Disapplicata la clausola contrattuale che esclude il risarcimento del terzo trasportato proprietario per contrasto con la normativa comunitaria

Paola Di Michele
28 Luglio 2020

La posizione giuridica del proprietario del veicolo, che si trovava a bordo del medesimo al momento del sinistro come passeggero, è assimilata a quella di qualsiasi altro passeggero vittima dell'incidente; pertanto è esclusa l'applicazione di clausole contrattuali che neghino a questi terzi il risarcimento del danno subito a seguito di un sinistro, causato dal veicolo assicurato, anche quando la copertura assicurativa, in base alle citate clausole, è estromessa per utilizzo o guida del veicolo assicurato da parte di soggetti non autorizzati o non titolari di patente di guida.

Premessa. La pronuncia n. 13738, depositata in cancelleria il 3 luglio 2020, attiene alla materia del risarcimento danni nella responsabilità civile da circolazione stradale. L'interesse della pronuncia, a parere della scrivente, si palesa nel meccanismo di concreta disapplicazione di una clausola contrattuale, contenuta nel contratto di assicurazione e limitativa del risarcimento danni, come infra specificato, per mezzo di principi di diritto affermati in ambito comunitario, grazie ai quali, quindi, la tutela giuridica della posizione del terzo trasportato torna ad essere piena.

Il fatto. La vicenda posta al vaglio della Suprema Corte di Cassazione concerne una domanda di risarcimento danni per lesioni subite dal terzo trasportato in occasione di un sinistro stradale. La vicenda, per quanto possa apparire banale sotto l'aspetto del tipo di azione esperibile dal terzo trasportato, è peculiare giacché questi era al contempo il proprietario/contraente assicurato che viaggiava sul proprio mezzo, condotto nelle circostanze da altro soggetto.
La domanda proposta dal proprietario terzo trasportato leso, formulata nei confronti della compagnia di assicurazioni e del conducente del mezzo, era accolta parzialmente nei confronti del conducente, mentre veniva rigettata verso la compagnia convenuta, per entrambi i gradi di giudizio. I Giudici del merito avevano ritenuto l'operatività della clausola contrattuale secondo cui la copertura assicurativa era esclusa nell'ipotesi, come nel caso di specie, in cui il conducente non fosse persona abilitata alla guida dei veicoli.

La parità di trattamento dei terzi trasportati nella normativa comunitaria. Il caso giungeva così al vaglio della Suprema Corte di Cassazione alla quale veniva denunciata la falsa applicazione dell'articolo 2054 c.c. e degli articoli 1 e 2 della direttiva comunitaria 84/5/CEE nonché dell'articolo 2 delle condizioni di assicurazione. Nello specifico il terzo trasportato denunciava la contrarietà della clausola invocata ex adverso al principio comunitario in forza del quale il proprietario trasportato ha diritto nei confronti del suo assicuratore al risarcimento del danno alla persona causato dalla circolazione non illegale del mezzo, non potendosi attribuire rilievo alle clausole interne che condizionino la copertura assicurativa all'identità del conducente.
I Supremi Giudici concludevano per la fondatezza del ricorso.
Preminente per l'accoglimento della domanda il richiamo alle norme contenute nelle Direttive del Consiglio relative al ravvicinamento tra le varie legislazioni degli stati membri, in materia di assicurazione della responsabilità civile derivante dalla circolazione dei veicoli. Già la sentenza del 30 giugno 2005 c.d. Candolin aveva evidenziato che la normativa comunitaria avesse quale obiettivo quello di garantire a tutti i passeggeri, vittime di un sinistro, di ottenere il risarcimento dei danni subiti, senza ostacoli interni, previste dalle norme dei singoli stati, che limitassero sproporzionalmente o escludessero il risarcimento nelle ipotesi di loro corresponsabilità. Nella medesima direzione con la sentenza del 1 dicembre 2011 cd. Churchill Insurance Company la Corte di Giustizia dell'Unione Europea aveva ulteriormente specificato che la posizione giuridica del passeggero, che sia al contempo proprietario del mezzo, è identica a quella di tutti gli altri passeggeri vittime di sinistro stradale. Ed ancora in questa come in altre sentenze era stata esclusa la validità di clausole contrattuali che negassero ai terzi trasportati la copertura assicurativa, nelle ipotesi di veicolo condotto da persone non autorizzate alla guida o non titolari di patente di guida, o che non si siano conformate ad obblighi di legge di ordine tecnico.

Concludendo. La lettura in combinato disposto dei principi comunitari di cui sopra ha consentito alla Cassazione di assimilare la posizione del proprietario del veicolo a quella di qualsiasi altro passeggero vittima dell'incidente, con conseguente ed indiretta disapplicazione di clausole contrattuali limitative, che escludano la copertura assicurativa a causa della guida del veicolo assicurato da parte di persone non autorizzate a guidarlo o senza patente di guida, in quanto, per l'appunto, contrastanti con la vigente normativa comunitaria.

(FONTE: dirittoegiustizia.it)

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