L’appello avverso il decreto cautelare monocratico è un “rimedio giuridico inesistente”

31 Agosto 2020

Il Consiglio di Giustizia Amministrativa per la regione Siciliana ha dichiarato il non luogo a provvedere sull'impugnazione di un decreto cautelare monocratico ritenendo tale rimedio giuridico inesistente.

La decisione. Il CGA è stato chiamato a decidere su un appello proposto avverso un decreto cautelare monocratico reso ai sensi dell'art. 56 del c.p.a..

Il Presidente ha dichiarato il non luogo a provvedere sul ricorso, ritenendo l'impugnazione di un decreto cautelare monocratico un «rimedio giuridico inesistente secondo il vigente tessuto processuale». A questo proposito, il Presidente ha altresì precisato che sulle istanze di rimedi giuridici inesistenti non vi è luogo a provvedere, in quanto non è possibile incardinare una fase o grado di giudizio, «esulando dalle competenze presidenziali l'esercizio di qualsivoglia potere processuale non previsto da nessuna disposizione di legge, sia nel senso che non è possibile provvedere sul merito della richiesta, sia nel senso che non è possibile rimettere l'affare all'esame del collegio».

Con espresso riferimento all'impugnativa proposta, lo stesso Presidente ha inoltre rilevato che questa fosse stata depositata mediante una “forzatura” del sistema informatico, essendo stata erroneamente qualificata come “appello avverso ordinanza cautelare”, non esistendo la qualifica di “appello avverso decreto cautelare”. Il Presidente ha quindi ritenuto di trasmettere il decreto per conoscenza e competenza al Consiglio di presidenza della giustizia amministrativa, precisando che per ragioni di economia processuale il sistema informatico non dovrebbe consentire il deposito e iscrizione a ruolo di istanze non previste dall'ordinamento.

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