Il ricorso via PEC è inammissibile anche nella vigenza della legislazione emergenziale

Redazione Scientifica
11 Agosto 2020

In un procedimento penale l'indagato ha presentato ricorso in Cassazione trasmettendolo a mezzo posta elettronica certificata. In proposito la Cassazione ribadisce (Cass. n. 20296/20) che la presentazione via PEC del ricorso di legittimità non è ammessa...

In un procedimento penale l'indagato ha presentato ricorso in Cassazione trasmettendolo a mezzo posta elettronica certificata.
In proposito la Cassazione ribadisce (Cass. n. 20296/20) che la presentazione via PEC del ricorso di legittimità non è ammessa, nemmeno a tenore della legislazione emanata per fronteggiare l'emergenza sanitaria in corso, in quanto il D.L. n. 18 del 2020, art. 83, comma 11, conv. dalla L. n. 27 del 2020, prevede tale possibilità solo per i ricorsi nella materia civile.
Alla luce di ciò, dunque, non è stata istituita nessuna deroga rispetto al principio per cui nel processo penale non è consentito alla parte privata l'uso della posta elettronica certificata per la trasmissione dei propri atti alle altre parti e neppure per il deposito presso gli uffici, essendo l'utilizzo di tale mezzo informatico, ai sensi del D.L. n. 179 del 2012, art. 16, comma 4, convertito dalla L. n. 221 del 2012, riservato alla sola cancelleria.
Specificato questo, il ricorso viene dichiarato inammissibile.

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