusione

Sebbene appaiano apprezzabili i tentativi messi in atto dal Governo per arginare gli effetti dannosi del Coronavirus, il comparto del gaming rimane in sofferenza: l'urgenza è quella di drenare liquidità al settore.

Con la conseguenza che diventano auspicabili nuovi e più capillari misure sussidiarie in favore degli operatori della filiera.

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