La notifica del ricorso nei confronti della impresa controinteressata avente sede all'estero

Claudio Fanasca
18 Giugno 2020

La notifica del ricorso con cui si impugna il provvedimento di aggiudicazione di una gara d'appalto nei confronti di una impresa controinteressata avente sede all'estero, pur se all'interno dell'Unione Europea, non può essere eseguita ai sensi del Regolamento CE n. 1393/2007, siccome applicabile solo in materia civile e commerciale, bensì in applicazione dell'art. 142, co. 2, c.p.c. e dell'art. 37 d.lgs. n. 71/2011 (recante “Ordinamento e funzioni degli uffici consolari, ai sensi dell'art. 14, comma 18, della legge 28 novembre 2005, n. 46”), avvalendosi del competente Ufficio Consolare.

Il caso. Un'impresa quarta classificata in una procedura negoziata per l'affidamento di lavori pubblici ha proposto ricorso dinanzi al TAR Lazio, Roma, per impugnare l'aggiudicazione disposta in favore di altra impresa, contestando altresì, ai fini della dimostrazione della sussistenza della legittimazione e dell'interesse al ricorso, la mancata doverosa esclusione della seconda e della terza classificata che la sopravanzavano nella graduatoria finale. La stazione appaltante e l'aggiudicataria si sono costituite in giudizio, eccependo entrambe l'inammissibilità del ricorso per mancata notifica alla seconda classificata, da intendersi quale controinteressata, avente sede in Belgio. Di qui il ricorrente, previamente autorizzato dal TAR Lazio, ha provveduto alla integrazione del contraddittorio nei confronti di tale impresa con sede all'estero, mediante notifica a mezzo UNEP presso la Corte di Appello di Roma, che vi ha dato corso nelle forme di cui al Regolamento CE n. 1393/2007.

La questione. La questione sottoposta all'esame del TAR concerne la verifica dell'ammissibilità della notifica del ricorso in materia amministrativa e, nella specie, in materia di contratti pubblici effettuata nei confronti di un soggetto avente sede o residenza all'estero nelle forme previste dal Regolamento CE n. 1393/2007.

La irritualità della notifica. Il citato Regolamento eurounitario prevede espressamente all'articolo 1 (“Ambito di applicazione”) che lo stesso trovi applicazione “in materia civile e commerciale, quando un atto giudiziario o extragiudiziale deve essere trasmesso in un altro Stato membro per essere notificato o comunicato al suo destinatario. Esso non concerne, in particolare, la materia fiscale, doganale o amministrativa, né la responsabilità dello Stato per atti od omissioni nell'esercizio di pubblici poteri («acta iure imperii»)”. La forma di notificazione ivi prevista non è, quindi, applicabile al processo amministrativo, in quanto la netta delimitazione delle materie cui è riservata tale modalità di notifica risulta di stretta interpretazione.

In particolare, come già chiarito in un'altra occasione dal TAR Lazio, “vertendosi nella specie in tema di atti amministrativi (aggiudicazione di pubblica gara di appalto) di cui è chiesto il riscontro di legittimità al giudice amministrativo, la controversia, sebbene afferente all'ambito cognitorio di giurisdizione esclusiva del giudice adito, implica comunque il sindacato di atti (non paritetici) assunti nell'ambito di pubblici poteri ed esula pertanto dalla materia “civile e commerciale” in senso proprio e quindi dal campo di applicazione del regolamento comunitario n. 1393/07 (...) In pratica, la notifica all'aggiudicataria di cui trattasi, in applicazione dell'art. 142 comma 2 c.p.c. e dell'art. 37 del D.Lgs. n. 71/2011, recante “ordinamento e funzioni degli uffici consolari, ai sensi dell'art. 14, comma 18, della legge 28 novembre 2005, n. 46”, avrebbe dovuto essere piuttosto effettuata avvalendosi del competente ufficio consolare in Austria (ex art. 37 già citato, comma 1 lettera a, che infatti prevede che “L'ufficio consolare: a) provvede, direttamente o tramite le autorità locali, in conformità alle disposizioni in materia di cooperazione giudiziaria dell'Unione europea, alle convenzioni internazionali ed alle leggi dello Stato di residenza, alla notificazione degli atti ad esso rimessi a norma delle vigenti disposizioni”)” (Tar Lazio, Roma, sez. III-quater, 17 marzo 2014,n. 2946). Pertanto, la notificazione del ricorso in materia amministrativa effettuata a norma del Regolamento CE n. 1393/2007, in quanto avvenuta con forme diverse da quelle previste dalla legge, è da ritenersi inesistente. Il radicale scostamento dallo schema legale previsto per la corretta notifica integra infatti una ipotesi di inesistenza e non di nullità, con la conseguenza che nemmeno sarebbe possibile ipotizzare una qualche sorta di sanatoria per effetto della costituzione in giudizio della controinteressata. La sanatoria per raggiungimento dello scopo può concepirsi invero in relazione ad un atto nullo, ma non in relazione ad un atto inesistente, dato che la situazione di effettiva conoscenza dell'atto da parte del destinatario ottenuta senza l'impiego del prescritto procedimento di notificazione e con l'uso dello strumento previsto, determinando l'assoluta divergenza rispetto alle dovute forme e modalità, non ne consente la sussunzione nella sfera del rilevante giuridico e la notifica eseguita deve essere considerata tamquam non esset e, pertanto, insuscettibile di sanatoria.

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