Lavori sul tetto e ratifica della domanda di sanatoria edilizia: escluso il conflitto di interesse dei condomini dell'ultimo piano

Redazione scientifica
17 Luglio 2020

La Cassazione conferma l'insussistenza di un conflitto di interesse dei condomini dell'ultimo piano che abbiano partecipato favorevolmente alla delibera assembleare di ratifica della domanda di sanatoria edilizia per i lavori di rifacimento del tetto che hanno reso agibili i rispettivi vani sottotetto.

Un condomino impugnava la delibera assembleare di ratifica della domanda di sanatoria edilizia presentata dal Direttore dei Lavori relativa al rifacimento del tetto condominiale. Secondo l'attore, la delibera era stata approvata con il voto favorevole e determinante di alcuni condomini in conflitto di interesse in quanto i lavori eseguiti sul tetto avevano reso agibili i rispettivi vani sottotetto. Da qui, l'asserita invalidità della delibera stessa per mancato raggiungimento del quorum.
Il Tribunale rigettava la domanda, decisione confermata anche in appello. La questione è dunque giunta all'attenzione della Suprema Corte.

Escluso ogni dubbio sulla legittimazione dell'amministratore a resistere in giudizio anche in assenza di espressa delibera assembleare, in quanto la materia del contendere rientra tra quelle devolute alle sue attribuzioni ex art. 1130 c.c., la Corte ricorda che è inammissibile il ricorso laddove esso sia fondato, come nel caso di specie, sulla deduzione di errori di diritto individuati per via della sola indicazione delle norme pretesemente violate, in assenza di una circostanziata critica delle soluzioni giuridiche adottate dal giudice di merito. Quest'ultimo ha infatti correttamente accertato l'insussistenza di un conflitto di interesse in capo ai condomini che hanno partecipato all'approvazione della delibera e il cui voto era risultato determinante ai fini del raggiungimento del quorum. Ed infatti, sebbene alcuni dei condomini avevano interesse a mantenere la nuova situazione del tetto che rendeva abitabili i loro vani sottotetto, tale interesse non può dirsi in conflitto con quello dell'ente collettivo alla regolarizzazione dei lavori eseguiti sul tetto condominiale, peraltro già ritenuti necessari da tutti i condomini.
In tema di validità delle delibere assembleari condominiali infatti sussiste conflitto di interessi laddove sia dedotta e dimostrata in concreto «una sicura divergenza tra specifiche ragioni personali di determinati singoli condomini, il cui voto abbia concordo a determinare la necessaria maggioranza ed un parimenti specifico contrario interesse istituzionale del condominio» (cfr. Cass. civ. n. 10754/11).

La pronuncia ricorda poi che le maggioranze necessarie per l'approvazione delle delibere sono inderogabilmente previste dalla legge in rapporto a tutti i partecipanti e al valore dell'intero edificio, sia ai fini del quorum costitutivo che di quello deliberativo e compresi i condomini in potenziale conflitto di interessi con il condominio. In caso di conflitto di interesse infatti il condomino può astenersi dall'esercizio del diritto di voto, ma non vi è obbligato. Resta ferma la possibilità per ciascun partecipante di ricorre all'autorità giudiziaria in caso di mancato raggiungimento della maggioranza necessaria per impossibilità di funzionamento del collegio.
In conclusione, evidenziando che l'accertamento di un effettivo conflitto di interessi consiste in una valutazione di fatto riservata al giudice di merito e sindacabile in sede di legittimità ai sensi dell'art. 360, comma 1, n. 5, c.p.c., la Corte non può che rigettare il ricorso.

Fonte: dirittoegiustizia.it

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