Accertamenti bancari: è del contribuente l'onere probatorio di superare la presunzione legale offrendo una prova analitica

La Redazione
08 Giugno 2020

La Corte di Cassazione, con sentenza del 27 maggio scorso, n. 9903, ha ricordato che, in materia di accertamenti bancari, grava sul contribuente l'onere probatorio di superare la presunzione legale offrendo non una prova generica, ma una prova analitica.

La Corte di Cassazione, con sentenza del 27 maggio scorso, n. 9903, ha ricordato che, in materia di accertamenti bancari, grava sul contribuente l'onere probatorio di superare la presunzione legale offrendo non una prova generica, ma una prova analitica.

Nello specifico la Corte ha affermato che la CTR, nel caso in esame, non aveva proceduto ad una valutazione rigorosa delle prove apportate dalla contribuente a giustificazione delle operazioni bancarie oggetto di contestazione. La contribuente aveva prodotto gli estratti conto e soprattutto una dichiarazione stragiudiziale.

I giudici di secondo grado, con valutazione apodittica, hanno sostenuto che le prove offerte non fossero valide, sia perché il processo tributario non ammette prove testimoniali, sia perché si trattava di prove inconsistenti in quanto non supportate da documentazione idonea.

La Corte ha osservato che tale affermazione contrasta con il principio secondo cui nel processo tributario il divieto testimoniale si riferisce alla prova da assumere con le garanzie del contraddittorio e non implica, pertanto, l'impossibilità di utilizzare, ai fini della decisione, le dichiarazioni che gli organi dell'amministrazione finanziaria sono autorizzati a richiedere anche ai privati nella fase amministrativa di accertamento. Tali dichiarazioni, proprio perché assunte in sede extraprocessuale, rilevano quali elementi indiziari che possono concorrere a formare il convincimento del giudice.

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